“… loro non si arrenderanno mai, noi neppure”

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Enrico Stefàno è il presidente della commissione mobilità dell’Assemblea Capitolina. Già il fatto che lui continui a chiamarla così la commissione che presiede, e non con qualche amena formula tipo “commissione della città in movimento”, dimostra che la persona bada alla sostanza delle cose, lasciando alla forma la limitata importanza che pur ha.

Noi abbiamo avuto modo di conoscerlo nella passata consiliatura, soprattutto come componente della commissione commercio, che frequentavamo per seguire la riforma dei cartelloni, e fin da allora abbiamo potuto apprezzare l’impegno che metteva nel suo lavoro. Era un neofita delle istituzioni e della materia, ma fin da subito si è dimostrato molto diligente nello studiarsi le carte e seguire con continuità i lavori della commissione senza alcun fine che non fosse il progresso cittadino (a differenza di altri).

Ci siamo quindi rallegrati quando Stefàno è stato rieletto consigliere, sapendo quanto bene avrebbe potuto fare da una posizione di maggioranza.

Purtroppo a giudicare dallo stato della mobilità a Roma, sotto ogni punto di vista, non si può non prendere atto che miglioramenti sostanziali non ce ne sono stati e solo un Sindaco ed un “assessore alla città in movimento” estraniati dalla realtà (o intellettualmente disonesti) possono continuare a vantare successi che nessuna persona ragionevole può riconoscere.

L’altro giorno il presidente Stefàno ha pubblicato un post sulla sua pagina facebook che è stato un po’ uno sfogo personale ed un po’ una spiegazione del perché sono ancora limitatissimi gli interventi che l’amministrazione è riuscita a realizzare in materia di mobilità. Ecco il testo, con annessa foto:

 

Il nostro compito è difficile, difficilissimo, forse più di quello che ci aspettavamo. Non basta una volontà politica forte (che finalmente c’è) per cambiare questa città, c’è una macchina amministrativa e burocratica che va completamente rifondata.

Talvolta, dopo l’ennesimo parere contrario della Polizia Locale perché ”i cordoli per proteggere le preferenziali sono pericolosi” oppure perché ”sono pericolose le bike lane” lo scoramento è alto.
Che aumenta dopo l’ennesimo verbale che il Dipartimento si perde e quindi una conferenza dei servizi su un cordolo per una preferenziale si chiude dopo quattro mesi. Oppure quando manca solamente una determina dirigenziale per istituire una nuova corsia (già progettata e finanziata) ma gli uffici non la redigono perché sono “oberati” e non possono fare tutto.

Non parliamo poi di quando per la realizzazione di una preferenziale manca solo lo spostamento di una bancarella (di competenza del Municipio) che però devi spostare in un luogo equivalente, dove ahimè lo stesso Dipartimento boccia tutti i luoghi alternativi.
O quando non riesci a spostare di qualche centinaio di metri un capolinea perché l’area non è collaudata, e per anni va avanti il rimpallo tra Dipartimento e Municipio e ogni mese devi rimettere al tavolo tutti.
O le diverse aree pedonali pronte, progettate, dove manca solamente la stesura di una (semplice) Delibera di Giunta da parte degli uffici.

Un caos, dove anche l’operazione più banale si trascina per mesi (anni) all’interno di una macchina burocratica che o per incapacità, o per malafede, o per pigrizia, ti rema contro. Poi spesso ci sono le eccezioni positive, per carità, ma che purtroppo tali restano.

Alcuni risultati recenti, sicuramente minimi ma molto significativi (parapedonali a S. Lorenzo e 720 a Ciampino) sono stati possibili solamente grazie a un continuo lavoro di coordinamento e stress dei Dipartimenti competenti (che hanno cercato in tutti i modi di rimpallare dicendo addirittura che il sottopasso fosse di competenza di RFI, o che hanno tenuto fermo il progetto di prolungamento per mesi perché non hanno voluto firmare contratto per lo stallo con ADR).

Tutto questo quadro, di per se critico, è stato ulteriormente peggiorato da una normativa nazionale che non aiuta e sta uccidendo tutti gli enti locali. Dai blocchi assunzionali per cui al massimo puoi assumere una persona ogni quattro che vanno in pensione, al nuovo codice degli appalti che impone la progettazione esecutiva (non più definitiva) per andare in gara.

Qualche volta quindi ti balena un pensiero “Roma non cambierà mai”. Poi però alzi gli occhi, vedi la bellezza straordinaria di questa città, e rifletti che non può finire così, non possiamo gettare al vento un patrimonio di questa portata. Non possiamo condannare la Capitale di un Paese del G7 al sottosviluppo, all’anarchia, al degrado. Perché la macchina in doppia fila o l’assenza di una ciclabile sono strettamente connesse alla disoccupazione e al ristagno economico.

Per fortuna alle fermate, mentre aspetti il bus, incontri tante persone che ti riconoscono e ti incoraggiano ad andare avanti, che vedono l’impegno che mettiamo in questa ”missione” e l’impresa titanica che abbiamo davanti, dove c’è un sistema da ricostruire.

Come diceva qualcuno, loro non si arrenderanno mai, noi neppure.

 

stefano

 

Sappiamo per esperienza personale quanto il presidente Stefàno abbia ragione e gli diamo atto che lui non è stato tra quelli che in campagna elettorale, o durante la scorsa legislatura, ha sparato a livelli stratosferici le cose che una volta al potere loro avrebbero fatto. Così come sappiamo che l’impegno che lui mette nel compito che si è assunto non è rintracciabile in nessun altro esponente del suo schieramento. Non ultimo, Stefàno ha dimostrato a più riprese di non aver portato il cervello all’ammasso, caratteristica molto rara all’interno del M5S, rimanendo capace di giudizi critici a 360 gradi.

A nostro avviso c’è però qualcosa che non va nei ragionamenti del presidente ed è un’omissione che possiamo comprendere ma che ci facciamo carico di colmare.

Stefàno parla come se lui fosse il solo ad occuparsi di mobilità a Roma e non vi fosse invece un assessore dedicato ed un Sindaco che i problemi della mobilità dovrebbe averli molto in alto nella lista della spesa. Ebbene il dramma è che apparentemente le cose stanno proprio così, ossia il presidente Stefàno è l’unico che si sta fattivamente occupando di mobilità a Roma.

Dell’assessore Meleo abbiamo parlato più volte ed in maniera tutt’altro che lusinghiera. Da quel che abbiamo potuto vedere, questo anno abbondante di carica la Meleo l’ha passato avvicendando a ripetizione i vertici ATAC, introducendo nuovi mezzi che o erano stati acquistati da altri o che non erano in grado di circolare, promuovendo funivie in maniera esagerata, occupandosi a tempo perso di ciclabilità, anche qui in maniera imbarazzante, e scrivendo vere e proprie “supercazzole” sulla sua pagina facebook, l’ultima solo ieri.

Il Sindaco invece ne avrebbe potute fare di cose per dare una svolta alla mobiltà a Roma, potendo drasticamente incidere in tutte le componenti a costo zero. Sarebbe bastato prendere atto dei danni che la totale irrilevanza della Polizia Locale apporta alla mobilità romana e cominciare ad invertire la rotta proprio da lì. Peraltro la cosa era già stata impostata dall’amministrazione precedente, che aveva individuato nel comandante Clemente la persona giusta per riformare il corpo di PLRC. Clemente aveva introdotto IoSegnalo e lo street control a Roma e bastava chiedere al comandante, che correttamente aveva presentato le sue dimissioni alla nuova amministrazione, di rimanere ed anzi intensificare i suoi sforzi per fare di Roma una città normale dal punto di vista del traffico automobilistico. Con Clemente, o qualcun altro dotato di sensibilità simile, si sarebbero potute rendere finalmente sicure le strisce pedonali a Roma, si sarebbe potuta aumentare immediatamente ed a costo zero la velocità commerciale dei mezzi pubblici solo reprimendo la sosta d’intralcio, si sarebbe fluidificato il traffico privato dell’intera città attaccando con sistematicità le doppie e triple file. Tutto ottenibile in tempi strettissimi ed a costo zero, vi sarebbe anzi stato un consistente aumento delle entrate per il Comune, grazie alle sanzioni che sarebbero state comminate nel periodo iniziale.

Invece il Sindaco ha offerto il nulla, ossia una restaurazione del corpo di PLRC con la figura del comandante Porta a certificare l’impossibilità di avere un minimo di legalità a Roma.

 

Ecco, queste cose a nostro avviso mancano nell’accorato e condivisibile testo del presidente Stefàno. Sapendo che è persona ragionevole, immaginiamo che non le troverà del tutto infondate e comprendiamo bene perché nella sua posizione non può permettersi neanche di accennarle cose del genere (e non gliene vorremmo se volesse provare a confutare le nostre tesi). Noi la volontà politica forte per cambiare la città la vediamo in lui e pochissimi altri, mentre la stragrande maggioranza del M5S ha dimostrato finora di essere più interessato a tutelare questa o quella lobby, a far poco o niente per non rischiare di inimicarsi qualcuno, inclusi i peggiori farabutti che da decenni spolpano Roma.

 

Confessiamo che anche a noi viene spesso il pensiero che “Roma non cambierà mai” ma poi da una parte la bellezza della città che a volte inaspettatamente ti assale, dall’altra l’incontro con persone sinceramente appassionate di questa città, tra cui possiamo senz’altro annoverare il presidente Stefano, ti restituiscono quel briciolo di speranza che ti sprona a continuare a combattere.

Stiamo col presidente quando scrive “… loro non si arrenderanno mai, noi neppure”. Ci mettiamo senz’altro in quel “noi, così come tantissimi altri cittadini disposti a spendersi per il riscatto di Roma. Ebbene il M5S non è stato in grado di coinvolgerle ma neanche di ascoltarle tutte queste risorse cittadine, preso esclusivamente dal preservare la sua purezza.

Non sarà mai troppo tardi quando si vorrà cominciare a coinvolgerli davvero i cittadini volenterosi ma temiamo che sia un problema antropologico del MoVimento: troppi grillini e troppe poche teste pensanti come il presidente Stefàno.

 

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2 risposte

  1. Condivido ogni parola di ciò che dite. Purtroppo non c’è niente da fare la Meleo non riesce ad occuparsi del suo assessorato, ieri sera sul suo profilo Facebook, ancora rilancia le cose “fatte”, tra cui ciclabile Santa Bibiana, preferenziali non protette percorse da tutti proprio tutti e ipotetico potenziamento del trasporto pubblico, parlando del piano urbano della mobilità sostenibile, che non prevede ad esempio il completamento della metro C, fino almeno a Clodio, ma assurde funivie al posto delle metropolitane, come punti fermi che non possono essere cambiati. Il trasporto pubblico è a pezzi, solo Stefàno se ne accorge?

  2. Scusate, ma se nemmeno la forte volontà politica può velocizzare le cose per hè la macchina amministrativa rema contro, non sará il caso si riformare dapprima quest’ultima. Leggi nazionali a parte, sono certo che questo sia nei poteri dell’amministrazione locale.

    Lob

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