Insediamenti abusivi sotto Ponte Salario: non si fa in tempo a sgomberare che subito ne appare un altro

L'area è costantemente abitata da senza tetto. A ridosso dell'Aniene un’enorme discarica con rischio di grave danno ambientale. A Roma sono ormai 300 le baraccopoli

Una distesa infinita di plastica, vetro, vecchi elettrodomestici, ferri arrugginiti e materiali di ogni tipo. Chi si affaccia dal Ponte Salario tra Prati Fiscali e l’Olimpica resta sgomento nello scoprire il degrado che affligge le sponde dell’Aniene per un lungo tratto. Qui da anni alloggiano decine, forse centinaia di senza dimora che hanno deciso di gettare ogni rifiuto nel terreno circostante. Basta una piena o forti piogge per riversare questa immondizia nel fiume le cui sponde sono ormai totalmente inquinate.

Le autorità fanno quello che possono. Ogni tanto, circa una volta l’anno, con un blitz (annunciato) Polizia locale e Carabinieri sgomberano l’area, ma nel volgere di pochi giorni, a volte bastano solo poche ore e tutto torna come prima.

I residenti lo sanno e ormai sono rassegnati. Ma quello a cui non riescono proprio a fare l’abitudine sono i roghi puzzolenti che soffocano l’aria. Quando la plastica brucia sprigiona un fumo nero terribile, ricco di diossine e irritanti e chi vive a Prato della Signora o nei dintorni di viale Somalia ne sa qualcosa. Nell’estate del 2022 si verificarono tre roghi, uno dietro l’altro, mentre dalla primavera all’autunno del 2023 se ne sono registrati cinque. Uno stillicidio che certamente si ripeterà nei prossimi mesi non appena arriverà la stagione calda.

Per scendere più agevolmente sotto al ponte qualcuno ha creato una specie di mancorrente con vecchie assi di legno e qui lo spettacolo non cambia. Rifiuti, brandine, feci umane rendono questo luogo inospitale per chiunque eppure ci vivono e sono pure in tanti.

 

Non basta sgomberare perché ovviamente i senza tetto ritornano poco dopo, sarebbe opportuno trovare loro una sistemazione alternativa ma non è facile. La sala Operativa Sociale del Comune fa quel che può anche se alcuni non vogliono farsi trovare per non essere identificati. C’è poi il problema dei costi di bonifica che – ricordava tempo addietro la presidente del II Municipio Francesca Del Bello – non rientrano nel contratto di servizio con Ama. Quando interviene, l’azienda vuole essere pagata, per questo la Del Bello aveva suggerito al Campidoglio di introdurre una extra Tari dedicata alle pulizie straordinarie degli insediamenti abusivi.

Secondo il censimento comunale, a Roma ci sarebbero 300 accampamenti illegali abitati da quasi 10 mila persone. Rispetto al rilevamento effettuato nel 2018 dalla Polizia Municipale, c’è stato un incremento di circa 100 insediamenti e la crescita continua. Purtroppo la disperazione aumenta per via della difficoltà a trovare occupazione e dei cambiamenti sociali in atto che portano ad escludere dal mondo del lavoro le persone con bassa qualifica. Tutto questo porta masse di bisognosi ad accamparsi tra gli stenti, vivendo male sia loro sia i residenti delle case circostanti. Un problema sempre più drammatico che ha come contorno l’inquinamento ambientale.

 

 

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Una risposta

  1. Mi pare che siano anche sotto altri ponti ( Mazzini) e a piazza Adriana nei guardini e in ogni dove. Le autorita’ sono pagate per risolvere i problemi non per fare ‘ quello che pissono’

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