Dopo che l’assessore Meleo l’ha rifilata più e più volte come uno degli architravi della nuova ciclabilità cittadina, il pur significativo ma brevissimo tratti di ciclabile del tunnel di S. Bibiana è stato terminato.

Per chi non lo conoscesse, il tunnel di S. Bibiana collega il rione Esquilino, dal lato delle ferrovie laziali in via Giolitti, col quartiere S. Lorenzo, all’inizio di via Tiburtina. Si tratta di un tunnel in cui la sede carrabile occupa la stragrande maggioranza dello spazio, con due minuscoli marciapiedi ai lati protetti da parapedonali.

Nonostante da entrambe le parti del tunnel non vi sia alcuna pista ciclabile, il suo attraversamento in bici è stato sempre vissuto come un grave problema dai ciclisti romani per cui dal 2014 alcuni attivisti hanno periodicamente disegnato una pista ciclabile “clandestina” sulla carreggiata, pista ciclabile sistematicamente cancellata dagli addetti del Comune con una solerzia mai vista in altri ambiti.

 

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La ciclabile “clandestina” di S. Bibiana

 

Non c’è da stupirsi quindi se quando uno degli attivisti è divenuto delegato alla ciclabilità del Comune di Roma, ha messo la realizzazione di una pista ciclabile regolare nel tunnel di S. Bibiana in cima alla lista delle cose da fare.

Per chi volesse sapere che fine ha fatto il delegato alla ciclabilità può dare un’occhiata ai numerosi pezzi che abbiamo dedicato a quella poco qualificante (soprattutto per l’assessore Meleo e per il Sindaco Raggi) storia.

Fatto sta che anche una volta andato via il delegato, il progetto è rimasto una priorità del Comune e questo anche se, come detto, questo brevissimo tratto di pista ciclabile (circa 100 metri) non è collegato a nessuna altra pista ciclabile. Detta in altre parole, sarebbe un’assurdità in qualsiasi altra parte del mondo.

 

Sia come sia, l’ormai famosa pista ciclabile di S. Bibiana è stata appena completata e noi ci siamo precipitati a vedere il risultato. Ecco il capolavoro:

 

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All’inizio non volevamo credere ai nostri occhi ma poi ci siamo dovuti arrendere alla realtà: quella che l’assessore ha sbandierato ai quattro venti come la svolta nella mobilità ciclistica di Roma, altro non è che una stretta corsia ciclabile delimitata da segnaletica orizzontale su una lato della carreggiata, mentre per l’altro senso di marcia si è scelto di requisire uno dei pur stretti marciapiedi ai pedoni riservandolo interamente alla ciclabile. Nella foto si nota infatti sul lato destro del tunnel la nuova segnaletica orizzontale ed il segnale di divieto di transito per i pedoni.

Su una strada che a occhio e croce destina l’80% dello spazio ai veicoli si è scelto quindi di eliminare il 50% del già risicato spazio che era per i pedoni riservandolo alle biciclette.

Peraltro una scelta del genere a Roma sarà dura da far rispettare, e difatti non abbiamo dovuto aspettare molto per vedere alcuni pedoni che se ne sono infischiati della segnaletica ed hanno utilizzato la ciclabile sul marciapiede (vedere foto seguente).

 

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A nostro modesto avviso la modalità scelta per questa mini ciclabile grida vendetta ma soprattutto denota ancora una volta una scarsissima considerazione per le componenti “dolci” della mobilità cittadina. Chiaramente in questo caso si è voluto minimizzare il sacrificio per gli autoveicoli, che mantengono uno spazio spropositato e, mancando l’apposita segnaletica orizzontale che distingua le corsie, molto male utilizzato  (tutti vanno dove gli capita, in perfetto stile romano). Nel contempo si è deciso di restringere il già ridicolo spazio per i pedoni (costretti in fila indiana su ciascun marciapiede) dirottandoli tutti sull’unico marciapiede rimasto.

Qualcuno ha scritto che il codice della strada e altre norme hanno costretto i progettisti a scegliere questa sistemazione, ma noi ci permettiamo di dubitare, stante che in altre città italiane si vedono ciclabili a doppio senso di marcia anche su strade dove i veicoli sono a senso unico.

Se consideriamo tutto il tempo e gli sforzi che sono occorsi per realizzare una tale schifezza viene da abbandonarsi allo sconforto.
La cosa che però troviamo più inaccettabile di tutte è il fatto che questo è stato deciso nelle segrete stanze dell’assessorato, senza informare nessuno di quello a cui si stava lavorando né rendere conto ai cittadini delle possibili opzioni in campo.

 

Purtroppo questo aborto di ciclabile è solo l’ennesima conferma che quando il Sindaco o l’assessore parlano dell’importanza della ciclabilità a Roma stanno semplicemente prendendo in giro i cittadini, non avendo loro neanche una pallida idea di cosa voglia dire adottare la bicicletta come mezzo di trasporto primario. Con l’aggravante che invece di prendere atto della loro profonda ignoranza e trovarsi qualcuno che curi adeguatamente la materia, come avevano cercato di fare in modo pur discutibile col delegato Bellino, in un piccolo delirio d’onnipotenza pensano di poterci pensare loro alla cosa.
E così ci ritroviamo l’assessore Meleo a parlare alla Conferenza Internazionale sul Ciclismo a Mannheim, in Germania, dove avrebbe esposto i piani in tema di ciclabilità a Roma. Nulla di più facile che l’assessore abbia presentato questo capolavoro di ciclabile alla conferenza, senza rendersi conto del livello di ridicolo.

Da ultimo registriamo una cosa curiosa, ossia un atteggiamento estremamente bonario di tutte le associazioni dei ciclisti nei confronti di un’amministrazione che a parole si professa patita della mobilità ciclabile, mentre nei fatti non ha ancora combinato niente, non realizzando nuove piste né provvedendo ad una decente manutenzione di quelle esistenti.
Cosa serve ancora ai ciclisti romani per finirla con tanta accondiscendenza e cominciare a pretendere di essere presi sul serio?

 

P.s.: che questa ciclabile sia una vera schifezza deve averlo capito anche l’assessore Meleo, tant’è che non ha postato alcun mirabolante annuncio sulla sua pagina facebook al riguardo, almeno finora.

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