Riprendere il controllo sui tavolini riguarda anche le tipologie di arredo

Mentre l'assessore al commercio cerca di limitare l'atavico abusivismo delle OSP, perché l'assessore alla Cultura e la Sovrintendenza non mettono mano agli arredi consentiti?

L’assessore al commercio Monica Lucarelli ha annunciato un piano per provare a riprendere il controllo delle OSP allestite a migliaia grazie alla normativa emergenziale COVID19.

 

Dal Corriere della Sera – Roma

 

 

Abbiamo già fatto presente le nostre perplessità sull’efficacia dell’azione proposta dall’assessore, considerati i bizantinismi del processo sanzionatorio previsto dalla normativa OSP vigente, e cercheremo di seguire i progressi dell’iniziativa.

 

Un aspetto però chiaramente trascurato della questione riguarda la tipologia degli arredi utilizzati dai locali. Se infatti in passato esisteva un “catalogo degli arredi” predisposto dall’amministrazione capitolina e a cui gli esercenti dovevano conformarsi, detto catalogo è stato sospeso dallo scomposto intervento della passata amministrazione, consentendo a chiunque di mettere in strada quello che voleva.

Il risultato è stato un’accozzaglia variegata delle più disparate tipologie di arredo, con diversi casi che hanno mostrato vette difficilmente tollerabili, soprattutto se inseriti in un contesto tutelato come il centro storico di Roma, patrimonio UNESCO.

 

Abbiamo visto composizioni di ombrelloni diversi, pallet, botti colorate e grossi Buddha in plastica davanti alla chiesa di S. Andrea della Valle …

 

 

 

… una schierata di divanetti viola e rosa shocking davanti alla statua del povero Giordano Bruno

 

 

 

… e infine la varietà di arredi quanto mai spregiudicati di un locale in Prati, l’ultimo dei quali prevede anche lo schieramento di un piccolo esercito di soldatini di piombo giganti

 

 

 

Senz’altro qualcuno apprezzerà la fantasia di certi esercenti, ma in un contesto come il centro di Roma l’estro dei singoli va contenuto per non compromettere il godimento di luoghi che hanno meritato una tutela complessiva da parte dell’UNESCO.

Il modo per evitare che ognuno scelga quello che vuole è proprio il “catalogo degli arredi” e sarebbe il caso che chi ha la competenza per giudicare cosa e ammissibile e cosa no nel centro storico di Roma si dia da fare per predisporre un nuovo catalogo, superando i problemi che il vecchio pur aveva, da rendere vigente al più presto.

Se infatti è probabile che le cosiddette “OSP emergenziali” verranno prorogate ben oltre l’attuale scadenza dell’emergenza al 31 marzo, il minimo che si possa fare è cercare di contenere gli eccessi di certi esercenti che evidentemente non si rendono conto del contesto in cui operano.

 

In materia di OSP tutti i fari sono puntati sull’assessore al commercio, ma in realtà un ruolo tutt’altro che trascurabile lo ha anche l’assessore alla cultura, Miguel Gotor, in quanto è al suo ufficio che la Sovrintendenza fa capo.

Sarebbe quindi il caso che l’assessore Gotor dia mandato alla Sovrintendenza di mettere velocemente mano ad un nuovo “catalogo degli arredi” per ridurre certi “abusi visivi” parallelamente al tentativo dell’assessore Lucarelli di ridurre il resto degli abusi dei dehor.

 

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