Elezioni 2021 a Roma: il ruolo decisivo della stampa

Cogliamo l'occasione della segnalazione di Caudo di una scorrettezza nei suoi confronti da parte de Il Messaggero per ricordare l'importanza della stampa per un corretto dibattito pubblico

Molte volte abbiamo scritto come una delle cause della disastrosa situazione romana sia una stampa locale che non fa un buon lavoro d’informazione.

Caratteristica comune a tutte le maggiori testate locali è la cosiddetta “memoria del pesce rosso“, ossia la tendenza a trattare le questioni ogni volta come se si presentassero per la prima volta, senza provare a fare collegamenti con avvenimenti collegati precedenti.

Vi sono poi le dinamiche delle redazioni, quelle per cui molto spesso non è l’attualità a dettare le notizie ma le redazioni stesse a fare l’agenda cittadina, riuscendo a volte ad influenzare l’opinione pubblica in maniera tale da cambiare il corso degli eventi.

Un esempio eclatante di questo potere della stampa è stato il battage mediatico a cui è stato sottoposto il sindaco Marino: una serie di attacchi ripetuti che hanno contribuito in maniera determinante a screditare il sindaco in carica, contribuendo alla sua cacciata. Oggi sappiamo quanto quel battage fosse fondato sul nulla, come la scorsa settimana ha dimostrato ancora una volta il servizio di Report, ma ciò dimostra solo quanto sia fondamentale, per un corretto gioco democratico, una stampa che informa in maniera puntuale, corretta e senza retropensieri o secondi fini.

 

Parliamo oggi di nuovo di questo tema riprendendo un post di Giovanni Caudo, presidente del Municipio III e candidato alle primarie del centrosinistra, in cui si segnala una distorsione informativa che vedrebbe protagonista Il Messaggero.

In estrema sintesi, il 10 ottobre scorso Il Messaggero ha pubblicato un editoriale in cui si davano giudizi non lusinghieri del candidato sindaco Giovanni Caudo. Trovando quest’ultimo tali giudizi infondati quando non al limite della diffamazione, pochi giorni dopo manda una lettera con alcune precisazioni rendendosi anche disponibile per un’intervista o un colloquio.

Ebbene sono passati 50 giorni e né Il Messaggero ha dato modo al presidente Caudo di replicare né gli ha comunicato alcunché.

 

Chiaramente non vi è alcun obbligo per un giornale di pubblicare rettifiche o smentite, a meno che la cosa non sia stabilita da un giudice. Ma senza dubbio il genere di notizie e allusioni date nell’articolo avrebbe meritato il punto di vista dell’interessato, soprattutto per dar modo ai lettori farsi una corretta opinione. Per capire il livello di attacco dell’editoriale riportiamo alcuni estratti:

 

Giovanni Caudo “… tanto per dire, è tuttora legatissimo a quel sistema di lottizzazione della politica che per decenni ha sottratto linfa vitale alla Capitale …

“… molto chiacchierato per le vicende urbanistiche della Bufalotta

si è occupato “… dello stadio di Tor di Valle pur essendo legato al costruttore Parnasi, …

… di essere tuttora sotto inchiesta per i lavori di ristrutturazione delle cosiddette Torri dell’Eur”.

 

Questo un estratto dal post del presidente Caudo che sottoscriviamo convintamente:

Resta però un macigno enorme se nella Capitale d’Italia il principale giornale della città decide di non dare spazio e voce alla persona presa di mira. Roma è a un passaggio importante della sua storia e avrebbe bisogno di un momento di confronto all’altezza, i giornali e soprattutto i giornalisti hanno un compito essenziale, delicatissimo, per costruire le condizioni essenziali affinché il dibattito e il confronto democratico si possano dispiegare consentendo ai cittadini di costruirsi un’opinione. Proprio in questi giorni abbiamo visto il ruolo nefasto che i giornali hanno avuto a proposito della vicende delle multe della Panda Rossa durante la sindacatura di Ignazio Marino, che infatti ha ricordato in un suo post come a Roma certi giornali non facciano il bene della città.
Il rilancio della Capitale passa per tanti fattori ma di certo passa per un dibattito pubblico aperto, di merito, democratico e trasparente e questo dovrebbe essere il primo compito dei giornali e dei giornalisti che amano Roma.

 

Riscriviamo l’ultimo capoverso sottolineandolo ed evidenziandolo:

Il rilancio della Capitale passa per tanti fattori ma di certo passa per un dibattito pubblico aperto, di merito, democratico e trasparente e questo dovrebbe essere il primo compito dei giornali e dei giornalisti che amano Roma.

 

Non è nostro intento il prendere posizione a favore di Giovanni Caudo. Abbiamo già scritto come al momento, stando alle occasioni di dibattito viste finora, il presidente Caudo appaia come un candidato di sicuro spessore e interesse. Nel contempo abbiamo auspicato che altri candidati di altrettando o anche maggiore spessore emergano a Roma, così da consentire ai cittadini una scelta tra persone di qualità. Aspettiamo che Carlo Calenda dia segnali di sé con qualcosa di più ampio delle analisi specifiche sui singoli municipi e ci auguriamo che il centrodestra possa indicare una persona di grande qualità.

 

È invece nostro grande interesse contribuire, per quanto nel piccolissimo della nostra tribuna, ad un dibattito pubblico aperto, di merito e trasparente, affinché i cittadini abbiamo tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni informate. E quando vediamo che le grandi testate prendono delle cantonate, per non dire che giocano sporco, pensiamo sia giusto segnalarlo, perché così facendo rendono un pessimo servizio ai loro lettori e fanno male a Roma.

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