Evitare lo scontrino fiscale cartaceo può essere molto importante per l’ambiente

In Francia dal 1° gennaio è obbligatorio chiedere al cliente se lo vuole. Salvi 25 milioni di alberi e 18 miliardi di litri d'acqua. Il problema del bisfenolo

Proseguiamo a parlare di interessanti iniziative a tutela dell’ambiente che si stanno adottando in altri paesi del mondo e che l’Italia colpevolmente trascura. Dopo aver raccontato del metodo usato in Belgio per recuperare il vetro e la plastica nei bar, oggi è la volta della Francia che ha adottato una politica sugli scontrini fiscali davvero giusta.

Dal primo gennaio di quest’anno, infatti, chi opera alla cassa di qualsiasi attività commerciale (dai supermercati, ai negozi), dovrà chiedere al cliente se desidera la stampa dello scontrino o meno. “Vous voulez le ticket?” è diventata la frase che si sente ripetere automaticamente dopo ogni acquisto, se si è pagato in contanti ma soprattutto se si è pagato con moneta elettronica dove addirittura gli scontrini sono due: quello fiscale e la ricevuta bancaria.

Anche in questo caso, come in quello del vetro, sembra trattarsi di piccole cose e invece l’impatto favorevole sull’ambiente è immenso, assai maggiore della solita auto elettrica (ribadiamo di non essere pregiudizialmente contrari alle vetture a batteria ma non può essere solo quello lo sforzo da compiere in un Paese come l’Italia. L’elettrificazione del trasporto è una delle componenti della transizione ecologica ma non l’unica. Ve ne sono infatti molte altre a costo zero per i cittadini che possono apportare incredibili risparmi in termini di inquinanti).

La stampa di miliardi di scontrini ogni giorno è devastante in termini ambientali. La Francia non li ha vietati ma ha solo imposto l’obbligo di chiedere al consumatore se lo vuole comunque o ne può fare a meno. Facciamoci caso: nel 90% delle volte lo scontrino lo gettiamo via pochi secondi dopo e spesso neanche lo guardiamo. Eppure quel gesto all’apparenza insignificante è estremamente dannoso per la natura.

La carta con la quale si stampano le ricevute è per lo più “chimica”, detta anche “termica”, i cui componenti reagiscono al calore. Quindi non può essere smaltita come la normale cellulosa che è alla base della carta comune. Gli scontrini vanno quasi sempre gettati nell’indifferenziato. Poiché nella grande maggioranza di carte termiche è presente il Bisfenolo A (Bpa),il  ticket non è affatto innocuo ma tossico. E’ considerato uno dei più rischiosi interferenti endocrini, vale a dire una sostanza in grado di danneggiare la salute alterando lo sviluppo nell’utero o nell’infanzia (a questo è associato l’aumento di obesità e di tumore mammario)¹

C’è poi un aspetto puramente ambientale. Secondo il ministero del Commercio francese, in quel paese ogni anno, vengono stampati 12,5 miliardi di scontrini il che rappresenta 150 mila tonnellate di carta, 25 milioni di alberi abbattuti e 18 miliardi di litri di acqua consumati. Sono cifre spaventose se si considera che la gran parte delle volte la ricevuta finisce nel cestino senza neanche essere guardata.

La California ha già sperimentato nel 2022 l’eliminazione degli scontrini con una campagna chiamata “Skip the slip” (evita lo scontrino). Il gradimento da parte della cittadinanza è stato molto elevato tanto che la stessa politica viene ora seguita da altri stati americani. La sola California sacrifica 10 milioni di alberi ogni anno, 79 miliardi di litri d’acqua e produce 300 mila tonnellate di spazzatura per gli scontrini. Riducendone la stampa si possono risparmiare 5,5 milioni di diossido di carbonio riversati nell’ambiente. Secondo alcuni studi si tratta dell’equivalente di inquinanti prodotti in un anno da 425 mila autoveicoli².

E l’Italia? Da noi il problema non se lo pone nessuno, tanto che il Governo attuale e quelli precedenti hanno lanciato improvvide lotterie degli scontrini pur di aumentarne la stampa. In realtà, nella grande distribuzione, nel caso di pagamento con Pos e in tutti i circuiti commerciali di elevate dimensioni l’evasione fiscale è pari a zero e almeno in queste strutture si potrebbe evitare la ricevuta. Solo la Coop sta provando a seguire la strada francese tanto che nei 350 negozi gestiti da Alleanza si è passati allo scontrino digitale da poche settimane. Nel 2023, la Cooperativa Alleanza aveva stampato 100 milioni di ricevute. Mettendoli in fila si potrebbero raggiungere i 40mila km, cioè la circonferenza della Terra.
Per quanto riguarda gli scontrini di prodotti che offrono una garanzia (per esempio gli elettrodomestici) la Coop Alleanza li invia sull’app o per email.

Anche la catena di supermercati Lidl in Svizzera sta facendo la stessa cosa e ha calcolato un risparmio di 96mila rotoli l’anno, con un vantaggio anche economico per l’azienda.

Roma purtroppo è assente. Non abbiamo trovato alcuna iniziativa anche minore che sia stata avviata nella nostra città ma c’è da sperare che nel corso del 2024 qualcuno si attivi e inizi a chiedere alla cassa: “Le serve lo scontrino o evitiamo di stamparlo?”

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¹Fonte Istituto Superiore di Sanità – La salute dall’A alla Z  
² Fonte California Legislative Information – Proposta di legge a firma del Senatore Ting

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2 risposte

  1. Ma che c’entra il commento sull’auto elettrica? Andando in giro per la città respirate forse scontrini o fumi di scarico delle auto?

    1. Il senso sembrava chiaro ma giova ripeterlo. L’impressione che si ha seguendo i media e la politica è che passando da un sistema di trasporti a carburanti fossili ad uno elettrico ogni problema ecologico sia risolto. Si parla ossessivamente solo di quello, si impongono obblighi e scadenze solo per quello e parzialmente per le abitazioni. A nostro avviso, invece, vi sono altre mille cose che si possono fare per ridurre l’immissione di Co2 nell’ambiente e sono tutte a costo zero per i cittadini: abbiamo parlato del recupero del vetro, della plastica o ora degli scontrini. E molte altre ne citeremo in futuro.
      Questo non significa che l’auto elettrica sia inutile (non l’abbiamo scritto Mario, legga bene) ma che non può essere l’unico obiettivo da raggiungere. E’ uno degli aspetti che compongono la transizione ecologica.
      Il suo commento sul respirare gli scontrini è alquanto superficiale perché un ambiente sano per tutti parte dalla riduzione di tutte le sostanze inquinanti e non solo dal monossido di carbonio e dalle polveri sottili prodotti dalle auto (potremmo aprire un dibattito sulla fonte dell’energia elettrica necessaria alla carica della auto ma non è questa la sede).

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