Un anno fa 007 ripuliva lo scalo De Pinedo. Oggi di nuovo degrado

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Possiamo dirlo ufficialmente: il progetto di valorizzazione del territorio attraverso il cinema, quell’occasione unica di rilancio dell’immagine turistica di Roma attraverso il film “007 -Spectre”, è miseramente fallito.

Dopo il sopralluogo a Ponte Sisto, (location principale del film) ne abbiamo l’ennesima – e definitiva conferma. Lo dimostra un eloquente confronto fotografico.

Sotto la scena girata esattamente un anno fa – dal 3 al 5 marzo – allo Scalo De Pinedo.

Scalo del Pinedo riprese

 

Ecco le condizioni della gradinata centrale, quest’oggi. Nuovamente imbrattata dai graffitari che imperversano su Roma.

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La produzione di “Spectre” ha investito 15 milioni di euro nella capitale, tra permessi e occupazioni di suolo pubblico, risarcimenti per il disagio creato a commercianti e residenti delle zone interessate dal set, indennizzi e straordinari dei vigili e mobilitazione della Protezione civile. Ma soprattutto, 600 mila euro del budget sono andati a finanziare la pulizia delle location ridotte in modo indecoroso.

Considerato che, a differenza di quanto riportato sui giornali, le pulizie di Ponte Sisto non sono mai avvenute e il regista di “Spectre” ha deciso di far apparire come “spettrale” e periferica (con quelle scritte sui muri…) la zona più esclusiva del centro storico (a due passi da Trastevere e Piazza Navona) e che le restanti aree coinvolte nella scena dell’inseguimento notturno rimangono sullo sfondo e fuori fuoco, non rimane che Scalo De Pinedo come luogo in cui si sono concentrati gli interventi di pulizia sostenuti dalla produzione di “Spectre”. Un anno fa documentammo su Bastacartelloni le pulizie delle rampe. Concludendo l’articolo con un’amara profezia:

“E comunque grazie alla produzione di 007 avremo di nuovo una pezzo di lungotevere pulito da graffiti e restituito alla città. Siamo stupefatti che non l’abbiano fatto prima quelle Istituzioni che saranno chiamate a vigilare sul decoro degli spazi ripuliti. E’ stato già umiliante affidarsi alla troupe di un film di spionaggio per ripulire la città. Speriamo che le autorità preposte siano almeno capaci di mantenerla in condizioni decenti.”

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Le pulizie a carico della produzione di “Spectre” nel febbraio 2015

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UN ANNO DOPO…POSSIAMO TESTIMONIARE L’INETTITUDINE E L’INCAPACITA’ DELLE AUTORITA’ COMPETENTI. 

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I  WRITERS VANDALICI, VERI PADRONI DI ROMA, HANNO SFREGIATO LE BANCHINE RIPULITE DALLA SONY PICTURES.

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E sono ritornate le macchine parcheggiate alla rinfusa. Lo Scalo De Pinedo è ritornato un posto inguardabile e infrequentabile. Oltreché improponibile a qualsiasi tour operator che vende pacchetti di viaggio a tema cineturistico (guardate le modalità di presentazione dei luoghi di 007 a Siena). Evidentemente la presenza congiunta del distaccamento fluviale dei vigili del fuoco e dell’associazione Marevivo, non ha funzionato da deterrente alle scorrerie dei writers.

 

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Non ci resta che segnalare nuovamente lo stato di degrado delle banchine e dei muraglioni alle autorità competenti, di nuovo, come già facemmo più di un anno fa. Con la speranza che ci ascoltino – ma non hanno mai risposto alle nostre segnalazioni, e non sono mai intervenuti, neanche per cancellare i graffiti da Ponte Sisto (e rimuovere i cumuli di rifiuti e detriti sui pilastri).

Un’ultima chiosa. Sulla Repubblica di ieri, è apparso un articolo che ricorda la proclamazione di Roma città creativa del cinema da parte dell’Unesco, “lo sforzo enorme della Regione Lazio”: 40 milioni di euro di fondi a sostegno dell’industria dell’audiovisivo. Ma è del tutto carente l’impegno, a dir poco deficitario, nella riqualificazione dell’immagine del territorio di sua competenza (gli argini del Tevere, per esempio).

Secondo l’editorialista di Repubblica, il conferimento del titolo di città creativa per il cinema è l’omaggio dell’Unesco al fascino e alla professionalità di una città ineguagliabile. Un fascino offuscato, deturpato, consumato dalla sciatteria della classe politica locale che ignora e tollera il degrado urbano, trascurando le più affermate politiche di destination placement e promozione del territorio attraverso il cinema, attuate ovunque, tranne che da noi.

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