TIBERIS: il costo, il futuro della “spiaggia” o del Parco

Riceviamo e rilanciamo il seguente comunicato emesso dall’Associazione Amici del Tevere e dal Consorzio Tiberina.

 

Sono giunti da Roma Capitale una parte dei costi richiesti degli interventi per “TIBERIS”, la così detta spiaggia sul Tevere: cfr richiesta inviata (All. 0) e risposte ricevute in due tempi (All. 1 e All. 2).
Il totale sostenuto dall’Amministrazione Capitolina, ivi compresi i costi interni, è ragionevolmente sottostimabile in € 240.000,00 (oltre al personale, alcuni materiali non sono stati contabilizzati a costo nelle citate risposte in quanto evidentemente patrimonializzati in conto capitale, ma sono soggetti a usura e andranno anche smontati, portati a deposito, custoditi, per un eventuale futuro riuso: in prospettiva rivedremo medesimi ombrelloni, sdraio, pedane flottanti, etc etc).
Riferendosi a circa 75 giorni di apertura da Agosto a Ottobre (mese annunciato in cui avverrà la chiusura) e a 20 ombrelloni con doppio lettino, si ha un totale di 1.500 ombrelloni-giorno utili potenziali nel 2018, ma ovviamente non tutti di effettivo utilizzo. Supponiamo molto ottimisticamente, dalle notizie on-line e considerando anche l’apertura autunnale, il 40% di coefficiente di utilizzazione.
Non sappiamo quanto costi un ombrellone (con i due lettini) in una piscina senza piscina o in uno stabilimento balneare senza mare: nel caso di Tiberis si avrebbe un costo giornaliero risultante di € 400,00 circa ad ombrellone al giorno, per quanto sopra, per l’utilizzo da parte della coppia di cittadini-utenti sdraiati [€ 240.000 / (1.500 * 40%)].

 

Si trattasse di valorizzare ottimisticamente – causa l’atipicità della mancanza di mare/piscina – a 2/3 di quanto pagato negli stabilimenti commerciali, si può assumere il valore di € 16,00 (cfr, per spiaggia attrezzata e mare presente, https://www.money.it/Ombrellone-lettino-spiaggia-aumento-prezzi-2018). Al che occorrerebbero altri 24 anni – 25 totali – senza alcun ulteriore costo (né di mantenimento né di riapertura a inizio stagione) per arrivare – esclusi oneri finanziari, essendo stata già anticipata la somma – all’equivalente commerciale ammortizzato; qualche anno in meno ipotizzando un’apertura per esempio per 100 giorni l’anno, ma ovviamente – lì dove continuasse la gestione comunale – con nuovi costi.

 

E’ stato opportuno aprire TIBERIS in questi termini? Non è la sede per rispondere. Se da un lato è stata “ripulita” l’area anche a fini – come letto dalla prima risposta, in All. 1 – della realizzazione di un “parco d’affaccio” (i cui lavori dovrebbero quindi iniziare a breve, ricalcando l’esperienza di alcuni anni fa del Parco Tevere alla Magliana di cui a http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/verde/giardini-ville-e-parchi-urbani/parco-tevere-magliana.html), non è dato sapere se siano avviate azioni di richiesta di risarcimento, essendo state probabilmente individuate le persone responsabili del precedente degrado (leggasi occupazione abusiva, scarico di rifiuti, etc) ed azioni penali (ivi comprese quelle per reati ambientali). Fossero state avviate per tempo azioni amministrative atte a ottenere l’accertamento della situazione preesistente e il ristoro dei danni subiti dal patrimonio pubblico, il recupero dell’area – almeno in linea di principio – sarebbe dovuto essere a carico dei responsabili (si è letto ripetutamente di un tale soprannominato “Zorro”), non necessariamente nullatenenti, e comunque forse in grado di “ripulire” quanto deturpato.

 

Se sarà realizzato il “parco d’affaccio”, TIBERIS continuerà a vivere come “spiaggia”? Se così non fosse, il costo di cui sopra dovrebbe essere associato ad una brevissima stagione di vita. Qualche responsabile capitolino ha anche citato possibili piscine fisse da costruirsi (non realizzate per tempo entro Agosto 2018), per cui va certamente sciolto il nodo della destinazione rispetto ad un vero e proprio Parco.

Occupandoci di Tevere, segnaliamo di nuovo un paio di interviste del presidente Amendola già diffuse (http://www.europeanaffairs.it/roma/2018/07/29/roma-il-fiume-tevere-una-risorsa-da-tutelare-e-proteggere-questa-la-missione-di-amici-del-tevere/ e https://www.nytimes.com/2018/08/29/world/europe/rome-tiberis-beach.html), oltre all’interessante https://www.iodonna.it/lifestyle/viaggi/2018/08/04/spiagge-metropolitane-sognando-il-mare-citta/?intcmp=iod_hpcor_articolo. Si può aggiungere a posteriori che nessun architetto, paesaggista, urbanista risulta si sia espresso a favore di TIBERIS. Fra gli intervistati soddisfatti di cui ai video reperibili in rete nessuno rileva la presenza del Tevere: se doveva essere un’operazione atta a dimostrare un positivo “modus operandi” sul Tevere attraverso la mano pubblica, non lo è stata; un siffatto spiazzo poteva per certi versi essere ovunque. Mentre non è ancora chiaro di quali forze disponga l’Ufficio Speciale Tevere di Roma Capitale – se esistono un organico, una sede, dei recapiti e quant’altro contraddistingue un Ufficio –, salvo rivelarsi un collo di bottiglia, auspichiamo una crescente concertazione fra il “pubblico” e il “privato”, come avviato in https://www.comune.roma.it/web/it/municipio-i-progetti.page?contentId=PRG134159.

 

Ai seguenti link le risposte dell’amm.ne all’accesso agli atti: allegato 1, allegato2.

 

 

Un costo di circa 400 euro al giorno per ogni ombrellone? 25 anni di ammortamento dell’investimento?

Un po’ caruccia questa spiaggetta eh?

A nostro avviso l’aspetto più preoccupante di questa storia è che si sia andati avanti a spendere tanti soldi dei contribuenti senza un progetto complessivo in mente, la qual cosa è normalmente garanzia di averli tutti buttati dalla finestra quei soldi. Senza infatti un piano chiaro di come quell’area dovrà essere utilizzata nel prossimo futuro ed a medio lungo termine, ogni euro che vi si è speso e vi si spenderà potrà rivelarsi sprecato.

Probabilmente è per questo che, come dice il comunicato, “… nessun architetto, paesaggista, urbanista risulta si sia espresso a favore di TIBERIS.”. Quelle figure discutono idee e progetti, mentre TIBERIS è un mezzo nulla calato in un nulla ancora più grande.

Un nulla che però è già costato alcune centinaia di migliaia di euro.

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