Brivido dopo l’assoluzione della Raggi: partite le purghe 5stelle contro i giornali

 

I nostri lettori sanno bene quanto abbiamo criticato la stampa e quanto – a nostro avviso – essa sia corresponsabile dello sfascio cittadino. Dunque non ci si può accusare di essere a favore dei giornalisti né, almeno per chi scrive, di essere un membro della casta, nonostante sia iscritto all’ordine da oltre 20 anni.

Ma l’attacco disgustoso lanciato ieri dai vertici del Movimento 5 Stelle nei confronti dell’informazione ci fa schierare come un sol uomo dalla parte della stampa, dei giornali, dei siti web, dei blog e di tutti coloro che ogni giorno raccontano il disastro di Roma. L’assoluzione di Virginia Raggi ha fatto perdere la testa alla stessa Sindaca, a Di Maio a Di Battista e a moltissimi militanti privi di capacità di pensiero che si sono affrettati a accusare i giornali di essere stati i responsabili del processo subìto dalla Sindaca. Un teorema assurdo, insensato che non ha nulla di logico e che ricorda gli scritti di Erasmo da Rotterdam dove al giullare era consentito dire ogni cosa per difendere il proprio re. L’elogio della follia, appunto, è quanto è avvenuto ieri con i tweet di Di Maio e di Battista.

Il vice premier arriva ad additare i giornalisti come “infimi sciacalli”

Alessandro Di Battista, che avrebbe dovuto farci la grazia di trascorrere dalla parte opposta del pianeta molto tempo, li definisce “puttane pennivendoli”.

La ministra Trenta parla di “un processo mediatico” (!!); Giulia Grillo di “falsità dei media”, Alberto Bonisoli di “fango mediatico” e sul web si legge ogni cosa fino ad arrivare a minacce di morte nei confronti di chi ha solo raccontato il processo, ha solo svolto il proprio lavoro. Perché – che sia chiaro a tutti – i processi li fanno i magistrati e in questo caso due pubblici ministeri avevano ravvisato anomalie nella nomina di uno stretto collaboratore della Sindaca. Tutto qui. Dove sta la responsabilità dei giornali? Forse al Movimento dà noia che le pagine di cronaca siano piene di fotografie dell’orrore nel quale è ridotta Roma. Forse li infastidisce leggere editoriali nei quali si chiede conto al Campidoglio del proprio operato.

Neanche i leader più discussi della prima repubblica se la prendevano con la stampa per i loro guai giudiziari. Se il teorema grillino fosse stato valido, Andreotti dopo l’assoluzione dal maxi processo si sarebbe dovuto scagliare contro tutti i giornali italiani. Nicola Mancino, sotto processo per la presunta trattativa Stato-mafia, una volta assolto ha pianto, non ha gridato morte ai giornali.  Ed Enzo Tortora, lui sì sbattuto come mostro in prima pagina, ha condotto la sua lotta nei tribunali non contro le redazioni.

Virginia Raggi si dice soddisfatta perché ora può camminare a #testa alta (è stato l’hashtag del giorno) dopo essere stata “mediaticamente e politicamente colpita con una violenza inaudita e una ferocia ingiustificata“. Davvero le critiche che si leggono ogni giorno su tutti i giornali sono così ingiustificate? Salvatore Romeo che le intesta alcune polizze vita non ha nulla di sospetto oppure un giornalista che scopre una stranezza del genere ha il dovere di pubblicarla? Raffaele Marra arrestato per corruzione, braccio destro della Sindaca e l’avvocato Lanzalone che – dopo aver seguito la vicenda stadio della Roma – è finito in carcere, è solo fango mediatico?

Si ha l’impressione che il Movimento 5Stelle voglia mettere la mordacchia a tutti i giornalisti e accostarsi solo a quelli senza schiena dritta. In nessun paese al mondo i leader di governo non si confrontano con gli altri partiti nei dibattiti televisivi. Ai pentastellati è concesso! In nessun paese democratico al mondo il leader del primo partito si augura che un giornale muoia (Di Maio il 7 ottobre ha dichiarato che il gruppo Espresso è ormai morto). In nessun paese democratico al mondo il portavoce del presidente del Consiglio si rivolge a un collega dandogli del disoccupato perché tanto la sua testata sta per chiudere (Casalino a Salvatore Merlo del Foglio: “Ora che il Foglio chiude che fai? Mi dici a che serve il Foglio? Perché esiste?). E gli esempi potrebbero continuare ma vengono i brividi a ricordare queste minacce di stampo fascista che i 5stelle lanciano ogni giorno.

La Raggi dovrebbe capire che potrà camminare a testa alta solo quando comincerà a fare davvero qualcosa per Roma. Il Campidoglio grillino, in oltre due anni, non è riuscito a bandire neanche una gara:

la manutenzione del verde pubblico,
la rimozione delle auto,
la manutenzione delle strade di grande viabilità,
ha prorogato l’incarico al Consorzio Roma Tpl perché non ha predisposto la gara per tempo,
ha bloccato la gara per la Multiservizi,
non ha bandito il servizio di pulizia delle strade dopo gli incidenti stradali,
ha mandato deserta la gara per l’acquisto di nuovi bus.

Il suo Campidoglio ha prorogato ad Atac illegittimamente il contratto fino al 2021, ha cristallizzato il disastro del commercio ambulante regalando la città ai bancarellari; ha distrutto per i prossimi 10 anni la festa di piazza Navona appaltandola ai Tredicine; ha bloccato la riforma dei cartelloni pubblicitari; non ha mosso un dito per il decoro di Roma.

E la stampa dovrebbe stare zitta e buona? Ora che è stata assolta deve lisciarle il pelo e non criticarla più per essere alla guida della peggior giunta del dopoguerra?

A testa alta si cammina solo se si lavora bene non se si viene assolti da un’accusa che si è rivelata infondata. I giornali si querelano se scrivono falsità ma si rispettano se esercitano il diritto di critica. La Sindaca si renda conto che ieri è stata assolta dalla giustizia ma è tornata sotto il tribunale dei cittadini. Che a fine mandato non la assolveranno se non cambia passo in gran fretta.

 

 

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2 risposte

  1. Invece di fare manifestazioni inutili, come quella del 13, i giornalisti che volessero dimostrare di non essere “prostitute e sciacalli” SI RIFIUTINO da oggi in poi di fare interviste senza contraddittorio ai 5s.
    Li intervistino solo mettendoloi a confronto con un altr o politico.

  2. E già, sarebbe proprio il caso che i giornalisti, tutti, cominciassero a trattare I grillini come politici normali, invece che mantenerli nella bambagia schermandoli da qualsiasi contraddittorio.

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