Sicurezza stradale? Solo chiacchiere, lo dicono i numeri!

A fine febbraio c’è stata una seduta dell’Assemblea Capitolina in cui è stato approvato un provvedimento relativo alla Consulta Cittadina per la Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibilità.

Ne abbiamo avuto notizia dai post su Facebook scritti dal presidente Stefàno e dall’assessore Calabrese. Più stringato il primo, che parla di “… importanti modifiche per rilanciare l’attività della Consulta …” senza però descriverle. Più prolisso e rancoroso il secondo, zeppo come al solito di sterili polemiche contro tutto e tutti, colpevoli evidentemente di contrastare lo “… scatto di orgoglio rispetto ad un passato di completa inerzia” che l’attuale amministrazione starebbe realizzando a Roma. Oltre alla litania delle misure che si sarebbero messe in campo o pianificate, l’assessore dà un’indicazione delle modifiche che si intendono apportare alla Consulta, parlando di “… maggiore rappresentanza civica“.

Volendo però conoscere appieno l’intervento approvato dall’Assemblea Capitolina, abbiamo recuperato la realtiva delibera e questo, al netto dei vari “premesso” “considerato” e “visto”, è il suo contenuto:

L’ASSEMBLEA CAPITOLINA
DELIBERA

di modificare e integrare la deliberazione di Assemblea Capitolina n. 8 del 3 marzo 2017, concernente 1’“Istituzione della Consulta Cittadina della Sicurezza Stradale,
Mobilità dolce e Sostenibilità”, come di seguito riportato:

1. la denominazione “Segreteria Tecnica” è sostituita dalla nuova denominazione “Segreteria di Coordinamento”. Le funzioni della suddetta “Segreteria di
Coordinamento”, ricomprendono anche quelle di:
   a. riferimento per la gestione dei rapporti tra la Consulta e i diversi soggetti istituzionali, pubblici e privati che risultino funzionali al perseguimento degli
       obiettivi della Consulta medesima;
   b. promozione delle attività della Consulta nei contesti, formali e informali, dove possano essere recepite sinergie e collaborazioni ai fini della massima efficacia
      delle suddette attività;
2. la denominazione “componenti di diritto” viene sostituita dalla nuova denominazione “componenti in rappresentanza di istituzioni ed enti pubblici”;
3. la denominazione “componenti aggiunti” viene sostituita dalla nuova denominazione “componenti in rappresentanza di Organismi associativi”;
4. all’interno della Commissione di coordinamento, il numero dei membri appartenenti alla società civile sono elevati da n. 2 a n. 4, in modo da rappresentare ulteriori categorie di utenti (pedoni, ciclisti, rappresentanze delle vittime della strada, imprese del settore sicurezza, ecc.). La suddetta variazione riguarda anche gli ulteriori punti relativi alle suddette quote;
5. di sostituire il 18° cpv del dispositivo della deliberazione di Assemblea Capitolina n. 8 del 3 marzo 2018, laddove è previsto che “Gli incarichi di Presidente e Vice
Presidente hanno la durata di tre anni rinnovabili una sola volta”, con: “Gli incarichi di Presidente e Vice Presidente hanno la durata di tre anni rinnovabili una sola volta e sono revocabili dall’Amministrazione Capitolina in caso di comportamento che rechi pregiudizio alle finalità della Consulta o per motivi che rendano incompatibili tali cariche con le linee programmatiche dell’Amministrazione.”

 

Cioè, in pratica, vengono cambiate tre denominazioni interne alla Consulta, vengono aumentati da 2 a 4 i rappresentanti della società civile e si prevede la possibilità di revoca per Presidente e Vice Presidente.

Non ci sembra proprio che queste possano essere definite “… importanti modifiche per rilanciare l’attività della Consulta …”. Ma soprattutto non ci sembra proprio che pochi interventi cosmetici giustifichino il pistolotto dell’assessore. Diremmo anzi che queste superficiali modifiche giustifichino qualsiasi critica di lassismo nei confronti dell’amministrazione.

Diciamo quindi che sulla Consulta per la Sicurezza Stradale stiamo ancora a quanto di desolante scrivemmo nel 2017.

 

 

Ma c’è di più e di peggio che preoccupa rispetto a come l’attuale amministrazione sta affrontando la sicurezza stradale che, lo ricordiamo, prima del COVID19 era l’emergenza numero uno a Roma, con centinaia di morti e migliaia di feriti ogni anno. E una volta che si riuscirà a risolvere o contenere fortemente il COVID19 i morti sulle strade romane torneranno puntualmente.

Non solo infatti si continuano a fare inutili passaggi in Assemblea Capitolina, ma anche dal punto di vista operativo in quasi quattro anni di amministrazione M5S a Roma siamo ancora all’anno zero su quasi tutti i fronti.

 

Cominciamo dall’aspetto più eclatante a Roma: il totale mancato rispetto delle strisce pedonali da parte degli autisti dei veicoli. È dagli inizi delle nostre pubblicazioni che battiamo su questo punto imprescindibile, se si vuole davvero fare passi avanti seri nella sicurezza stradale. Purtroppo però tutte le amministrazioni che si sono succedute non hanno mai voluto affrontare seriamente questo problema.

Anche l’attuale si è posizionata sullo stesso solco, con la sola differenza che a parole riconosce il problema e afferma di averlo affrontato. Nel citato post dell’assessore Calabrese leggiamo infatti: “La polizia locale svolge ogni giorno controlli sugli attraversamenti pedonali per garantire il rispetto delle norme basilari del codice della strada.

Peccato per l’assessore che noi è da quel dì che diffidiamo dei proclami suoi e di tutta l’amministrazione di cui fa parte, per cui da un po’ raccogliamo informazioni dalla Polizia Locale per cogliere eventuali cambi di passo.

Cominciammo nel 2018, verificando il numero di verbali elevati dalla Polizia Locale per violazioni all’art.191 del Codice della Strada (Comportamento dei conducenti nei confronti dei pedoni): nel 2017 furono 1.105  mentre nel 2018 si arrivò a 1.143. Come scrivemmo, fanno circa tre verbali al giorno, un numero che fa sorridere per la situazione romana e dà la dimensione di quanto il problema fosse fondamentalmente ignorato.

 

E il 2019 come sarà andato? Lo abbiamo appena saputo: 1.735 verbali in totale. Sono aumentati, certo, ma non arrivano ancora a 5 al giorno, dimostrando così che sì, ci deve essere stato qualche ordine di servizio richiedente maggiori controlli sugli attraversamenti pedonali, ma non è certo con numeri del genere che si cambiano le cose.

Con un incremento così ridicolo al massimo qualcuno ci si potrà scaricare la coscienza, dicendo di aver fatto qualcosa, ma da qui a rendere finalmente sicuri gli attraversamenti pedonali ci passa un mare.

 

La realtà è che solo mettendo in campo un cambio totale di strategia si può pensare di incidere sull’incancrenita realtà romana. Qualcuno l’ha capito e lo sta mettendo in atto da qualche anno, ma gli interventi che il Municipio VII sta adottando dovrebbero essere estesi a tutta la città; dovrebbe essere l’assessore ai lavori pubblici capitolino a comprendere l’importanza di adattare ogni intervento sulle strade primariamente alle esigenze della sicurezza stradale. Invece tra la Meleo e il sindaco Raggi fanno a gara a mostrare rifacimenti di strade che sembrano circuiti da corsa invece che percorsi cittadini pensati per garantire al massimo l’incolumità di chi li utilizza.

Gli attraversamenti pedonali rialzati continuano ad essere l’eccezione a Roma mentre dovrebbero divenire il modello tipo in tutta la città. Inoltre continua ad esserci l’assurdo blocco a realizzarli sulle strade della viabilità principale, dove invece sarebbero maggiormente necessari; si dice che la normativa non sia chiara al riguardo, ma perché allora a Fiumicino sono riusciti a metterli un po’ dappertutto? Oppure come hanno fatto a Firenze a realizzarne anche sui lungarno? Non sarà che a Roma c’è ancora troppa timidezza nel mettersi contro il partito dell’automobile, anche se ciò significa continuare a sacrificare decine di vite umane ogni anno?

 

A gennaio prendevamo atto che neanche la tragedia delle due ragazze travolte e uccise a Corso Francia era servita a cambiare le cose sulla sicurezza stradale a Roma. Oggi non possiamo che confermarci in quell’idea, trovando sempre più stucchevoli i proclami di un’amministrazione che evidentemente non è in grado di intraprendere la svolta di cui ciancia dai tempi della campagna elettorale del 2016.

 

Negli “11 passi per Roma”, il programma elettorale di Virginia Raggi, la sicurezza stradale era trattata in ben due punti:

 

 

Dopo quasi quattro anni di mandato è chiaro quanto quelle siano state parole al vento. Sarà per questo che quel programma non è più rintracciabile nella pagina web originale (https://www.movimento5stelle.it/virginiaraggisindaco/singola1.html)?

Oggi possiamo continuare a leggerlo solo grazie al salvataggio fatto dagli amici di CarteInRegola.

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