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20 settembre 2014 – Pedone travolto e ucciso da auto a Roma.
21 novembre 2014 – Incidente in via Anagnina: uccide un pedone con l’auto e scappa.
3 febbraio 2015 – Roma, incidenti stradali: due pedoni travolti e uccisi.
5 febbraio 2015 – Primavalle, uomo investito e ucciso mentre attraversava la strada.
18 marzo 2015 – Incidente in via Gregorio VII, furgone travolge e uccide un pedone

STATISTICHE DA BRIVIDO Questi sono alcuni esempi recenti di incidenti stradali che a Roma hanno visto il decesso di pedoni. Le statistiche parlano di circa un pedone morto a settimana sulle strade della capitale, per un totale di 56 decessi nel 2012. Dal 2001 al 2012 sono morti 9.190 pedoni sulle strade italiane, con il Lazio e Roma in particolare a guidare le classifiche.
Si tratta di una vera e propria strage che fa del semplice attraversamento della strada una delle pratiche più pericolose a Roma. Va detto che solo una parte dei decessi sono relativi ad attraversamenti sulle strisce pedonali, segno che spesso le responsabilità dell’incidente non sono da una parte sola.
I motivi del fenomeno risiedono probabilmente nella cronica incapacità del romano medio di seguire le regole della civile convivenza. Laddove nel mondo le comunità hanno concordato le regole per i pedoni e gli automobilisti affinché ognuno sappia come comportarsi nei rapporti reciprochi, a Roma gli individui, siano essi pedoni o automobilisti, hanno mediamente la pretesa di saper loro come meglio gestire la cosa. Per cui il pedone medio romano usa attraversare la strada dove capita, pretendendo di avere una sorta di precedenza a prescindere, che mica l’automobilista lo vorrà metter sotto anche se si trova fuori dalle strisce?!? Dal canto suo l’automobilista medio romano, forte della scatola di latta a ruote che lo protegge, si sente in diritto di fare un po’ il prepotente, perché lui ha fretta per definizione mentre il pedone evidentemente deve aver tempo da perdere, proprio perché va a piedi, e quindi può ben aspettare qualche secondo che passi lui.
Un tale stato di cose sarebbe anche accettabile se tutta la popolazione cittadina rientrasse tra le due categorie sopra descritte, essendo di volta in volta pedone o automobilista a seconda del momento. Vi è invece una parte consistente degli utenti della strada che provano a seguire le regole codificate e proprio per questo, paradossalmente, corrono i rischi maggiori nel momento in cui attraversano le strade come pedoni. Molti di noi avranno assistito infatti allo spaesamento che prende un turista allorché si accinge ad utilizzare le strisce pedonali e non capisce perché i veicoli facciano come se egli non esista. Ancor peggio capita alle persone anziane che, vuoi perché non sono “nativi” rispetto ai veicoli (molti di loro, soprattutto le donne, non hanno mai guidato), vuoi perché hanno problemi deambulatori, si trovano a subire sistematicamente le angherie degli automobilisti e finiscono per rappresentare la percentuale maggiore di pedoni uccisi per strada.

IL CODICE DELLA STRADA Questo è un estratto del comma 1 dell’art. 191 del Nuovo Codice della Strada:
“Quando il traffico non è regolato da agenti o da semafori, i conducenti devono fermarsi quando i pedoni transitano sugli attraversamenti pedonali. Devono altresì dare la precedenza, rallentando e all’occorrenza fermandosi, ai pedoni che si accingono ad attraversare sui medesimi attraversamenti pedonali.”

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Da segnalare anche lo stato generalmente degradato delle strisce pedonali a Roma, l’unica città al mondo dove le strisce regolari spariscono sistematicamente, mentre quelle soppresse non c’è modo di rimuoverle (vedasi illuminante esempio proprio sotto il Campidoglio).

COSA FARE? Noi pensiamo che questa ennesima declinazione della “legge della giungla” in salsa romana non sia più accettabile e che sarebbe ora di far rientrare Roma nell’ambito degli standard occidentali anche in questa materia. Vi sarebbe un’attività di educazione da fare, a partire dalle scuole, per crescere dei cittadini che capiscano l’importanza del rispetto delle regole di convivenza, qualsiasi ruolo si ricopra (pedone, automobilista o anche vigile). E sarebbe auspicabile che una qualsiasi delle periodiche riforme della scuola che si susseguono re-introducesse la vecchia educazione civica, applicandola ai temi più moderni.

In tutto questo non abbiamo ancora accennato al ruolo della forza pubblica, rappresentato qui essenzialmente dagli agenti della Polizia Locale Roma Capitale (PLRC, per noi più semplicemente “vigili”), che adattandosi anch’essa al clima di generale illegalità, non risulta sanzionare mai i comportamenti in violazione. Al riguardo sarebbe davvero interessante avere i numeri dei verbali fatti dai vigili per mancata precedenza agli attraversamenti pedonali, ne esistessero.

Considerato però che vi sono delle vite in gioco, tante, almeno una la settimana nel solo territorio romano, noi auspichiamo che al più presto la PLRC adotti un’iniziativa volta a rendere sicuro almeno l’attraversamento sulle strisce pedonali. Vogliamo anzi andare oltre e provare noi a proporla un’idea alla PLRC.

Per due settimane si mettono i vigili ad una certa distanza dalle strisce pedonali, a controllare il comportamento degli automobilisti, fermandoli nel caso non si attengano a quanto stabilito dall’art. 191 del CdS e spiegandogli bonariamente (cosa che dovrebbe essere possibile, vista la discrezionalità insita nella norma) l’errore che hanno commesso e che potrebbe costargli una sanzione (da €162 a € 646, con decurtazione di 8 punti!?!). Passate le due settimane gli agenti passerebbero ad elevarle le sanzioni in maniera sistematica.

Vogliamo scommettere che nel giro di neanche un mese Roma farebbe un piccolo ma fondamentale passo verso gli standard di civiltà che meriterebbe?

 

P.s.: sono assolutamente da evitare gli attraversamenti stradali protetti dai vigili o da ausiliari, adottati soprattutto vicino alle scuole. Si tratta del modo migliore per abituare i ragazzi ad attraversare “scortati”, per poi rischiare di essere travolti ogni volta che attraversano senza protezione.

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