Neanche il drastico giudizio dell’ex comandante Di Maggio riesce a smuovere Gualtieri sulla Polizia Locale

In una recente intervista l'ex comandante ha parlato di mancanza di una linea di comando e riconosce la responsabilità del sindaco nel non far nulla per rimediare

Sono passati sei anni da quando parlammo dell’inconsistenza del corpo di Polizia Locale di Roma Capitale come del problema numero 1 della città.

Al tempo l’obiettivo delle nostre denunce era provare a convincere la sindaca Raggi della necessità di rivedere la decisione di mandar via il comandante Raffaele Clemente, colui al quale il sindaco Marino aveva chiesto di rivoluzionare il corpo, compito che stava svolgendo pur tra infinite difficoltà. Raggi purtroppo non cambiò idea e la restaurazione dei vigili alla notoria vecchia inefficacia va annoverato tra i suoi tanti fallimenti.

 

Con Roberto Gualtieri già al momento della sua candidatura avevamo dovuto prendere atto delle idee molto vaghe, e del tutto inadeguate, che aveva in tema di Polizia Locale. Dopo pochi mesi di mandato il sindaco Gualtieri aveva poi deciso di mantenere lo status quo della Polizia Locale, confermando in toto la pessima restaurazione di Raggi e condannando Roma a continuare a vivere in un’illegalità diffusa.

Nei quasi due anni di mandato di Gualtieri abbiamo poi dovuto registrare:

– un momento in cui sembrava ormai imminente un cambio alla guida del corpo di Polizia Locale,

– una nuova apparente spinta al cambio del comandante a seguito dell’ennesima tragedia stradale di cui il sindaco si era fatto partecipe,

– segnali inequivocabili di un ulteriore deterioramento del corpo e scarse possibilità di miglioramento,

– prove continue dell’inefficacia dell’azione dei vigili (crollo nel numero di sanzioni per violazioni al codice della strada).

 

Fin qui tutte considerazioni nostre, che potranno anche essere giudicate prevenute o esagerate, benché ogni volta ci sforziamo di guardare solo ai fatti e finora nessuno ha confutato alcunché.

 

Recentemente però l’attuale disastro della Polizia Locale di Roma è stato certificato da qualcuno che il corpo lo conosce bene per averlo guidato durante la sindacatura Raggi. Parliamo dell’ex comandante Antonio Di Maggio, ufficiale di lunghissimo corso della Polizia Locale che Virginia Raggi promosse a comandante generale nel maggio 2018 e che guidò il corpo fino al giugno 2020.

Di Maggio ha rilasciato un’intervista a RomaToday dove parla di “… vigili sono spariti dalle strade“, di “Uffici … di nuovo strapieni, spesso senza motivo.“, di “… segreterie dei comandanti di gruppo strapiene, sovradimensionate, con risorse che non si capisce bene cosa facciano“, di “… sindacati [a cui] interessa la tutela degli iscritti, non il miglioramento del servizio“, della mancanza di “… una strategia nel combattere i fenomeni di violazione del codice della strada“.

 

Definitivo infine il giudizio di Di Maggio sulla situazione attuale del corpo e sulle relative responsabilità: “Oggi questa linea di comando manca e la disorganizzazione sui territori è solo il risultato finale e più evidente“.

E inoltre: “Non conosco l’attuale comandante. Posso dire che le sue responsabilità sono condivise con chi guida la città“.

 

Come dire: l’attuale comandante generale non costituisce una guida per l’intero corpo e la responsabilità di una tale situazione ricade sul sindaco Gualtieri, l’unico da cui il comandante stesso possa prendere le direttive.

 

Ci conforta leggere che le conclusioni a cui siamo arrivati noi da tempo siano sostanzialmente le stesse di qualcuno che il corpo di Polizia Locale l’ha frequentato per decenni, è arrivato a guidarlo e mantiene molti rapporti con agenti ancora in servizio.

 

Abbiamo fatto passare qualche giorno dalla pubblicazione dell’intervista, per vedere se essa avrebbe smosso qualcosa dalle parti del Campidoglio, ma anche questa pagina di verità su una situazione disastrosa pare sia stata archiviata dal sindaco Gualtieri senza conseguenza alcuna.

Viene da chiedersi di cos’altro ha bisogno il sindaco per mettere mano al bubbone “Polizia Locale”, ma evidentemente a Gualtieri manca il coraggio per affrontare una sfida che a suo tempo costò al sindaco Marino la poltrona.

 

Segnamocela tutti questa cosa: per il prossimo sindaco di Roma la caratteristica prima da verificare è che dimostri di avere coraggio, coraggio per mettere mano alla Polizia Locale, così come in AMA, ATAC, con i tassisti, i balneari, ecc.

 

Di “tacchini freddi” a capo del Campidoglio ne abbiamo davvero abbastanza.

 

 

P.s.: L’unica cosa su cui non concordiamo con Di Maggio sono gli accenni positivi che ha fatto riguardo al suo mandato e alla sua collaborazione con la sindaca Raggi. Quando venne nominato fummo addirittura entusiasti della cosa e pieni di aspettative per un possibile nuovo corso, ma purtroppo alla fine dovemmo prendere atto che anche lui non era riuscito ad incidere minimamente in un corpo che non può che essere rifondato.

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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