Qualche giorno fa abbiamo avuto un breve scambio di tweet con l’utenza della Poliza Locale Roma Capitale (@PLRomaCapitale).

Tutto è cominciato con una segnalazione di Daniele Giannini, ex-Presidente del Municipio XIII (molto rimpianto, vista la sincera passione per le battaglie anti-degrado che ha sempre dimostrato):

 

tweet1

Come di consueto la risposta standard dei vigili è stata di fare la segnalazione con i “canali” previsti. Al che ci siamo inseriti ricordando ai vigili che certe situazioni anzitutto ci si aspetterebbe che le rilevassero da soli, eppoi se ne vengono a conoscenza in qualche modo, via twitter o tramite segnali di fumo, è compito loro attivare chi di dovere ed intervenire. Ma loro serafici …

 

tweet2

 

… questo non è un canale di segnalazione, questa è la procedura, queste sono le regole“. Mancava solo “… e se non le stanno bene può andare a vivere in un’altra città”, ma questo è ormai un sottinteso fisso a Roma.

Abbiamo quindi chiuso l’interlocuzione con una costatazione che temiamo i vigili avranno considerato esagerata ma che a nostro avviso rappresenta la pura verità così come mostrata dai fatti.

 

tweet3

Inutili battibecchi su Twitter a parte, per di più con agenti che si limiteranno a fare quanto loro comandato, è innegabile che il persistere di un corpo di Polizia Locale totalmente inefficace e slegato dalla realtà non può che rappresentare il più grande problema cittadino. L’assenza totale di legalità che si registra a Roma fa sì infatti che qualsiasi norma, anche la più adeguata ed eventualmente “perfetta”, rimanga lettera morta, ignorata da una cittadinanza ormai abituata a seguire solo i propri istinti e comodi con la complicità di un corpo di Polizia Locale distratto ed assente, quando non addirittura complice.

È passato quasi un anno da quando il Comandante Clemente è stato “invitato” a lasciare la guida del corpo di PLRC (anche lui rimpianto, enormemente rimpianto!), e fummo facili profeti ad esprimere le nostre perplessità nel vedere un’amministrazione totalmente nuova ed inesperta privarsi di una risorsa che aveva ben figurato per di più senza una minima idea su chi lo avrebbe potuto sostituire efficacemente.

Ed infatti l’uscita di Raffaele Clemente fu seguita da una lunga reggenza temporanea da parte del Comandante Porta che poi a metà novembre fu confermato stabilmente per i successivi tre anni.

Che Porta non fosse la figura più indicata per riformare, anche se dall’interno, un corpo di Polizia che aveva raggiunto il livello minimo di reputazione e considerazione da parte della popolazione romana fu chiaro fin dall’inizio (a noi della rosa dei papabili piaceva molto di più la nostra vecchia conoscenza Di Maggio); ma che saremmo stati tutti costretti ad assistere ad un’ulteriore perdita di credibilità nei confronti dei vigili, con gli agenti che sono in gran parte spariti dalle strade e sembrano addirittura aver accentuato quel certo senso di fastidio per la loro professione, come se stessero tutti a farci un favore a lavorare (si fa per dire), ebbene questo non se lo sarebbe davvero aspettato nessuno.

 

Se consideriamo che il benservito al Comandante Clemente fu dato da un Sindaco che al tempo si avvaleva ancora del cosiddetto “Raggio magico”, al cui interno certe dinamiche relative al corpo di Polizia Locale erano tutt’altro che disinteressate, verrebbe da pensare che quella decisione non fu probabilmente presa con l’interesse della città e dei cittadini tutti in mente, bensì sulla base di logiche ben diverse.

Alla luce di tutto il repulisti che il Sindaco è stato costretto a fare nel suo entourage nei mesi passati e considerato che il Comandante Porta, a distanza di circa 5 mesi dal suo insediamento, non è stato in grado di dare il minimo segnale di inversione di tendenza alla città, sarebbe davvero auspicabile che l’amministrazione riconsiderasse la necessità di dare al corpo di Polizia Locale una guida e direttive che diano qualche speranza per il prossimo futuro. In assenza di ciò saremo tutti condannati a continuare a vivere in una vera e propria giungla cittadina, dove ognuno fa il proprio comodo impunemente, a prescindere dalle leggi buone o pessime che a qualsiasi livello vengono emanate.

Purtroppo da un Sindaco che dalla sua sterile tribuna continua a professare che tutto va ben madama la marchesa! temiamo di non poterci aspettare un tale ripensamento.

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3 risposte

  1. “…queste sono le regole” poi in una città dove nessuno rispetta neppure quelle più elementari e nessuno le fa rispettare suona doppiamente una presa in giro.

  2. Per fortuna a Roma non ci sono soltanto i vigili. La prossima volta che si rifiutano di intervenire chiamerò il 113 ! Se facciamo tutti così lo risolviamo da soli il problema nr.1

  3. Complimenti a Roberto per la sua eccellente e sintetica spiegazione. In effetti la PL manca di professionalità relativa alla parte del suo ruolo che ha a che vedere con gli aspetti educativi e morali del loro lavoro. Quando manca la spinta interiore di prendere l’iniziativa per stroncare cattivi comportamenti vuol dire che c’è un grosso problema sul piano dell’etica. Purtroppo il pesce puzza dalla testa ovvero è il Sindaco che dovrebbe intervenire.

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