Incidenti stradali: dai numeri la prova che le cose a Roma vanno male

I dati su vittime e sinistri elaborati per diarioromano da Tommaso Di Marcello. Aumentano i feriti nella Capitale mentre calano nel resto d'Italia

Chi ci segue dagli inizi sa bene che diarioromano è solo il modo con cui proviamo a contribuire al miglioramento delle condizioni di vita a Roma. Non obbediamo a nessuna ideologia politica né ci facciamo influenzare da simpatie o antipatie partitiche, avendo come unico scopo l’aiutare, nel nostro piccolo, a risollevare la città dal degrado in cui è precipitata a causa di decenni di incuria e malgoverno.

Di cittadini come noi, disponibili ed anzi vogliosi di dare una mano per il progresso cittadino senza chiedere nulla in cambio, è piena Roma; basti pensare alle tantissime associazioni che si prendono cura di pezzi di città, come Retake ma non solo, oppure a singoli cittadini come Mercurio Viaggiatore che da anni rielabora i dati messi a disposizione dall’amministrazione per dimostrare gli infiniti problemi del trasporto pubblico.

 

Oggi abbiamo il piacere di presentare una nuova “risorsa civica” a disposizione di Roma, Tommaso Di Marcello, uno specialista di analisi dati che vuole mettere a disposizione le sue competenze per provare a fare un passo avanti a Roma in materia di sicurezza stradale. Tommaso ha infatti pensato di utilizzare i dati relativi agli incidenti stradali nella Capitale, disponibili sul portale Roma Open Data, per estrarre informazioni utili a comprendere com’è la situazione ed eventualmente come la si potrebbe migliorare.

 

Tipologia dello studio. Anzitutto qualche dettaglio tecnico sul lavoro impostato da Tommaso. Come detto, egli è partito dai dati disponibili su Roma Open Data e utilizzando una programmazione Python li ha prima “ripuliti” (a sua detta i dati sono compilati malissimo) e quindi ha iniziato a raggrupparli e visualizzarli graficamente. Chiaramente le possibili elaborazioni sono pressoché infinite e si stanno sviluppando sulla base delle intuizioni di Tommaso, che sta provando anche modelli di Machine Learning, così come su suggerimenti che potremo dare noi o chiunque altro volesse contribuire a questa iniziativa.

 

L’ambito temporale scelto per le analisi è il quinquennio 2015-2019, in quanto include l’anno di transizione tra l’amministrazione passata e quella Raggi e comprende la maggior parte di quest’ultima. Il 2020 è stato escluso sia perché incompleto sia perché statisticamente poco significativo a causa delle mutate condizioni dovute all’emergenza COVID19.

I numeri totali del quinquennio scelto sono: 148.034 incidenti, in cui sono state coinvolte 363.509 persone totali (tra illesi, feriti e deceduti), di cui 74.155 feriti (8.241 ricoverati e di questi 1.281 in prognosi riservata) e 708 decessi.

 

Quasi un decesso ogni due giorni. Numeri purtroppo importanti e di grande allarme, con una media di circa 141 morti all’anno, quasi uno ogni due giorni.

Ma proviamo a vedere quali sono gli andamenti generali disegnati da questi numeri e come essi si posizionino rispetto alle medie nazionali.

Partiamo dal totale dei sinistri per anno:

Come si può vedere, il numero totale di incidenti oscilla durante il quinquennio e raggiunge il massimo nel 2019 (+7% paragonato al 2015), mentre il numero di feriti scende dal 2016 al 2018 per poi risalire nel 2019.

 

Aumentano gli incidenti a Roma mentre calano in Italia. Volendo paragonare questi numeri con quelli nazionali, forniti da Istat-ACI, è necessario estrarre il dato dei soli “Incidenti con lesioni a persone”, l’unico conteggiato da Istat. Questo il grafico con i soli incidenti con feriti a Roma:

Da questo grafico si evince che a Roma il numero di incidenti con feriti è sceso dal 2015 al 2018, ma che dal 2018 al 2019 è risalito del 2,12%, mentre il dato italiano negli stessi anni vede invece una discesa dello 0,2%.

Sempre tra il 2018 e il 2019 il numero di feriti totali in Italia è sceso dello 0.6%, mentre a Roma è addirittura salito del 1,73%!?!

 

Volendo infine valutare l’andamento dei numeri relativamente agli utenti deboli della strada, ciclisti e pedoni, questo è il grafico di riferimento per i feriti:

 

Il dato davvero preoccupante è che il 2019 ha il numero più alto nel quinquennio per pedoni e ciclisti feriti. Rispetto al 2015 abbiamo un +22% per i ciclisti e +2,14% per i pedoni.

 

I decessi. Questo invece il grafico relativo ai decessi:

 

Qui la situazione è meno netta, in quanto dal 2015 si registra un +14% di ciclisti deceduti ma un -10% di pedoni.

Da sottolineare che il 2018 a Roma è stato l’annus orribilis dei pedoni con 75 deceduti, una vera e propria “mattanza pedonale” come quella che cerchiamo di descrivere dagli inizi della nostra storia.

 

 

La giunta distratta sulla sicurezza stradale. Volendo provare a fare qualche considerazione su queste prime elaborazioni, a noi appare evidente esse confermino la sensazione che qualsiasi romano avverte, ossia che la sicurezza stradale a Roma sia un tema completamente ignorato dall’attuale amministrazione. A fronte infatti di numeri nazionali in discesa, per quanto contenuta, a Roma aumentano sia gli incidenti che il numero dei feriti.

 

Immaginiamo quindi che nessuno possa stupirsi per queste prime risultanze delle analisi di Tommaso, risultanze che appaiono il risultato atteso delle ridicole politiche messe in campo, si fa per dire, in tema di sicurezza stradale dall’attuale amministrazione.

Già nel 2017 rilevavamo la mancanza di sostanza nei proclami dell’amministrazione capitolina in materia di sicurezza stradale, a partire dal cambio di denominazione della Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, rinominata in pompa magna dal sindaco Raggi in “Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibilità”, passando per i pistolotti dell’ex-assessore Meleo (che si impegnava in riduzioni monstre dei decessi e dei feriti entro il 2020) o per le innumerevoli proposte della consulta, ed a marzo di quest’anno non abbiamo potuto che verificare che dopo tre anni nulla è cambiato.

 

 

Torneremo ad approfondire le analisi prodotte da Tommaso presentando via via le diverse risultanze che si possono estrarre dai dati.

Invitiamo chiunque voglia, a fornire suggerimenti su possibili elaborazioni dei dati sugli incidenti stradali. Il nostro intento non è tanto di mettere in luce il nulla fatto dall’attuale amministrazione capitolina in materia di sicurezza stradale, benché anche questo abbia la sua importanza, bensì di individuare possibili interventi normativi o strutturali che facciano fare in fretta a Roma passi avanti in questo ambito.

Non sarebbe male se qualcuno della giunta capitolina volesse dare a queste elaborazioni il rilievo che meritano, magari l’assessore Calabrese, che finora non ha detto né fatto nulla in materia di sicurezza stradale, o l’assessore Meleo, che continua a mostrare orgogliosa il rifacimento di pericolosissime autostrade cittadine che forse potevano andar bene negli anni ’60.

Anche lo stesso sindaco Raggi potrebbe farsi viva su questo lavoro di Tommaso, cogliendo l’occasione per riconoscere finalmente l’apporto che le energie positive presenti a Roma possono dare per il progresso della città, ma temiamo che anche questa volta né lei, né nessuno della sua giunta vorrà approfittare dell’aiuto dei romani.

 

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Una risposta

  1. Dati interessanti che confermano quello che ogni romano può osservare girando per la città: la quasi completa impunità per le millemila infrazioni che tutti (e sottolineo con forza *tutti*) i fruitori delle strade compiono giornalmente.

    Partendo dai più deboli: pedoni che attraversano distratti in qualsiasi posto, ciclisti contromano o sui marciapiedi, scooteristi spericolati, automobilisti che lasciano le vetture ovunque (ostruendo le visuali agli incroci) e corrono senza rispettare strisce e semafori, furgoncini parcheggiati ovunque, camion ed articolati in orari e strade assolutamente non adatte e buon ultimi anche i monopatteristi !!!

    Mancano i vigili … ma perché i vigili a Roma in strada ci sono ? Occupati in mille compiti (istituzionali per carità) ma sempre “da un’altra parte” o “con un’altra mansione”.

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