Villa York

A vederla dall’alto mostra tutta la magnificenza del progetto architettonico. Una vera villa nobiliare con parco, giardino all’italiana, pineta, cappella privata. Villa York è un gioiello che sarebbe potuta essere destinata a diversi usi: un grande albergo, un museo, un polo congressi oppure anche a scopi sociali, quali residenza per anziani. Tutte funzioni che avrebbero creato posti di lavoro e avrebbero evitato la rovina degli interni.

E invece ancora un caso di abbandono colpevole e di scelte sbagliate da parte delle amministrazioni.

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Siamo nel cuore della Valle dei Casali, una riserva naturale di 80 ettari che si trova tra l’XI e il XII Municipio. La villa è il bene più prezioso dal punto di vista culturale del parco e la sua lunga storia si interrompe con il crack Federconsorzi, uno dei più grandi scandali del dopoguerra. Il patrimonio della Federazione venne spolpato o abbandonato. Più volte è stato chiesto al Comune o alla Regione di acquistare la Villa dal fallimento e trasformarla. Ma solo nel 2007 si arriva ad una quasi soluzione. La Giunta Veltroni riesce a trovare 3 milioni di euro da destinare al recupero di Villa York. La gestione commissariale del comune decide di sospendere la procedura e di passare la palla al nuovo Sindaco. Che fu Gianni Alemanno. E la sua amministrazione – come abbiamo già visto col caso di Palazzo Rivaldi – non si caratterizzò per il recupero del patrimonio storico, impegnata come era a mungere la città. Nel 2009 la Giunta Alemanno definanziò il progetto. E il declino di Villa York è proseguito fino ai giorni nostri.

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villa york
L’antica cappella in rovina

 

Una nuova speranza si apre adesso. La Regione Lazio, infatti, a marzo scorso ha finalmente approvato il Piano di Assetto della Riserva. Si tratta di una vera carta di identità della Valle dei Casali e dei beni in essa contenuti. Essendo Villa York il complesso più importante della Valle, il Piano prevede la sua sistemazione e trasformazione. Ma i tempi sono lunghissimi. Basti pensare che la Regione adottò il piano nel 2013 e il Consiglio lo ha approvato ben due anni dopo.

C’è il rischio che ad attendere ancora altri anni, le già precarie condizioni della Villa peggiorino ulteriormente.

 


Le precedenti puntate di Città in rovina:

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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