vigili

La foto sopra è stata scattata qualche giorno fa in via Petroselli, davanti l’entrata del Municipio I, e mostra sulla sinistra due vigili intenti a parlare con una persona. La particolarità della cosa è che chi scrive era passato di lì una mezzora prima e la scena era la stessa, segno che per almeno una mezzora due agenti di PLRC si sono intrattenuti a parlare, apparentemente in maniera amabile, in una zona alquanto “calda” come cose da fare.

Basta guardare la foto infatti per accorgersi degli immancabili veicoli in sosta vietata e soprattutto dello scorrazzare continuo di moto e motocicli sul marciapiedi (in fondo nella foto) laddove essi andrebbero condotti a mano.

A parere di chi scrive queso è il problema di fondo dei vigili romani: la totale mancanza di consapevolezza sul loro ruolo di tutori dell’ordine, il che vuol dire “dirigere” i comportamenti dei cittadini verso il rispetto delle regole che sono alla base della civile convivenza. Evidentemente per il vigile medio il proprio compito è svolgere il servizio specifico a cui è stato assegnato disinteressandosi di tutto quello che succede a contorno.

Al contrario l’aspettativa di sempre più cittadini è che il vigile sia una specie di sentinella che osserva quello che gli accade intorno e se possibile interviene oppure passa la segnalazione al collega o gruppo responsabile. L’intervento poi potrebbe consistere in una sanzione ma spesso potrebbe essere anche solo un avvertimento che, se fermo e deciso, a volte è molto più efficace della multa. Quello di cui Roma ha bisogno sarebbero vigili appassionati che con un occhio controllano il traffico mentre con l’altro sanzionano i veicoli in sosta selvaggia, che mentre mandano via i venditori abusivi prendono nota degli adesivi e cartelli illeciti da segnalare all’ufficio competente, che riportano alla legalità le bancarelle, convincendo gli ambulanti a rispettare lo spazio concesso senza appendere roba agli ombrelloni, che quando entrano in un bar prima di prendere il caffè gli fanno togliere i menù abusivi esposti fuori e gli chiedono se i tavolini esterni sono autorizzati.

La realtà invece è quella mostrata dalla foto: due agenti svogliati che sono lì per chissà quale servizio e che trovano tutto il tempo che vogliono per parlare amichevolmente. Peraltro un corpo di Polizia che dà quotidianamente questa immagine perde inevitabilmente di autorità e si ritrova spesso ad essere violentemente attaccato dai furfanti di turno (come è successo per i tavolini abusivi o più volte nei campi Rom).

Se qualcuno, Clemente, Marino o chi per loro, non riuscirà a cambiare questo stato di cose, Roma sarà condannata ad avere un corpo di Polizia Locale che cammina col freno tirato ed a retromarcia. Chiaramente non possiamo più permettercelo.

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