«Va sottolineato che le sale cinematografiche soffrono una pericolosa erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. Circostanze obiettive penalizzano i gestori, ma non ci si può rassegnare a logiche commerciali e di mercato che non tengono adeguatamente in considerazione il cinema, inteso anche come valore sociale, come occasione di incontro, di ritrovo, di condivisione.
Le istituzioni, sia nazionali sia locali, hanno la responsabilità di governare questi processi. È un tema che riguarda l’intero campo dell’arte, della cultura, dello spettacolo. Anche il teatro, la danza, la musica esprimono qualità e talento, sovente straordinari, e il loro proporsi a pubblici più limitati non può essere motivo di penalizzazione».
Queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi David di Donatello 2025, svoltasi lo scorso 7 maggio.
Del concreto rischio che la gran parte delle sale cinematografiche a Roma vengano riconvertite in altro, a causa di una legge in via di approvazione da parte della Regione Lazio guidata dal presidente Francesco Rocca, ce ne siamo occupati l’ultima volta agli inizi di aprile.
Già allora scrivevamo:
“… non si può non rilevare l’assenza di una forte presa di posizione da parte dell’amministrazione capitolina che invece col sindaco in testa dovrebbe opporsi in ogni modo all’eventualità di una Roma senza più cinema storici.
Chiaramente la decisione in ultima istanza dovrà essere presa dalla maggioranza in Regione Lazio, ma possibile che il sindaco Gualtieri non senta l’esigenza di schierare apertamente tutta la sua amministrazione contro un’ipotesi tanto nefasta?”
Ora che anche la massima carica dello stato ha deciso di prendere posizione contro la sparizione dei cinema e considerato il sempre attuale rischio che la regione Lazio addirittura agevoli tale processo, davvero il sindaco Gualtieri non sente il bisogno di dire parole chiare sulla necessità che a Roma vengano salvaguardate le sale cinematografiche, tutte le rimanenti sale cinematografiche, a partire dal cinema Metropolitan?
2 risposte
Non possono esistere soluzioni economicamente sostenibili che permettano ai cinema di rimanere aperti e attivi. Essi devono per forza essere convertiti per poter permettere altre funzioni perché il mercato non lo controlla né Gualtieri, né la Regione e neanche Mattarella ma corporations come Netflix.
Bisogna riutilizzare questi edifici abbandonati in altro modo.
Ha presente il cinema Troisi, o l’Alcazar?
La sostenibilità economica ci può essere, a patto di non confrontare i possibili guadagni con quelli attesi da altre categorie commerciali.
Ma d’altronde si parla sempre di stabili che già erano cinema, per cui, ad esempio, chi ha acquistato il Metropolitan l’ha pagato come sala cinematografica. Che voglia fare il colpaccio riconvertendolo completamente è comprensibile, ma le istituzioni ci dovrebbero essere proprio per tutelare l’interesse pubblico costituito dal preservare le poche offerte culturali rimaste a Roma.