Le responsabilità del M5S nella mattanza pedonale

E tre! Ieri mattina è stato ucciso sulle strade romane il terzo pedone in tre giorni.

Una strage che prosegue indisturbata e che dal 2015 noi abbiamo ribattezzato “mattanza pedonale“. Tali sono infatti i numeri della tragedia che fanno pensare alla cruenta pesca del tonno in Sicilia.

 

È vero che una delle tre vittime è stata travolta mentre attraversava il Grande Raccordo Anulare (ma come si fa a pensare di attraversare a piedi il GRA?!?), segno che più di una responsabilità nella mattanza sta anche dalla parte dei pedoni, ma gli altri due attraversavano in condizioni normali, l’ultimo addirittura sulle strisce pedonali.

 

Vediamolo l’attraversamento pedonale sulla via Casilina, all’altezza della borgata Finocchio, dove è stato travolto a morte un anziano di 84 anni.

 

 

Un attraversamento di circa 13 metri, su una strada a veloce scorrimento (benché vi sia il limite di 50 km/h), con una segnaletica orizzontale appena decente e verticale al minimo sindacale.

A Roma siamo purtroppo abituati ad attraversamenti del genere ma in realtà essi dovrebbero essere considerati delle vere e proprie trappole per pedoni. Prova ne è che di incidenti in questo punto ce n’erano già stati.

Tanto per fare un esempio, a poca distanza da qui c’è un altro attraversamento che presenta una segnaletica verticale molto più visibile:

 

 

Già meglio, ma anche così rimangono passaggi assolutamente troppo pericolosi per i pedoni.

Noi non siamo dei tecnici ma sappiamo che in questi casi sono due gli elementi che possono meglio proteggere i pedoni: da una parte rialzare le strisce pedonali, creando quello che l’Associazione Pedoni chiama “marciapiede ortogonale”, e dall’altra spezzare l’attraversamento creando una penisola in mezzo alla carreggiata.

 

Riguardo le strisce pedonali rialzate, al momento a Roma c’è solo il Municipio VII che le sta realizzando, su iniziativa dell’ottima amministrazione Lozzi.

 

 

 

L’efficacia invece delle penisole in mezzo alla carreggiata è già conosciuta a Roma, tant’è che quando la moglie dell’allora Presidente della Repubblica Napolitano venne investitra sulle strisce pedonali davanti al Quirinale (perché a Roma è successo anche questo!?!), vennero create delle penisole in corrispondenza di tutti gli attraversamenti pedonali.

 

 

 

Via del Quirinale è ampia circa la metà della Casilina nel tratto in cui è avvenuto l’ultimo investimento, ma nonostante ciò è stata dotata di penisole centrali a protezione dei pedoni che attraversano.

Insomma, i modi per rendere gli attraversamenti pedonali meno pericolosi non mancano, solo che ci fosse qualcuno a considerarli e a realizzarli su larga scala a Roma.

Ma come sappiamo tutti bene, a Roma il problema dell’arredo urbano non è quello principale. Ciò che infatti rende le strade romane tra le più pericolose del mondo (senza esagerare) è il livello ridicolo di rispetto delle norme del Codice della Strada. E tra le violazioni più diffuse vi è senza dubbio il mancato rispetto delle strisce pedonali da parte degli automobilisti.

È l’art.191 del Codice della Strada a disciplinare il comportamento dei conducenti nei confronti dei pedoni e lo scorso anno scoprimmo che nel 2017 di sanzioni ex art.191 a Roma ne erano state elevate 1.105.  Come scrivemmo allora:

Questo vorrebbe dire che mediamente ogni giorno vengono fatte circa tre multe per mancato rispetto delle strisce pedonali. Certo, se si considera che a Roma ogni giorno circolano diverse centinaia di migliaia di veicoli e che in ogni attraversamento pedonale cittadino (che saranno svariate decine di migliaia) sarebbe possibile rilevare decine di infrazioni all’ora, il numero di 3 verbali al giorno fa sorridere e dà la dimensione di quanto il problema sia fondamentalmente ignorato.

 

Questa era la situazione nel 2017. Sarà cambiato qualcosa nel 2018?

Ebbene sì, c’è stata una qualche stretta evidentemente, in quanto nel 2018 i verbali elevati per violazione dell’art.191 sono stati 1.143. Ben 38 verbali in più dell’anno prima!?!

E no, scherzi a parte, è chiaro che la situazione è rimasta sostanzialmente la stessa, ossia quella che genera e favorisce la mattanza pedonale.

 

 

Ma se a Roma si continua a morire come mosche sulle strade il motivo non risiede certo nella maledizione di qualche divinità, bensì nella totale disattenzione che l’amministrazione comunale continua a riservare alla sicurezza stradale. Vediamo allora di fare qualche nome per cercare di metterla sul personale, visto che poi è della vita delle persone che stiamo parlando.

 

È responsabilità del comandante Di Maggio se la Polizia Locale continua a fare controlli e multe del tutto episodici, senza un piano che stabilisca delle priorità e riconduca pian piano gli automobilisti romani ad un minimo di rispetto delle norme.

 

È responsabilità dell’ex assessore Meleo se per i tre anni del suo mandato da assessore alla mobilità la sicurezza stradale è stata del tutto dimenticata, con la sola eccezione della Consulta Cittadina per la Sicurezza Stradale che però nulla ha fatto ed è sparita da tempo.

 

È responsabilità dell’attuale assessore Calabrese se l’andazzo di ignorare totalmente la sicurezza stradale continua senza spostarsi di una virgola. Con tre pedoni morti in tre giorni l’assessore non ha trovato il tempo per fare almeno una pubblica riflessione, troppo impegnato a difendere il Sindaco Raggi sulla chiusura indefinita della fermata Barberini, a dimostrare che Atac sta migliorando e a esprimere solidarietà ad un vigile di Fiumicino (sono i contenuti degli ultimi tre post sulla sua pagina facebook).

 

È responsabilità del presidente Stefàno se la sicurezza dei pedoni non ha evidentemente la giusta considerazione nell’ambito della commissione da lui presieduta (e noi che nel 2016 c’eravamo illusi …).

 

Infine è soprattutto responsabilità del Sindaco Raggi se a Roma sotto la sua amministrazione si muore sempre di più sulle strade romane. Non solo infatti nulla si è fatto per ridurre incidenti e morti, ma evidentemente la situazione è ulteriormente degenerata al punto da dover registrare numeri di morti e feriti in aumento. Eravamo stati facili profeti nel 2017 a prevedere che le passerelle organizzate in Aula Giulio Cesare con Jean Todt non avrebbero portato a nulla.

Purtroppo temiamo che nella sua conclamata irresponsabilità il Sindaco non si renda neanche conto di quanto il sangue che scorre sulle strade romane sia per larga parte una sua responsabilità, dopo che per oltre tre anni e mezzo di mandato non è riuscita a fare un singolo passo avanti.

 

Occorrerebbe una presa di coscienza di tutta l’amministrazione rispetto a questo problema ma temiamo che il materiale umano a disposizione, salvo qualche singolo, non consenta ciò. Ci rassegnamo quindi ad aspettare il prossimo pedone morto sulle strade romane.

 

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2 risposte

  1. Oltre il mancato rispetto delle strisce pedonali da parte degli automobilisti, segnalerei anche la sosta sulle stesse, che riduce notevolmente la visuale.
    A proposito: il 1° dicembre dovrebbe essere iniziato il servizio rimozioni veicoli, quali notizie al riguardo?

    1. Giustissimo.
      Ed è vero, in teoria sono passate quasi due settimane dalla riattivazione del servizio rimozioni. Non si direbbe che sia cambiato qualcosa, segno che forse I timori sul basso numero di carriattrezzi disponibili non erano infondati.
      Aspettiamo gennaio e poi si potrà fare un primo bilancio.

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Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
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