La riqualificazione dell’ex caserma di via Guido Reni al chiodo

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Sono stati gli amici di Carteinregola a notare un articolo inquietante del Sole24Ore di qualche giorno fa. Insieme ad altre grandi operazioni immobiliari, il giornale della Confindustria dà per probabile la vendita da parte di Cassa Depositi e Prestiti dell’ex caserma di via Guido Reni. Se a comprare sarà qualche fondo internazionale, addio al progetto della Città della Scienza che Roma attende da anni.

Sarebbe uno smacco per la capitale e soprattutto per i tanti cittadini che hanno lavorato in questi anni a fianco del Comune perché venisse realizzata una struttura innovativa, con quasi il 50% della superficie destinata a servizi utili per il quartiere. Una volta tanto che i comitati cittadini erano d’accordo e anzi appoggiavano l’operazione, questa potrebbe saltare per l’inerzia del Campidoglio. Secondo quanto riferito da Carteinregola, dopo la caduta della giunta Marino che aveva avviato il progetto, nè il commissario Tronca, nè tanto meno l’attuale amministrazione 5stelle si sono occupati di portare avanti la riqualificazione. Cassa Depositi e Prestiti, visto il disinteresse e avvertendo come probabile il rischio che il progetto salti, avrebbe deciso di vendere l’ex caserma.

Il lavoro svolto fin qui, compreso il bando di gara vinto dallo Studio di Architettura Viganò, sarebbe definitivamente archiviato. Non vi sono garanzie, infatti, che la nuova proprietà vorrà confermare il Museo, i laboratori e gli spazi pubblici a servizio del quartiere. Poichè l’iter per portare a termine la riqualificazione è piuttosto lungo o la giunta Raggi si muove immediatamente oppure tra pochi mesi Roma potrebbe dire addio alla Città della Scienza.

E’ una storia travagliata quella dell’ex caserma. La Fiat aveva costruito qui uno stabilimento industriale nei primi anni del ‘900. Durante la Grande Guerra fu requisito per trasformarlo in una fabbrica di armi di precisione. E in seguito ospitò una caserma militare. Si tratta di un’area immensa, oltre 50mila mq (il doppio di quella che ospita il dirimpettaio Museo Maxi). Secondo il bando, 10mila mq saranno riservati alla Città della Scienza, 20 mila ad abitazioni, negozi e albergo e oltre 15 mila a spazi pubblici.

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Un momento dell’Outdoor Festival 2016

 

 

I padiglioni, suggestivi per la loro architettura novecentesca, da sabato scorso ospitano l’Outdoor Festival, la rassegna dedicata alla Street Art. Quattordici artisti internazionali espongono le loro opere e durante il mese di ottobre si terranno anche proiezioni cinematografiche e eventi letterari. Si tratta di occasioni spesso molto affollate, segno che la cittadinanza vede sempre di più nell’area del Flaminio un polo culturale di grande interesse. Accanto all’Auditorium e al Maxi, il Progetto Flaminio prevede appunto la Città della Scienza.

C’è da sperare che il sogno non svanisca a causa della scarsa attenzione della giunta.

 

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