Simioni lascia Atac. Cronistoria della sua gestione dei “record”

Il presidente "fuoriclasse" viene premiato e vola all'Enav. I tre anni trascorsi in Atac lasciano caos, un concordato traballante e servizio in calo. Al suo posto arriva Giovanni Mottura

L’Ing. Simioni abbandona ATAC e vola all’ENAV, come premio per il lavoro svolto. Arrivato nell’Azienda di trasporti capitolina ad Agosto 2017 per volontà “superiori”, assume l’incarico di Presidente, Amministratore Delegato (AD) e Direttore Generale (DG), per un compenso annuo cumulativo di 240mila€.

Ricordiamo brevemente i principali successi e i record raggiunti in questi 3 anni.

Lo salutano un centinaio di autobus andati a fuoco, che hanno reso ATAC famosa a livello mondiale (“evitate gli autobus a Roma”). Il più virale #flambus, scusate, “principio d’incendio”, a 2 passi da Fontana di Trevi e da Palazzo Chigi, sede del Governo.

Lo salutano centinaia di scale mobili e ascensori guasti nelle varie stazioni della Metro, con conseguenti 90 chiusure di stazioni, tra cui spicca il record di 420 giorni in cui è rimasta chiusa in ingresso la stazione Metro A di Barberini-FontanaDiTrevi (dove prima entravano 6,4 Milioni di passeggeri l’anno). Come non ricordare poi il grave incidente a Repubblica a Ottobre 2018, che ha portato Roma in vetta alle località del turismo dell’orrore?

 

E non possiamo dimenticare i servizi “dedicati” alle persone con difficoltà motoria: scene indegne di una società civile con disabili portati in braccio giù per le scale nelle stazioni Metro, o disabili esasperati costretti a bloccare gli autobus perché NON dotati di pedana per farli salire a bordo, nemmeno sulle pochissime linee che la propaganda dava come “totalmente garantite”.

Come se non bastasse, una disabile è stata anche denunciata per interruzione di pubblico servizio.

 

Ricordiamo i continui allarmi antincendio nelle stazioni Metro nella più totale indifferenza. Tra i numerosi episodi, spicca quello avvenuto a Novembre 2019, quando un treno Metro A guasto fu trascinato con i freni bloccati da Cornelia a Termini, inquinando i tunnel con fumo di metalli pesanti, e facendo scattare gli allarmi a Lepanto, Flaminio, Spagna, Repubblica, gettando i passeggeri nel panico e nel CAOS generale. Un fatto gravissimo passato in sordina.

 

 

Vediamo ora com’è andata la “lotta” alle 2 piaghe storiche di ATAC: assenteismo ed evasione.

ASSENTEISMO. In un’intervista a Il Messaggero Simioni dichiarava trionfante: “Con massimo rigore e controlli stretti, le assenze sono scese dal 14,2% al 12,8%”.

 

Peccato che quel picco record ricada pienamente sotto la sua gestione, e che in generale l’assenteismo in ATAC sia rimasto tale e quale quello di sempre. Probabilmente tutti questi presunti “furbetti” sono solo una narrazione che fa comodo alla dirigenza.

Contrasto all’EVASIONE. Poche luci e molte ombre. Qualche indubbio successo per quanto riguarda le multe fatte e riscosse, ma con scarsi risultati sull’incremento della vendita dei biglietti. Ricordiamo in particolare 2 episodi abbastanza gravi: il controllore che si intascava i soldi delle multe, ma soprattutto….

 

…la banda delle MEB (Macchinette Emettitrici di Biglietti). Una vicenda che dimostra la colossale disattenzione di ATAC non solo verso i cittadini-utenti, ma anche verso i suoi stessi interessi.

 

Nonostante quasi 1 segnalazione su 3 riguardasse il malfunzionamento delle MEB che si “rubavano i soldi”, nessuno in ATAC si è preoccupato. Sono soldi che ATAC in effetti non ha comunque mai incassato. E che i cittadini derubati quasi sicuramente non rivedranno, perché finiti nel concordato in coda agli altri creditori.

 

Si è venuto a scoprire, solo grazie alla segnalazione di un Vigilante onesto e coraggioso che ha denunciato i suoi colleghi, che 11 Vigilantes si “gonfiavano come uova” di soldi rubati alle MEB, fino a 500€ a testa al giorno, per danni ad ATAC non ben quantificabili, forse anche di milioni di euro.

 

Ma parliamo del servizio, quello che in teoria dovrebbe essere la “missione” dell’Azienda. Gli obiettivi del concordato sono tutti falliti nel 2018 e 2019, ad eccezione di Metro A (anche grazie ai “km bonus”) e RomaGiardinetti nel 2018 (grazie ai “km bonus”).

Anche la 1^ asta degli immobili è fallita, e ATAC ora punta tutto alla 2^ sessione di Settembre. Un concordato insomma totalmente fallimentare se non fosse per quel mostruoso 1,4 Miliardi di debiti congelati (tra cui ½ Miliardo che deve a noi cittadini, e che quasi sicuramente non rivedremo mai), che inizierà a restituire da fine giugno 2020 per un arco di 30 anni. Esultare per una procedura con cui in buona sostanza NON si ripagano i debiti  se non in misura ridottissima o comunque su un lunghissimo periodo, è moralmente deprecabile.

 

Ricordiamo anche la genialata del tentato noleggio di 70 bus israeliani, mai andata in porto perché violavano le leggi europee contro l’inquinamento. Da notare che quei bus avevano la cabina aperta, mentre gli autisti, soggetti sempre più ad aggressioni, chiedevano cabine blindate e telecamere.

 

Da segnalare un record minimo storico assoluto per il servizio con gli autobus: -24,2% a Giugno 2019. Anche il servizio tram ha segnato un record minimo storico: -27,2% a Giugno 2018.

 

Ma anche l’incredibile record di ben 17 linee completamente sospese per guasto a tutti i bus, il 14 giugno 2019: linee 07, 09, 043, 063, 064, 065, 089, 34, 246, 303, 338, 350, 541, 669, 670, 773, 871; record sfiorato in diverse altre occasioni (anche nel 2018). A causa di queste soppressioni l’Ospedale Bambino Gesù al Gianicolo è rimasto completamente isolato in numerose giornate.

 

L’elenco di “successi” e record durante la gestione Simioni è ancora lunghissimo, ma abbiamo scritto già troppo e tagliamo quindi corto soffermiamoci per ultimo sulla comunicazione.

ATAC non ha mai brillato nel rapporto con gli utenti, ma anche qui si sono raggiunte vette inesplorate. Come non menzionare le centinaia e centinaia di utenti bloccati sui social, e il sistema dei reclami reso molto più complesso e con pochissime voci?

Particolare riserbo poi sugli autobus andati a fuoco, spesso chiamati “principi d’incendio” e magari invece distrutti al punto da essere irrecuperabili. Ma non si può sapere di più oltre la propaganda ufficiale, perché le informazioni “non sono ostensibili causa indagine in corso”.

 

Ricordiamo in chiusura le parole di Simioni il 15 Ottobre 2019: “Oggi ATAC è passata al 97% del servizio, e con l’arrivo degli ulteriori bus (entro ottobre), ci porteremo presto vicinissimi alla percentuale del 100%”. I Report UFFICIALI di ATAC riportano il seguente servizio effettivo, svolto secondo il contratto: Ottobre 87,2%; Novembre 87,8%; Dicembre 88,2%.

Tra “97%, quasi 100%” e l’87,8% ci sembra ci sia una grossa differenza, e una clamorosa disattenzione da parte del Presidente Simioni.

 

Questa è una di quelle tipiche situazioni dove tutti sono contenti: Simioni di andarsene, e noi che se ne sia andato.

 

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Una risposta

  1. anche con gli “honesti” al governo, i manager poco capaci vengono premiati……..Strano che non sia andato all’Alitalia (un evergreen sempre valido per ogni buèn retiro hihihihi) però con Enav c’è andato vicino
    Ma poi, perchè stroncare l’assenteismo quando quelli dei furbetti sono comunque voti “bòni”….come quelli dei percettori del reddito di nullafacenza.
    Il consenso, se non ce l’hai, lo puoi sempre “incentivare”………

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