Se questo è un vicesindaco/assessore alla cultura

La figura del vicesindaco non ha mai brillato particolarmente a Roma. Chi si ricorda infatti i vice di Alemanno (Cutrufo e poi Belviso) e quelli di Marino (prima Nieri e poi Causi)?

 

L’amministrazione Raggi non fa eccezione in questo caso, presentando un vicesindaco, Luca Bergamo, che praticamente in quasi quattro anni di mandato non si è mai visto né sentito; con l’aggravante che Bergamo ricopre anche il ruolo di assessore alla cultura di Roma Capitale, ma nonostante ciò la sua visibilità e i segni che ha lasciato al suo passaggio sono men che al lumicino.

 

Noi non abbiamo avuto quindi molte occasioni di parlare di Bergamo e quando lo abbiamo fatto non è stato in termini lusinghieri. Cosa pensare infatti di un assessore che non proferisce parola mentre la sua amministrazione cerca di cancellare l’ultimo grande cinema di via del Corso? O che si fa vivo solo per solidarizzare con degli occupanti abusivi di stabili? Oppure che anziché valorizzare un’esperienza di successo come il Cinema America, cerca di boicottarla (salvo poi rimangiarsi tutto)?

 

C’è però una materia di cui l’assessore Bergamo non si è mai occupato in pubblico, a parte un recente caso di cui diremo, ma che probabilmente ha sempre gestito in prima persona ed è l’arte di strada.

Chi ci segue sa che abbiamo sottolineato più volte il degrado dell’arte di strada a Roma, con un regolamento del 2012 sconclusionato e inapplicabile (a detta in primis dei vigili) che consente agli “artisti” di esibirsi praticamernte senza limiti, a scapito di residenti, operatori commerciali ed anche turisti (ospiti degli alberghi che danno sui luoghi delle esibizioni) che sono costretti a subire l’inquinamento acustico delle esibizioni tutto il giorno, tutti i giorni.

Quando ancora vigeva il far west in piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, era arrivata anche France2 ad occuparsi delle insopportabili esibizioni. L’assessore Bergamo era stato sollecitato più volte su quel problema specifico così come sull’inadeguadezza della normativa sull’arte di strada, ma mai si è degnato di restituire il benché minimo riscontro. È stato solo grazie al Municipio, anch’esso dopo innumerevoli sollecitazioni, che alla fine si è risolto il problema di piazza della Rotonda vietando completamente ogni esibizione (il Municipio non può fare altro).

In molti si è avuta l’impressione che la totale assenza dell’assessore Bergamo su un tema di sua diretta competenza sia stata dovuta alla sua volontà di lasciare quanto  più possibile mano libera agli “artisti”, sebbene questo significhi per tanti altri cittadini subire fastidi acustici anche gravi.

Questa cosa è stata in qualche modo confermata dal fallito tentativo della commissione cultura di modificare il regolamento per l’arte di strada; nel 2017 infatti la presidente della commissione, Eleonora Guadagno, partì baldanzosa a fare sedute convocando artisti, associazioni di residenti ed uffici capitolini, salvo poi bloccarsi improvvisamente senza dare più notizie di sé (smise anche di rispondere alle richieste dirette dei cittadini). Qualche maligno dice che la cosa sia stata dovuta ad un intervento dell’assessore Bergamo che quando si rese conto che qualsiasi modifica normativa avrebbe ristretto le maglie per gli artisti (perché ad esempio ci sarebbe tutta la normativa sull’inquinamento acustico di cui tener conto, laddove il regolamento vigente non la considera proprio) diede ordine di bloccare tutto.

Che gli “artisti” abbiano un canale preferenziale con l’assessore Bergamo lo si è sempre sospettato e la cosa non farebbe neanche scandalo, se non fosse che gli altri cittadini per l’assessore non esistono proprio, non degnandoli egli neanche di risposte generiche alle loro richieste.

I sospetti sono stati alfine confermati da un servizio di Striscia la Notizia che abbiamo visto solo ultimamente e dove l’assessore Bergamo esce dall’isolamento per prendere le parti dei poveri artisti vessati dagli agenti di Polizia Locale, almeno stando a quando racconta il servizio.

 

Il reporter di Striscia la Notizia parla e fa parlare artisti che si dicono titolari di “autorizzazione” ad esibirsi e che invece si vedono fermati dai vigili, subendo a volte anche il sequestro degli strumenti. Il reporter e gli artisti manifestano a più riprese il loro stupore per l’atteggiamento quasi violento, a loro detta, degli agenti e per loro del tutto immotivato.

Evidentemente il giornalista non conosce la normativa vigente e si affida agli “artisti” che però anche loro dimostrano di non conoscerla, oppure fanno le vittime confondendo le carte.

La normativa infatti non prevede alcuna “autorizzazione” per esibirsi in strada, essendo sufficiente l’iscrizione ad un registro (cosa che può fare chiunque, anche privo di qualsiasi capacità artistica) ed una comunicazione da presentare alla Polizia Locale che però non prevedere controlli di sorta.

La verità è che a Roma chiunque può improvvisarsi “artista” ed “esprimersi” nei luoghi affollatissimi del centro storico con la ragionevole certezza di guadagnare qualcosa, a volte anche svariate migliaia di euro al mese (esentasse, ça va sans dire).

E la qualità di questa “arte” è ben mostrata dal seguente esempio visto a via del Corso lo scorso anno:

 

 

Ma se questo è solo uno sfregio al valore di tanti luoghi del centro storico che dovrebbero accogliere solo esibizioni artistiche di buona qualità (magari richiedendo un contributo agli artisti, vista la quantità di pubblico che viene sempre garantita), i veri problemi emergono quando vengono utilizzati impianti di amplificazione il cui volume viene impostato a piacimento. Non è infatti possibile misurare le emissioni acustiche (possono farlo solo i tecnici dell’ARPA, che sono pochissimi e necessitano di settimane per intervenire), per cui chiunque può produrre inquinamento acustico per ore, infastidendo residenti e lavoratori, con la Polizia Locale che non può che assistere inerme.

 

La versione originaria del regolamento per l’arte di strada prevedeva un generico divieto di utilizzo degli amplificatori ma una sentenza del TAR lo ha abrogato, richiedendo che al riguardo vengano applicate le norme relative all’inquinamento acustico, richiesta che però è stata disattesa dall’amministrazione.

L’impossibilità di usare amplificatori è comunque rimasta per una serie di luoghi del centro storico:

 

 

Nella normativa era anche previsto il sequestro degli strumenti in caso di violazioni, previsione anch’essa cassata dal TAR.

 

Recentemente, a seguito di innumerevoli sollecitazioni di cittadini ed associazioni, la Polizia Locale ha ricominciato a far applicare la normativa vigente, soprattutto nelle piazze del centro storico, provvedendo a volte al sequestro delle attrezzature sulla base del nuovo regolamento di polizia urbana.

Questa iniziaitva della Polizia Locale è stata evidentemente mal digerita da alcuni “artisti”, abituati al vecchio far west, i quali hanno trovato buon ascolto in Striscia la Notizia.

La cosa grave è però che l’assessore Bergamo prenda acriticamente le parti di questi “artisti”, preannunciando un intervento nei confronti della Polizia Locale, senza decidersi a rivedere o far rivedere la normativa complessiva per renderla più ragionevole ed applicabile.

 

Chi scrive ha provato a contattare sia l’assessore Bergamo che Striscia la Notizia, chiedendo ad entrambi di aiutare Roma a fare un passo avanti su questa tematica, ma anche in questo caso non c’è stato alcun riscontro.

 

Purtroppo anche in questa materia sembra ci si trovi di fronte all’ennesima lobby cittadina che viene coccolata dall’amministrazione M5S, come gli ambulanti o le ditte pubblicitarie, a prescindere dall’interesse pubblico e dai diritti della stragrande maggioranza degli altri cittadini.

 

Nessuna possibilità di interlocuzione con l’amministrazione per i normali cittadini, se si esclude la buona volontà della Polizia Locale, con la conseguente mortificazione degli sforzi di chiunque provi a far uscire la città dalla melma in cui si dibatte da anni.

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