Rifiuti: un’ordinanza della Sindaca semplicemente inutile

Lungi dall’essere anche solo indirizzata a soluzione, la questione rifiuti a Roma rimane una potenziale bomba pronta ad esplodere in ogni momento.

 

Dopo oltre tre anni di mandato, la Sindaca Raggi si accorge del fenomeno del “pendolarismo dei rifiuti”, ossia dei conferimenti nei cassonetti romani da parte di residenti di comuni limitrofi dove è attivo un porta a porta spinto, e prova a contrastarlo con un’ordinanza contingibile e urgente emanata lo scorso 5 agosto.

Di seguito il solito comunicato dai toni ultimativi della Sindaca:

 

 

 

L’ordinanza può essere scaricata a questo link mentre il suo contenuto, premesse a parte, è sostanzialmente il seguente:

 

ORDINA

1. il divieto, per tutti coloro che non sono residenti nel territorio di Roma Capitale, di conferire nel circuito di raccolta di Roma Capitale, rifiuti urbani prodotti nel territorio di altri Comuni;

2. il divieto di utilizzo di sacchi non trasparenti per il conferimento della frazione multimateriale leggero (plastica e metalli) e per la frazione indifferenziata/secco residuo;

 

[…]

DEMANDA

Alla Polizia Locale di Roma Capitale, la vigilanza e il controllo sull ‘osservanza e la corretta esecuzione della presente Ordinanza.

 

 

Il testo del punto 1 sembrerebbe inequivoco: se non risiedi a Roma non puoi conferire nel circuito cittadino i rifiuti prodotti fuori Roma.

Ma qui sorge subito la domanda: come si fa a risalire al luogo in cui i rifiuti sono stati prodotti? Stando infatti al testo dell’ordinanza, se i rifiuti sono stati prodotti a Roma essi possono essere conferiti nel circuito cittadino anche da non residenti. E allora, come farà l’eventuale vigile a contestare ad un non residente di conferire rifiuti in violazione dell’ordinanza? Basterà che la persona, benché non residente a Roma, dichiari, vero o falso che sia, che i rifiuti che sta conferendo sono stati prodotti a Roma e l’agente non potrà farci nulla.

 

La previsione del punto 2 è invece alquanto ambigua, essendo non univoco cosa si intenda per “sacchi non trasparenti”. Qual è infatti il livello di trasparenza richiesto dall’ordinanza? È sufficiente che si intraveda più o meno il contenuto del sacco o c’è la necessità che esso sia chiaramente distinguibile per verificare eventuali errati conferimenti?

 

Ma il problema di fondo di questa ordinanza è il pensare che la Polizia Locale di Roma possa svolgere un’azione repressiva nei confronti dei comportamenti ora vietati, come se non fosse chiaro anche ai sassi il livello monstre di illegalità che caratterizza tutti gli aspetti del vivere cittadino a Roma.

Pretendere che quello che abbiamo chiamato “il problema #1 di Roma” si metta anche a star dietro a chi conferisce male i rifiuti, rischiando di sentirsi rispondere nei modi più disparati e dovendo accettare tali risposte, è ad essere buoni una pia illusione.

 

Detto quindi della totale inutilità dell’ordinanza appena firmata, riprendiamo una segnalazione dei lavoratori AMA della LILA per indicare alla Sindaca un problema altrettanto se non più grave del pendolarismo dei rifiuti, ossia i conferimenti nei cassonetti delle utenze non domestiche (UND).

 

 

Gli esercizi commerciali devono infatti conferire i propri rifiuti tramite un servizio di raccolta dedicato, svolto da alcune cooperative. Purtroppo sempre più esercenti, almeno nelle zone dove sono presenti i cassonetti, preferiscono conferire i loro rifiuti in maniera indifferenziata nei cassonetti sicuri che nessuno gli contesterà mai la cosa. È questa una delle cause dell’esplosione dei rifiuti indifferenziati a Roma ma né l’AMA né l’amministrazione sembrano dare il giusto peso alla cosa.

 

Nel nostro piccolo questo problema l’avevamo segnalato ai primi di luglio, in un post sui rifiuti in cui abbiamo provato a dare di nuovo qualche suggerimento all’assessore all’ambiente nonché Sindaca di Roma.

Certo che se alla Sindaca Raggi ci sono voluti oltre tre anni per accorgersi del fenomeno del pendolarismo dei rifiuti, chissà quanto le ci vorrà per rendersi conto che la raccolta delle UND è totalmente fuori controllo, oppure delle possibilità che iniziative come NonSonoRifiuti o le macchiette mangia bottigliette (che però dovrebbero essere diffuse ovunque in città) offrono per ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati.

 

Non vogliamo fare i menagrami sulla questione rifiuti a Roma e quindi ci limitiamo a riportare il parere di chi in mezzo ai rifiuti di Roma ci opera ogni giorno.

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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