“Procedure più snelle e personale adeguato”, per non perdere l’occasione del PNRR

Centinaia di milioni di euro non spesi nel 2021 dimostrano quali rischi corra Roma. La denuncia di Caudo con la richiesta di analizzare il problema e trovare velocemente soluzioni

La scorsa settimana l’Assemblea Capitolina ha cominciato a lavorare ad un bilancio in larga parte derivato dalla scorsa consiliatura e costruito essenzialmente sulle risorse non spese durante l’anno 2021, pari a circa 150 milioni di euro.

Un bel gruzzolo di soldi che avrebbero dovuto essere spesi durante lo scorso anno, cosa però non avvenuta. E non è che i soldi non sono stati spesi perché non ce ne fosse bisogno, bensì a causa di procedure farraginose, incapacità della parte politica e deresponsabilizzazione degli uffici.

 

Di questo problema ci siamo occupati già a metà dicembre scorso, segnalando come i notori problemi del Comune di Roma a spendere le risorse disponibili potrebbero avere conseguenze disastrose nel caso dei fondi previsti dal PNRR.

Torniamo a parlarne perché la stessi tesi è stata avanzata qualche giorno fa, con ben altra autorevolezza, dal consigliere capitolino Giovanni Caudo, esponente di Roma Futura e incaricato di presiedere la commissione speciale per il monitoraggio del PNRR.

Questo il testo che Caudo ha pubblicato sulla sua pagina facebook:

 

Roma ha fondi che non è in grado di spendere. Un’amministrazione più efficiente è il nostro primo impegno, per non sprecare l’opportunità del PNRR

Il bilancio che andiamo ad approvare è frutto di fondi non spesi durante l’anno 2021, pari a circa 150 milioni di euro. Abbiamo appreso di importanti risorse non spese per investimenti, ma anche nella spesa corrente, mancate spese per servizi a volte essenziali.
Incredibili le risorse non spese sulla scuola.
Tutti sappiamo le condizioni di disagio in cui operano le nostre educatrici, con scarsi mezzi e arredi per lo più obsoleti.
Come Roma Futura abbiamo chiesto e lo facciamo ancora che si possa svolgere un apposito incontro della commissione Bilancio insieme al Direttore generale per approfondire le ragioni e i motivi di questa difficoltà, che è diventata parossistica.
Abbiamo servizi carenti ma abbiamo le risorse.
Vorremmo conoscere, a seguito di un’analisi approfondita, le ragioni e quindi i rimedi, perché questa città non si può permettere di non spendere le risorse che vengono appostate nelle varie voci di bilancio, soprattutto nei servizi essenziali.
Mi permetto di segnalare tra le tante ragioni anche un atteggiamento che ha preso piede negli uffici del Comune di Roma, quello di non decidere o di far decidere sempre qualcun altro.
Il primo impegno di questa nuova Amministrazione quindi è fare in modo che l’amministrazione comunale diventi più efficiente, e più efficace la nostra capacità di spesa.
Questo anche in previsione dei prossimi adempimenti previsti per il PNRR. Roma non può permettersi di perdere le risorse stanziate e, per farlo, ha bisogno di procedure più snelle e personale adeguato“.

 

Abbiamo servizi carenti ma abbiamo le risorse“, scrive Caudo e questo è davvero inaccettabile, perché dover fare di necessità virtù quando i soldi mancano è comprensibile, ma far mancare servizi anche essenziali ai più deboli solo per incapacità di utilizzare quello che si ha a disposizione è troppo grave.

Fondamentale quindi capire perché ciò accada e porvi immediatamente rimedio. Ci aspettiamo quindi che si dia seguito senza indugi alla richiesta di un’indagine della Commissione Bilancio insieme al Direttore Generale.

 

Preoccupa in particolare l’accenno che fa Caudo all’atteggiamento apparentemente sempre più in voga negli uffici capitolini, quello per cui si fa di tutto per non prendersi le proprie responsabilità, finendo col bloccare la macchina amministrativa.

Noi crediamo che una forte spinta a questa deresponsabilizzazione degli uffici l’abbia data la passata amministrazione, quando la maggioranza premiata dagli elettori ha portato nelle stanze dei bottoni un esercito di apprendisti stregoni, in gran parte ignoranti di processi amministrativi e decisionali ma con la presunzione di poter sopperire con le sole buona volontà e impegno.

Tra i tanti parvenue ai posti di comando e l’incessante avvicendamento di assessori che ha caratterizzato l’ultima consiliatura, non c’è da sorprendersi se dirigenti e funzionari comunali abbiano pensato più a tutelarsi che a seguire le altalenanti indicazioni del livello politico.

Se quindi è necessario riportare dirigenti e funzionari comunali ai doveri del loro ufficio, è altrettanto importante che il nuovo livello politico li metta in condizione di operare con la necessaria tranquillità, fornendo indirizzi chiari e ragionevoli.

 

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