No al Grab dentro Villa Ada, meglio sfruttare le ciclabili che la circondano

L'Osservatorio Sherwood: "A rischio la convivenza con bambini, podisti e cani". Perplessa anche l'Associazione Carteinregola: "Servono regole e trasparenza"

Terzo articolo dedicato al passaggio del Grab dentro Villa Ada. A seguito della mobilitazione dei cittadini, Roma Servizi per la Mobilità ha fatto sapere che nulla è ancora deciso e che si stanno valutando due progetti: un percorso interno, lento e compatibile con la presenza dei pedoni. E un itinerario esterno per l’attraversamento veloce su via Ponte Salario. Questo itinerario è quello preferito da alcuni comitati. Oggi riportiamo la posizione dell’Osservatorio Sherwood e dell’associazione Carteinregola.

 

 

 

Nei giorni scorsi abbiamo dato conto del comunicato sottoscritto da 11 associazioni cittadine che lanciano l’allarme per il possibile passaggio del Grab dentro Villa Ada. Il Grab è un progetto ambizioso e consiste in un anello ciclopedonale che si sviluppa per 45 km all’interno di Roma.

Il nome è di per sé suggestivo in quanto emula il Gra dedicato alle automobili con l’aggiunta di una B che sta per biciclette (Grab=Grande Raccordo Anulare delle Biciclette).

Non è questa la sede per discutere della validità o meno del progetto nel suo complesso, mentre vogliamo tornare ad attirare l’attenzione sulla tratta del percorso che più ha preoccupato alcuni cittadini. Secondo le planimetrie (non ancora approvate in via definitiva) dovrebbe attraversare Villa Ada provocando un impatto sul parco non indifferente.

 

L’Osservatorio Sherwood, forse l’organizzazione che più ha a cuore la tutela della villa, teme le conseguenze causate dall’attraversamento di centinaia di biciclette che porterebbe a contendersi i vialetti con passeggini, bambini, anziani, podisti e cani.

La proposta dell’Osservatorio è quella di far contornare Villa Ada dal Grab senza passare al suo interno. Lorenzo Grassi, giornalista e fondatore del gruppo Sherwood, lo scorso 12 febbraio ha espresso i suoi dubbi durante un dibattito on line dedicato proprio ai cantieri del Grab. Qui un estratto del suo intervento.

 

https://fb.watch/4GuHI41-bH/

 

Dunque, si rischierebbe di ottenere l’effetto contrario rispetto agli obiettivi del Grab. Questo tende a riqualificare le aree dove passerà mentre nel caso della Villa potrebbe creare danni e disagi.

La caratteristica di Villa Ada è quella di essere un’oasi naturalistica e una foresta urbana, tra l’altro una delle più grandi d’Europa. Questa sua peculiarità – spiega Grassi – va assolutamente preservata. Ecco perché l’Osservatorio Sherwood si dice favorevole ad incentivare la mobilità ecologica ma non a discapito della fruizione dei parchi.

 

Nel caso specifico la proposta è far correre il Grab sulla ciclabile già esistente di via del Foro Italico e via della Moschea, richiudendo il cerchio del percorso attraverso viale Parioli o viale Tiziano. In questo modo si potrebbe mettere in connessione la nuova tratta con le pista di Ponte Milvio e l’Auditorium.

Sebbene per adesso nulla sia stato ancora deciso e il dibattito sia aperto, all’interno della Villa qualcuno ha già spianato alcuni vialetti, quasi a voler anticipare un futuro percorso e vedere l’impatto che potrebbe provocare. Dal Dipartimento Ambiente fanno sapere che si tratta di lavori di ripristino della piena percorribilità dei viali già previsti e che nulla hanno a che fare col Grab, però la tempistica lascia perplessi soprattutto considerando il fatto che vi sono cumuli di sfalci da raccogliere da mesi. Allargare i viali non sembra una priorità. Fatto sta che questi qui sotto sono solo alcuni degli allargamenti sui cigli registrati in questi giorni dall’Osservatorio Sherwood.

 

 

Cautela viene espressa dall’Associazione Carteinregola che ha pubblicato un documento molto completo sull’intero progetto Grab e che si riserva ulteriori approfondimenti ai quali verrà dedicata una apposita sezione del sito. Qui verranno raccolte riflessioni e proposte dei soci oltre che dei comitati aderenti alla Rete.

Relativamente al passaggio dentro Villa Ada, il documento di Carteinregola spiega che sebbene “il giardino storico sia destinato ad essere visto e percorso, è chiaro che il suo accesso deve essere regolamentato in funzione della sua estensione e della sua fragilità in modo da preservare la sua sostanza e il suo messaggio culturale”.

La villa – prosegue il documento – “è sottoposta al Piano di Utilizzazione, approvato e ratificato in data 11 marzo 1994 con accordo di programma tra Ministero Beni Culturali ed Ambientali, Regione Lazio e Comune di Roma. Si tratta di uno strumento urbanistico che definisce gli usi di aree ed immobili. All’articolo 6 sul sistema dei percorsi prevede percorsi naturalistici, didattici, percorsi odorosi, “percorsi vita” (ginnici attrezzati)  ma non prevede percorsi ciclabili”. 

Il Regolamento capitolino del Verde recentemente approvato parla dell’accesso delle biciclette e prevede che “è consentito come da segnaletica, esclusivamente su viali, strade e percorsi ciclabili con l’obbligo di dare precedenza ai pedoni, escludendo il transito sulle aree a verde”. Tanto è vero che ad oggi molte biciclette accedono al parco. “E’ quindi urgente – si legge nell’articolo di Carteinregolaindipendentemente dalla realizzazione del GRAB che siano definite e fatte rispettare regole certe per l’accesso e la fruizione del parco da parte dei ciclisti, considerando le limitazioni previste dal Piano di utilizzo”.

L’associazione conclude che “ci sono  a nostro avviso alcune controindicazioni che dovrebbero spingere i progettisti – e gli enti preposti alla tutela della Villa – a scegliere un tracciato alternativo”.

 

Torneremo a parlare di questo progetto di attraversamento per raccogliere altre opinioni per permettere ai nostri lettori di farsi un’idea più compiuta. Il passaggio di piste ciclabili nei parchi non è di per sé un male e dove è stato sperimentato ha anche permesso un buon grado di convivenza. Per esempio nel “Bosco in Città” di Milano, tra Trenno e via Novara, vi sono diversi sentieri percorribili appositamente dalle bici. Ma si tratta quasi sempre di parchi periferici distribuiti su enormi superfici verdi. Il caso di Villa Ada, un’oasi urbana interna alla città, è ben diverso e rischia di aprire una ferita che sarebbe poi difficile rimarginare, soprattutto considerando che già esiste una ciclabile che circonda l’area.

 


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3 risposte

  1. Solo una cosa mi lascia perplesso: il parco di Villa Ada è aperto dalle 7 alle 20
    Mi sembra assurdo far passare una ciclabile in una zona che è chiusa per 11 ore al giorno
    E comunque, se così non fosse, non mi sembra saggio cala passare in un luogo che rimarrebbe denserò per tutta la notte (nella migliore delle ipotesi perché se qualcuno avesse un malore lo rimoverebbero solo la mattina dopo)

  2. Logica vuole che l’attraversamento non venga preso in considerazione.
    Ma chi ha avuto questa brillante idea?
    Attraversamento compatibile con la presenza di pedoni?
    Ma siamo su scherzi a parte?

  3. Io frequento a piedi villa Ada da anni e già adesso mi trovo spesso ad avere a che fare con comportamenti scorretti ed incivili da parte di alcuni “ciclisti sportivi” che arrivano a tutta velocità da dietro curve strette con scarsa visibilità o che si lanciano nelle discese pretendendo che tutti si facciano da parte.
    Se si dovesse ufficializzare una pista ciclabile essi si sentirebbero ufficialmente autorizzati a percorrerla pretendendo la precedenza sui pedoni come di fatto ora fanno “illegalmente”.
    Certi comportamenti in un parco pubblico frequentato da famiglie con bambini anche piccoli sono inaccettabili e venno impediti sul nascere.

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