Il GRAB che attraversa Villa Ada. C’è chi pensa non sia una buona idea

Diamo conto delle obiezioni che alcune associazioni hanno avanzato sul progetto. Proveremo a dare anche il punto di vista opposto, perché tutti possano farsi un'idea informata

Il Grande Raccordo Anulare delle Bici (GRAB), l’anello ciclopedonale di poco più di 44 Km tutto interno al GRA, fu presentato la prima volta da Legambiente e VeloLove a maggio 2015.

Nel 2016 il progetto fu selezionato dal Ministero delle Infrastrutture tra quelli da finanziare e nel settembre dello stesso anno il ministro Del Rio e il sindaco Raggi firmarono un protocollo d’intesa per la progettazione e realizzazione dell’opera.

Poi non si è saputo più nulla, tanto che Legambiente, uno dei promotori, a fine 2017 provò a riaccendere il dibattito sull’opera scatenando le furie dell’allora assessore alla mobilità Meleo.

 

A gennaio di quest’anno improvvisamente l’amministrazione capitolina ha annunciato ed iniziato un percorso partecipato in vista della realizzazione del GRAB, in collaborazione con VeloLove.

Si sono quindi iniziati a conoscere i dettagli del progetto e vi è una parte dello stesso che ha acceso un dibattito cittadino molto sentito. Si tratta dell’attraversamento di Villa Ada da parte del GRAB.

 

Che si possa andare in bicicletta in un parco cittadino dovrebbe essere la cosa più normale del mondo, ma vi è un consistente numero di cittadini e associazioni che temono che l’attraversamento di Villa Ada con la ciclovia del GRAB possa avere un impatto troppo grande sugli equilibri del parco.

Noi abbiamo ricevuto il comunicato redatto da questo gruppo di associazioni e vogliamo darne conto perché tutti possano farsi un’idea di quelli che sono i problemi sollevati. Queste associazioni non mettono infatti in discussione la possibilità di andare in bici all’interno di Villa Ada, bensì la creazione di un’infrastruttura che potrebbe stravolgere alcune delle zone più delicate della villa.

Come si può vedere si tratta di sodalizi degni di rispetto e le cui considerazioni meritano di essere conosciute e valutate.

 

Il comunicato integrale può essere scaricato a questo link.

 

Di seguito qualche estratto. Dalle premesse:

-il piano di utilizzazione della villa […] non prevede assolutamente percorsi ciclabili all’interno del parco.

 

Tra le criticità:

Un percorso ciclabile o ciclovia di circa 3,5 metri di larghezza – come prospettato – risulterebbe decisamente invasivo, indebolendo il tranquillo godimento dell’area protetta. Le attuali vie sterrate in buon stato di manutenzione e drenaggio, i sentieri o tracciati, infatti, subirebbero una profonda modifica per rispondere ai requisiti tecnici previsti, con la conseguente alterazione dello stato dei luoghi. Il circuito ciclabile rischierebbe di trasformarsi in una “superstrada” a svantaggio degli altri frequentatori del parco: pedoni, jogger, bambini, famiglie con passeggini. La ciclabile ne limiterebbe l’uso da parte delle altre categorie di utenti e frequentatori dell’area.

 

Infine la richiesta, che non prevede mezzi termini:

… chiediamo che l’Amministrazione Comunale e l’Agenzia Roma Mobilità escludano dal progetto GRAB l’attraversamento interno di Villa Ada e prevedano che il percorso ciclabile sia sviluppato all’esterno della Villa, intersecandosi con i percorsi ciclabili già esistenti …“.

 

A noi non sembrano affatto oziose le considerazioni fatte in questo comunicato, ma per farsi un’idea compiuta crediamo occorrano maggiori informazioni su quelli che potranno essere i flussi attesi sulla ciclovia e i “requisiti tecnici previsti” per i sentieri ed i tracciati.

Escludendo che si possa vietare il transito delle bici a Villa Ada, così come in qualsiasi altro dei grandi parchi romani, immaginiamo si possa trovare il modo di conciliare un percorso cicloturistico (questo è il GRAB) con la necessaria protezione della villa.

 

Contiamo di approfondire la cosa ascoltando a stretto giro il parere di chi invece pensa che il passaggio del GRAB dentro Villa Ada non metta in pericolo gli equilibri di quello spazio verde cittadino.

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Una risposta

  1. Credo che sarebbe preferibile sviluppare I percorsi ciclabili fuori dei parchi i generale.
    Anche perché il popolo dei ciclisti comprende umanità varia e non tutti sono rispettosi delle regole e dotati di buona educazione.

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D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

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