L’espressione “eterogenesi dei fini” viene resa da wikipedia come “conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali“.

E allora come meglio descrivere quanto sta avvenendo in questi giorni a piazza Navona?

In pratica, l’amministrazione comunale toglie al Municipio I la competenza per organizzare la festa della Befana a piazza Navona, convinta di riuscire a far molto meglio di quanto fatto vedere dallo stesso Municipio gli ultimi anni (e non ci voleva molto, basta vedere l’esito dello scorso anno), ed invece a tutt’oggi il risultato è che non c’è alcuna festa, nessun banco né allestimenti natalizi.

L’altro ieri, 8 dicembre, siamo andati a piazza Navona e per la prima volta da tempo immemorabile l’abbiamo trovata con zero bancarelle!

 

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(ci si perdoni la pessima qualità della foto)

 

Per l’amministrazione comunale è una difatta colossale non essere riusciti ad organizzare per tempo una festa che loro stessi hanno sempre giudicato imprescindibile per la città, tanto da decidere di sfilarla dalle competenze del Municipio.

A noi invece sembra un sogno poter ammirare la piazza in tutta la sua bellezza, senza che con la scusa della tradizione venga occupata con una specie di fiera paesana di quart’ordine, a solo vantaggio di pochi esercenti che pare godano di un diritto divino su questo luogo straordinario.

Si direbbe realizzatasi la decisione che prese l’amministrazione guidata dal Sindaco Argan nel 1977, quando decise di spostare la festa della Befana da piazza Navona al Circo Massimo, “… evitando così per il futuro che antiestetiche baracche deturpino la bellezza della splendida piazza“, decisione che poi per qualche motivo non si riuscì a concretizzare.

 

Come abbiamo più volte avuto modo di scrivere, noi pensiamo che piazza Navona sia perfetta già così e difficilmente si può trovare il modo di adattare una qualsiasi iniziativa ad uno scenario unico come quello. Se però si dovesse optare per cercare di proseguire la tradizione del mercatino della Befana, è per noi indispensabile che la cosa venga fatta al livello più alto possibile, con la supervisione di tutti gli uffici di tutela e con il coinvolgimento delle migliori energie imprenditoriali romane, nazionali ma anche estere. L’obiettivo non può infatti che essere il puntare al miglior risultato in termini di decoro, prestigio e ritorni economici diretti ed indiretti per la città (tanto per essere chiari, questa è un’iniziativa che potrebbe portare diverse centinaia di migliaia di euro alle casse del Comune, altro che il piatto di lenticchie di cui ci si è accontentati finora). Purtroppo anche il tentativo del Comune di quest’anno si è inserito nello stesso solco “poraccistico” degli anni passati, per cui meglio lasciare la piazza libera che occuparla in malo modo.

 

La storia della festa della Befana di quest’anno è comunque tutt’altro che conclusa. Come avevamo indovinato (per primi, fino a prova contraria) la prevedibile vittoria del bando dei soliti noti si è scontrata con le consistenti spese del piano di sicurezza, che la direttiva Minniti prevede da quest’anno particolarmente serio e stringente. Dopo un primo tentativo di far pagare almeno una parte delle spese all’amministrazione comunale, tentativo che fortunatamente appare essere stato respinto dall’amministrazione stessa (con la minaccia di esposti alla Corte dei Conti da più parte giunta, queste pagine incluse, che probabilmente avrà aiutato l’amministrazione a decidere), sembra che ora gli operatori stiano facendo carte false per ridurre le spese previste dal piano di sicurezza.

Anche in questo caso speriamo vivamente che non si accetti alcun compromesso al ribasso, giacché non è pensabile che per far risparmiare soldi a chi evidentemente non è in grado di operare a certi livelli si debba mettere a repentaglio l’incolumità delle migliaia di persone che senz’altro affolleranno piazza Navona nel periodo festivo.

Il problema di fondo appare infatti essere l’inadeguatezza degli operatori che si sono aggiudicati il bando ad organizzare una manifestazione di livello in uno scenario unico al mondo come piazza Navona. Se infatti vuoi organizzare sulla piazza la solita fiera paesana, puntando sempre a massimizzare i guadagni riducendo i costi (e non bensì aumentando i ricavi), è normale che il piano di sicurezza possa apparire un costo insormontabile.

Se invece si fosse aperta la festa a tutti gli operatori commerciali, e non quindi solo agli ambulanti, eliminando la dicitura di “fiera” associata alla festa della Befana, ci si poteva aspettare presenze di peso sulla piazza, aziende romane e non, disposte ad investire puntando ai ricavi sostanziosi che un mercatino di Natale a piazza Navona può senz’altro assicurare.

Purtroppo la scelta dell’amministrazione, del presidente Coia in particolare, è stata di non voler modificare la tipologia della manifestazione, mantenendola un’esclusiva del commercio ambulante (ed automaticamente di certi soliti noti che possono vantare criteri di anzianità imbattibili a piazza Navona), e di conseguenza tutti i problemi a trovare chi paga le indispensabili misure di sicurezza.

Da quel che leggiamo domani, lunedì 11, è previsto l’incontro decisivo tra amministrazione e vincitori del bando per decidere se la festa quest’anno si farà o no.

A questo punto noi facciamo il tifo per una rinuncia degli operatori che dovrebbe anche risolversi in un nulla di fatto dell’ultimo bando, con conseguente scampato rischio di avere la festa assegnata per i prossimi 9 anni. Questo vorrebbe dire avere una nuova possibilità per ricominciare daccapo, modificare la tipologia della festa e finalmente provare a fare le cose come si deve.

Sperem, ma nel contempo continueremo a tenere gli occhi aperti perché non venga fatta qualche furbata dell’ultim’ora.

 

 

P.s.: sempre nell’ambito della visita che abbiamo fatto a piazza Navona lo scorso 8 dicembre, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione dell’inconsistenza della Polizia Locale a Roma. Entrando infatti nella piazza da via di S. Agnese in Agone, notiamo un furgone parcheggiato ed una bancarella di souvenir che occupano più della metà della stradina, costringendo le persone ad accalcarsi nello spazio rimasto.

 

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Che il furgone non potesse stare lì è cosa indiscutibile, ma anche la presenza della bancarella ci è parsa molto sospetta, trovando impensabile che qualcuno possa averla autorizzata a chiudere parzialmente una delle poche, e anguste, vie di entrata/uscita della piazza.

Nel dubbio abbiamo cercato se ci fossero dei vigili in piazza e ne abbiamo trovati un paio che stazionavano all’interno dell’autovettura di servizio nei pressi della fontana del Nettuno (la solita presenza autorevole e rassicurante tipica dei vigili romani), ai quali abbiano descritto la presenza del banco e del furgone in sosta. Gli agenti sono caduti dalle nuvole (e come stupirsi?) ed hanno detto che avrebbero verificato. Sono quindi usciti dall’auto e si sono diretti presso la bancarella dove hanno parlato con qualcuno.

Non ci siamo fermati a vedere l’esito dell’intervento ma immaginiamo che, se veramente quel banco non fosse autorizzato come supponiamo noi, avranno chiesto all’esercente di rimuovere banco e furgone con tutta la calma del mondo, provvedendo forse (perché per certe cose ci vuole l'”amministrativa”) ad elevare un verbale di multa la cui efficacia è tutta da verificare.

Al che torniamo a chiederci: ma un corpo di Polizia Locale così inutile che lo paghiamo a fare? Sappiamo bene quanta poca responsabilità abbia il singolo agente in questo caos cittadino (benché ne abbiano anche loro) ed è per questo che continuiamo a scrivere che se l’amministrazione non riprende il controllo del territorio con una Polizia Locale riformata ogni tentativo di risollevare Roma dal degrado sarà destinato al fallimento.

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