La festa della Befana per il Sindaco Argan

LetteraArgan

Da qualche giorno sta girando su facebook la lettera riportata sopra (di cui ringraziamo il dott. Nico Valerio per la pubblicazione).

In essa Giulio Carlo Argan, primo sindaco non democristiano di Roma, comunica la decisione da parte della sua amministrazione di spostare la festa della Befana da piazza Navona “… evitando così per il futuro che antiestetiche baracche deturpino la bellezza della splendida piazza“. Nei fatti poi lo spostamento non avvenne mai, ma l’indicazione contenuta nella lettera è inequivocabile.

Si potrà immaginare quanto piacere possiamo aver provato a leggere queste parole noi che da mesi ci sgoliamo per cercare di scongiurare il ritorno del degrado in piazza Navona. Iniziammo molto presto, a fine settembre, allorché ci giunsero voci sulle intenzioni del Municipio di rifare un nuovo bando per la festa. E da ultimo ne abbiamo scritto a fine ottobre, prendendo atto che il Municipio non ha voluto dare ascolto ai tanti che chiedevano un ripensamento sul nuovo bando.

Non può che farci piacere il leggere che le enormi perplessità che da mesi avanziamo sulla necessità di tornare ad allestire la festa della Befana in piazza Navona, noi che non abbiamo nessun titolo per parlare di estetica, siano in linea con un giudizio così netto espresso da persona che invece di titoli per affrontare l’argomento ne aveva a volontà.

Consci anzi dei limiti che il nostro giudizio può avere, noi non ci siamo mai spinti a chiedere che la festa non venisse più allestita. Come abbiamo ripetutamente scritto, non ci siamo scandalizzati per l’allestimento ridotto dello scorso anno sulla piazza, grazie al boicottaggio degli operatori tradizionali (l’abbiamo anzi gradito particolarmente), e non ci creerebbe problemi anche l’assenza di un qualsiasi allestimento, giacché la piazza è ovviamente già spettacolare così com’è.

Temendo però di esagerare nel chiedere lo spostamento completo della festa in altro luogo, abbiamo sempre avanzato la necessità che essa venga progettata tenendo presente la particolarità del luogo in cui si svolge. Chiaramente un tale progetto non può essere predisposto solo da funzionari comunali, che non possono avere tutte le necessarie competenze, bensì necessita di professionisti che siano in grado di coniugare le diverse esigenze con uno scenario d’eccezione come piazza Navona. E per individuare professionisti del genere noi avremmo visto bene un concorso d’idee per disegnare una nuova festa della Befana che, riprendendo la tradizione, fosse in grado di offrire qualcosa di indiscutibile qualità sotto ogni punto di vista.

Purtroppo il Municipio ha voluto prendersi la responsabilità di rifare un bando di cui nessuno, a parte gli operatori che avevano boicottato quello dello scorso anno ed erano quindi rimasti a spasso, sentiva la necessità; per di più impegnando piazza Navona per i prossimi 10 anni con un provvedimento che fin dall’inizio ha mostrato tutta la sua pochezza (tant’è che è stato necessario integrarlo in fretta e furia con norme aggiuntive “appiccicaticce”). Ed in tutto ciò si è dovuta registrare la sostanziale assenza della voce del Comune, a parte il flebile appoggio che l’ex-sindaco Marino volle dare all’iniziativa ed alla sostanziale freddezza dell’ex-assessore Leonori che probabilmente all’inizio, coinvolta nella conferenza stampa di presentazione, non dovette rendersi ben conto del pasticcio in cui la stavano coinvolgendo.

 

È curioso come sostanzialmente lo stesso schieramento politico, fatte le dovute differenze a distanza di 40 anni, possa esprimere due posizioni così diverse: da una parte la cristallina indicazione del sindaco Argan, preoccupato di tutelare una piazza capolavoro, dall’altra la velleitaria iniziativa della presidente Alfonsi la cui unica motivazione non può che essere stata la volontà di far rientrare in gioco gli operatori tradizionali delle festa.

 

P.s.: l’esito del nuovo bando era previsto per la fine di ottobre ma a tutt’oggi nulla è trapelato del lavoro della commissione incaricata di scegliere tra i partecipanti. Considerato che manca poco più di un mese all’inizio della festa ci si chiede che razza di allestimenti si riusciranno a preparare in così poco tempo.

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9 risposte

  1. Va detto che però non è corretto decontestualizzare una simile lettera. Ad esempio si potrebbe dire come mai non è stato fatto ? ha cambiato idea ? in questo caso ci sono ulteriori lettere ?
    E poi per finire si parla di circo massimo riconoscendo un notevole valore alla festa. Non certo le idee di ex amministratori che cercavano parcheggi in luoghi inidonei !

    PS
    attenzione ho notato che non avete aggiornato il blog alle novità legislative in tema di cookie.

  2. Grazie anzitutto dell’avvertimento sui cookie; ci stavamo in effetti lavorando.
    Sulla lettera invece, cosa vuol dire “decontestualizzarla”? Il testo parla chiaro e riporta la decisione dell’amministrazione di spostare la festa per preservare l’estetica di piazza Navona. Si potrà concordare o meno, trattandosi di giudizio estetico, ma esso è inequivocabile.
    I motivi per cui poi lo spostamento non fu fatto non è dato saperli ed essendo passati quasi 40 anni è anche difficile ricostruirli. Proveremo ad interrogare il destinatario della missiva nel caso ricordi qualcosa.
    A nostro avviso la cosa più probabile è che l’amministrazione nel prendere la sua decisione non tenne conto di eventuali impegni già presi con gli operatori della festa, per cui non fu possibile spostarla subito come deciso.

  3. Per decontestualizzare volevo dire che non ci sono i passaggi successivi. Per quanto ne so Il sindaco Argan potrebbe aver semplicemente cambiato idea, ammettendo che quella lettera fu un errore. Per dirne una. Se una coppia litiga un giorno bisognerebbe valutare quanto meno gli altri 364 giorni…non credete ?
    Non voglio più parlare della passata ammnistrazione,ma non pensate che ci potrebbero essere magari delle lettere di tenore, “amichevole” e nel trovare una soluzione condivisa su certe situazioni …;-)

    PS i politici si formano su una serie di testi, tra cui “il principe” di machiavelli e “storia universale dell’infamia” di Borges. Insomma dire che quella lettera era un obiettivo mi sembra una forzatura. Poi ognuno la può pensare come vuole.

  4. Dopo la sua risposta inequivoca alla mia lettera, il sindaco Argan NON cambiò idea. La sua Segreteria, discretamente, mi fece capire che c’erano state opposizioni molto forti dei commercianti ambulanti che allora – credo – animavano la manifestazione, dei loro sindacati e di politici in Consiglio. Allora, storicizziamo, un Sindaco non aveva pieni poteri come oggi (e perfino oggi a un Marino non è stato permesso fare quello che voleva). Comunque sottolineo un concetto fondamentale: una cosa è la Festa dell’Epifania, tradizionale, come so bene da esperto dei Sonetti del Belli (tanto che ho un sito dedicato: “Il Mondo del Belli”), che avviene però il 6 gennaio. Altra cosa, molto diversa, la festa continua detta “di Natale”, che si trascinava fino a pochi anni fa, e solo a scopi bassamente commerciali (dove il “bassamente” si riferisce beninteso non al commercio, ma alla qualità e al tipo di mercanzie…) dal 1 dicembre fino alla fine di gennaio! Oggi la manifestazione è ancora “natalizia”, anche se un poco più limitata. Ebbene, questa manifestazione per il Natale a piazza Navona NON è molto tradizionale per Roma e per la piazza. Come pochi sapranno, i regali i nostri Antenati non li facevano a Natale, che era una festa solo religiosa, ma alla Befana, probabilmente perché tutto il periodo post-natalizio coincideva nell’Antichità Romana con le grandi feste dei Saturnali, che la Chiesa Cristiana opportunisticamente divise in una parte religiosa (Natale) e una di infrazione della norma, divertimento e confusione (Carnevale). Quindi, per tornare a noi, che si contui la festa della Befana a piazza Navona, ma con argomento solo riservato all’Epifania, e con mercanzie adatte all’antichità e bellezza della piazza. Va abolito del tutto invece la caotica mostra-mercato pseudo-natalizia, che è solo consumismo becero del più squallido aspetto con paccottiglia di plastica e dolciumi di bassissima qualità che neanche nei mercatini di borgata. Il Centro di Roma non può essere trattato come la piazzetta del mercato di un remoto villaggio. Per un fatto estetico (non si vergognano i romani di fronte ai turisti, specie stranieri?), per la visibilità dei monumenti impedita ai cittadini e turisti per oltre un mese, uno dei migliori dell’anno per visitare Roma, e per dignità storica.
    Fu Donna Olimpia, con le sue manie di grandezza, ad abbellire la piazza che prima era una lunga spianata brutta, fangosa, sporca di letame di animali, non selciata, piena di rifiuti del mercato delle erbe (poi spostato a Campo de’ Fiori). Vogliamo ora tornare alla situazione pre-Donna Olimpia? Così sembrano volere molti romani (romani? Bah, sulla loro conoscenza storica di Roma avrei molti dubbi…) “realisti”, che – com’è come non è (e non parla un komunista ma un liberale) – stanno sempre dalla parte dei venditori. Ma non dovrebbero semmai stare dalla parte dei compratori, cioè dei cittadini, che sono molti di più? Lo dico agli amici del PD, che forse avendo da farsi perdonare l’essere stati, alcuni di loro, comunisti ora sbracano in senso contrario e prendono sempre posizioni conservatrici o reazionarie, e stanno sempre “dalla parte del giaguaro”. Io, invece, non ho da farmi perdonare niente: sto con la libertà dei cittadini, cioè di godersi la città, e anche questo è un diritto, e che diritto! Il commercio ambulante davanti ai monumenti e nei luoghi artistici IMPEDISCE il godimento da parte di tutti di quei beni, a vantaggio dei diritti di una esigua minoranza che potrebbe benissimo vendere a 200 metri da lì. Non è prepotenza questa?

  5. Quanta carne al fuoco. A parte il fatto che ho sollevato solo dei quesiti. Mai detto che il sindaco Argan cambiò idea….mi sono limitato a considerarla un ipotesi. E continuo a considerato un’ipotesi valida. Come ne esistono molte altre del resto. Mi piacerebbe sapere piuttosto cosa volesse fare Marino e chi non gli ha permesso di fare .

  6. Preferisco dividere le risposte per non appesantirla. Scusate. Sulla storia della prepotenza e’ vecchia. Gli ambulanti sono prepotenti certo. I mercatini li vedo dapertutto e stanno anche in centro. Poi sul fatto che non ci devono essere prepotenze mi trova perfettamente d’accordo. A prescindere se siano ambulanti, cittadini del centro, politici e anche blogger proapette! Semmai ci vorrebbero norme valide per tutti…vada sotto il Colosseo e poi me lo dica se le norme sono universali

  7. Mi era scappata.la battuta sui dolciumi di bassissima qualità. Diciamo quando i nas fanno visita a bar e ristoranti finisce come a piazza risorgimento. Per il resto gli ambulanti portano la nomea….

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