Dilettanti e “provinciali” in Campidoglio

Fanno già quasi cinque mesi che è stato messo in linea il nuovo portale internet di Roma Capitale e siamo ancora alla versione “beta”, come ben mostrato, quasi fosse un vanto, da tutte le pagine del portale.

 

 

Come abbiamo già provato a spiegare, solo una profonda ignoranza dei processi di rilascio del software, insieme all’irresponsabilità per eventuali problemi o errori, può spiegare la scelta di mettere in “produzione” dei programmi ancora in versione beta, ovvero non definitiva. Una “perla” dietro l’altra, data la figuraccia del SUS, il Sistema Unico di Segnalazione che il giorno dopo la sua presentazione ha smesso di funzionare. 

 

Oltre al perdurare di un tale imbarazzante dilettantismo, qualche giorno fa sulla pagina principale del sito internet di Roma Capitale ci abbiamo trovato la notizia mostrata dall’immagine infarcita di inutili inglesismi. Per chi cura la comunicazione di Roma Capitale infatti dire “fine settimana” deve suonare vecchio, stantio; vuoi mettere il ben più fico “weekend”? Così come il termine “gratis” va bene usarlo una volta, nel titolo del pezzo, ma poi nel testo meglio infilarci un bel “free”, questa volta almeno con la decenza di circoscriverlo col doppio apostrofo.

Anche di questo malcostume, perché tale esso è, di utilizzare gratuitamente termini stranieri quando non ce ne sarebbe alcun bisogno, al solo scopo di cercare di darsi un tono internazionale,  abbiamo già parlato. In quella occasione pescammo lo stesso Sindaco Raggi addirittura a fare gli auguri per il Natale di Roma in inglese?!?

C’è quindi da ritenere che quelli della comunicazione di Roma Capitale penseranno di farsi benvolere dal Sindaco se qua e là infarciscono i testi di termini inglesi. E invece qualcuno dovrebbe spiegare, a costoro ma forse anche allo stesso Sindaco, che una pratica del genere è sintomo di una sudditanza culturale nei confronti del mondo anglosassone, specchio di un evidente complesso di inferiorità da parte di chi evidentemente non si rende conto della grandezza della storia e delle tradizioni di Roma e della necessità di preservarle evitando ridicoli scimmiottamenti.

 

Vogliamo allora fare due richieste all’assessore Marzano.

La prima è che si metta fine allo scandalo di un portale internet mantenuto sine die alla versione beta. Dovrebbe già rendersi conto lo stesso assessore di una tale cosa, viste le competenze che elenca nella sua pagina di presentazione, e se non fosse così potrebbe chiedere a qualche collega più esperto (pare che lo sia anche il neo assessore Cafarotti, sempre stando alla sua pagina di presentazione).

La seconda richiesta è che venga data indicazione ai responsabili della comunicazione che i termini stranieri vanno utilizzati solo quando strettamente indispensabili, dovendo in tutti gli altri casi essere usati termini della lingua italiana che, se a qualcuno dovesse ancora sfuggire dalle parti del Campidoglio, è ancora quella ufficiale della Repubblica Italiana e quindi della sua capitale, Roma.

 

Ci rendiamo conto che questa cosa dell’abuso di termini stranieri può sembrare una cosetta di poco conto, soprattutto considerando i gravissimi problemi in cui Roma si dibatte e che in due anni di amministrazione M5S sono tutti drasticamente peggiorati. D’altro canto però la forma ha una sua importanza, soprattutto quando c’è da mantenere in vita tradizioni di prestigio che datano millenni, ed il farlo non richiede risorse straordinarie o chissà quali capacità. Basta smetterla di giocare a fare i mejo fichi del bigonzo, rischio tipico di tanti militanti M5S assurti dal nulla a posizioni di grande responsabilità, e rientrare nei ranghi di una normalità che prevede anzitutto rispetto per le istituzioni e messa a disposizione dei cittadini. Sono le basi che chiunque decida di occuparsi della città (ossia di fare politica, in senso etimologico, da polis) dovrebbe mandare a memoria e che invece troppi recenti parvenu mostrano di non conoscere.

 

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