E del nuovo portale web vogliamo parlarne?

Agli inizi di febbraio è stato presentato e messo in linea il nuovo portale web di Roma Capitale. Come ormai di norma il Sindaco ha presentato la cosa con il suo solito stile asciutto e misurato:

Dopo 13 anni presentiamo il nuovo portale di Roma Capitale. Ci siamo scontrati con un sito dove era complicato arrivare a tutte le funzioni – ha spiegato la sindaca – Trasparenza e partecipazione non erano pienamente soddisfatti dalle precedenti versioni e per questo ci siamo dedicati anima e corpo a modificare questo portale”.

 

Che sia il Sindaco stesso a scrivere questi testi o un/a qualche adetto/a di staff, qualcuno dovrebbe fargli presente che considerata la situazione generale di Roma, dedicarsi “anima e corpo” a modificare un portale web non è forse la cosa migliore da fare o anche solo da pubblicizzare.

Inoltre se proprio l’amministrazione ci teneva così tanto a fornire alla città quello che considera uno strumento di comunicazione migliore (cosa tutta da verificare), l’onestà intellettuale nei confronti dei cittadini, oltre che il buon gusto, avrebbe richiesto almeno una parolina sul fatto che il nuovo portale è il risultato della programmazione e dei bandi fatti dall’amministrazione precedente. E diciamo questo non perché ci teniamo a riconoscere dei meriti a chi c’era prima bensì perché il non farlo significa in qualche modo prendere in giro i cittadini, lasciandogli credere che tanto lavoro è tutto frutto dell’attuale amministrazione.

 

Passando al merito, cioè al nuovo portale web, a chi scrive esso non piace granché. Non piace affatto, ad esempio, la scelta di una testata così ingombrante da prendersi sempre quasi la metà della pagina del browser …

 

 

Ma questi sono gusti e de gustibus

Quello che invece non è disputabile è la scelta di mettere in linea una versione “beta” del portale stesso, ossia una versione non definitiva, non “testata” completamente, in qualche modo potenzialmente instabile. Al Comune di Roma sembrano averne fatto addirittura un vanto di una tale scelta, mettendo in bella mostra l’etichetta “BETA” in alto a sinistra di ogni pagina. Ma chi ha un minimo di conoscenza dei processi di sviluppo del software sa quanto sia una pessima pratica mettere in linea programmi non completamente “testati” o che almeno non siano ritenuti tali. Ovviamente l’assenza totale di errori nei programmi è praticamente impossibile ma esistono sempre dei processi che, attraverso una serie di fasi di test, portano a ritenere un’applicazione “definitiva”. Una versione beta non è una versione definitiva e nessuna società che basi i suoi affari sul web si sognerebbe mai di mettere qualcosa di oggettivamente instabile in linea (“in produzione” come si dice in gergo).

 

Per una possibile definizione di cosa voglia dire “versione beta” rimandiamo a wikipedia (ben sapendo che ne esisteranno chissà quante altre di definizioni anche migliori). Di seguito qualche estratto:

Il beta testing (o verifica beta) si riferisce invece ad una fase di prova e collaudo del software non ancora pubblicato, con lo scopo di trovare eventuali errori (bug).

Va sottolineato che generalmente con “versione beta” si intende un software potenzialmente instabile, quindi, benché spesso vengano rilasciati a basso prezzo o addirittura gratis, sarebbe buona norma non fondare i propri sistemi di lavoro su software in versione beta, o almeno passare alla versione completa e stabile appena è disponibile.

 

Mettere una versione beta “in produzione”, benché come detto sia una pessima pratica, potrebbe essere deciso per due motivi: o è talmente urgente mettere in linea la nuova applicazione da rischiare problemi anche gravi (può essere il caso, ad esempio, di grandi eventi sportivi, non rimandabili, dove alla data fissata il software deve essere reso disponibile qualsiasi sia il suo livello di stabilità), oppure l’applicazione non è così critica ed un suo malfunzionamento non creerebbe fastidi particolari.

Non potendo rintracciare alcuna urgenza nel caso del nuovo portale di Roma Capitale, a nostro avviso si ricade nella seconda ipotesi, quella per cui in fondo all’amministrazione del buon funzionamento del portale non importa poi molto, essendo sufficiente l’averlo annunciato e chissenefrega se poi funziona bene, male o se rende effettivamente un servizio migliore alla cittadinanza.

A sostenere una tale tesi c’è anche la convinzione, che abbiamo ormai maturato e con noi tanti cittadini delusi, che l’attuale amministrazione, al di là dello slogan “trasparenza e partecipazione” che anche in occasione del lancio del portale il Sindaco non ha mancato di proferire, non vuole né la partecipazione dei cittadini né la condivisione delle informazioni con loro. Non passa giorno infatti che tale verità venga suffragata dai fatti e rimane clamoroso il caso del referendum sull’ATAC che l’amministrazione non ha voluto accorpare alle ultime politiche dando una spiegazione falsa e continuando a rifiutarsi di dare chiarimenti al riguardo (e ricordiamoci che questa quisquilia costerà alle casse comunali tra gli 8 ed i 15 milioni di euro!?!).

Ma davvero si può credere all’amministrazione quando dice che il nuovo portale sarà lo strumento con cui finalmente si realizzerà la “Trasparenza e Partecipazione”?

 

Che poi questo portale tanto curato non debba esserlo ci viene dimostrato da tanti piccoli elementi “stonati” (tipo trovare che un indirizzo email venga chiamato “mailing list”) ed informazioni che non sai mai quanto aggiornate. Se infatti a quasi due settimane dalla sua sostituzione, per il portale il Comandante della Polizia Locale è ancora Diego Porta, come si può fare affidamento su tutto il resto delle informazioni fornite.

 

 

Si chiama “credibilità” e tu puoi dotarti dello strumento di comunicazione migliore del mondo (e non è certo questo il caso), ma se esso non è supportato da un rapporto di fiducia con i tuoi interlocutori saranno solo soldi buttati. E purtroppo temiamo questo sia l’ennesimo caso.

 

Negli annunci relativi al nuovo portale si diceva che la versione definitiva sarebbe stata messa in linea entro la primavera 2018. Il tempo è scaduto e chissà quando provvederanno, anche se non vediamo che differenza possa fare.

 

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