Con tutto il ritardo del mondo, partono finalmente le primarie del centrosinistra

Quattro candidati, per ora, si sfidano per concorrere per il csx alle elezioni di ottobre. Una gara solo apparentemente dall'esito scontato, alla quale sarebbe bene che molti cittadini partecipassero

A circa cinque mesi dalle elezioni amministrative a Roma, finalmente si dà inizio al percorso per individuare il candidato del centrosinistra.

Al momento infatti i candidati ufficiali a sindaco sono l’attuale sindaca Virginia Raggi, in cerca della riconferma, Carlo Calenda, teoricamente candidato nell’area del centrosinistra ma che ha scelto di non partecipare alle primarie, e Monica Lozzi, attuale presidente del Municipio VII.

Il centrodestra è ancora alla ricerca di un candidato, con colui che i sondaggi sembrano premiare, Guido Bertolaso, che però continua a rifiutarsi.

 

Nel centrosinistra si è dovuto aspettare che il PD esaurisse i suoi giochi di palazzo, provandole tutte per raggiungere un accordo con il M5S che mettesse al sicuro la vittoria alle prossime amministrative. La soluzione era anche stata trovata, indicando Nicola Zingaretti, ma sembra che nessuno sia riuscito a convincere Virginia Raggi a farsi da parte e quindi l’accordo col M5S è tramontato.

Nonostante quindi un nuovo segretario nazionale su cui in molti riponevano speranze per una svolta veramente democratica nel partito, il PD rimane lo stesso di sempre, concentrato nella ricerca del potere fine a sé stesso, senza possibilità di dare una prospettiva alla città.

È da logiche simili che viene la scelta di Roberto Gualtieri, persona senz’altro egregia che però di Roma non sa praticamente nulla, avendo fatto la sua carriera politica interamente al Parlamento Europeo.

Indicare una persona totalmente avulsa dalla realtà romana con soli cinque mesi per preparare un programma e una squadra da presentare alle elezioni è segnale di scarsissima considerazione della città e dei cittadini.  Peraltro già da tempo avevamo espresso tutti i nostri dubbi sulla candidatura di Gualtieri a Roma.

 

Per comprendere l’enormità del ritardo accumulato e l’assurdità di averci messo così tanto ad individuare un candidato da parte del PD, ricordiamo che a dicembre 2020 Walter Tocci raccontava di come per la campagna elettorale di Rutelli nel 1993 partirono con due anni di anticipo e scriveva:

Sono sconcertato dal ritardo dei nostri partiti, di tutti, quelli radicali, riformisti e centristi. La mobilitazione elettorale doveva essere già partita da tempo. La coalizione avrebbe dovuto già decidere il candidato Sindaco e almeno cento membri della sua squadra, e dovrebbero essere già operativi. Ci vorrebbe già un programma non meramente cartaceo, ma una serie di impegni da discutere e condividere con le forze sociali e culturali. Dovrebbe essere già pronta un’organizzazione della campagna nel territorio e una convincente strategia comunicativa.

 

Ripetiamo, parole scritte a dicembre 2020, e altri cinque mesi sono passati.

 

Comunque sia il processo per le primarie del centrosinistra è partito e sarebbe cosa buona per tutti di sfruttarlo per mettere seriamente a confronto i candidati in campo in modo che emerga il migliore, ossia colui, o colei, in grado di prendere il timone della città di Roma e riportarla su un percorso di crescita e benessere.

Le candidature ufficiali dovranno essere presentate entro il 25 maggio, sostenute ciascuna da 3000 firme, e le elezioni primarie si terranno il 20 giugno.

Al momento i probabili candidati sono Giovanni Caudo, Paolo Ciani, Tobia Zevi e Roberto Gualtieri. La senatrice Monica Cirinnà, che sembrava essere anch’ella della partita, si è fatta convincere a desistere, per non dar fastidio al candidato ufficiale del PD (e comunque pare l’abbia presa molto molto male).

 

Curiosamente né il sito web né la pagina facebook del PD Roma riportano indicazioni sulle primarie per la scelta del sindaco.

Al momento l’impegno dei candidati è la ricerca delle 3000 firme a supporto della candidatura; un non-problema per Gualtieri, che può contare sull’appoggio del partito, e un primo ostacolo per gli altri candidati che non possono vantare organizzazioni simili. E così c’è Giovanni Caudo che dalla sua pagina facebook chiede di sostenerlo firmando online per la sua candidatura, mentre Tobia Zevi lo fa su Twitter.

 

Il nostro consiglio a tutti quelli che ancora ci tengono a Roma e vogliono cercare di contribuire alla sua rinascita è di partecipare a questa selezione di candidati. A prescindere infatti dalle proprie preferenze partitiche, il doppio turno delle elezioni comunali può portare a situazioni in cui il proprio candidato ideale sia fuori e quindi al secondo turno ci sarebbe da decidere quale candidato/a appoggiare.

Avere il miglior candidato possibile in tutti gli schieramenti dovrebbe quindi essere importante per tutti, in vista del miglior governo possibile per Roma.

 

Come detto, al momento a Gualtieri non occorrerà alcun aiuto per la raccolta delle firme, ma si potrebbe decidere di dare una mano agli altri candidati, in modo che almeno siano in quattro a confrontarsi.

Il pensiero di molti è che non ci sarà storia in queste primarie, nel senso che Gualtieri vincerà a man bassa. In passato però le primarie hanno spesso riservato sorprese. Nel 2013 se la giocarono David Sassoli e Ignazio Marino, col secondo che alla fine prevalse di molto, mentre nel 2018, alle primarie per l’elezione del presidente del Municipio III, Giovanni Caudo prevalse a sorpresa sul candidato ufficiale del PD.

Probabilmente non sarà una passeggiata per Gualtieri, anche perché, come detto, egli deve mettere insieme in fretta delle idee e un programma e trovare il modo di parlarne in maniera convincente.

 

Chi volesse invece avere un’idea sugli altri candidati, potrà facilmente trovare in rete materiali vari su di loro, essendo mesi che in qualche modo cercano di fare un minimo di campagna elettorale.

A titolo di compendio suggeriamo la visione della registrazione di un convegno organizzato da CarteInRegola dove furono messi a confronto i candidati Caudo, Ciani e Zevi.

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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