Mentre i media continuano ad ignorare le elezioni 2021, a parte sporadiche presenze di Calenda, una riflessione di Walter Tocci ricorda il drammatico ritardo e propone una Lista Civica unitaria

 

Seguendo i maggiori organi d’informazione, si direbbe che il prossimo anno non vi sarà alcuna elezione a Roma. Se infatti si esclude la sempre grande visibilità data a Carlo Calenda, a volte come oppositore dell’attuale governo nazionale ma spesso come apparentemente candidato unico del centrosinistra, nulla sembra accadere in preparazione alle elezioni del 2021.

Le cose non stanno così ed ancora una volta sono gli organi d’informazione a non fare un buon servizio ai loro lettori e alla generalità dei cittadini.

A parte infatti la ricandidatura di Virginia Raggi, tutta da verificare in quanto una parte non trascurabile del suo MoVimento non la vedrebbe bene, e come detto il fenomeno Calenda, stando a quanto si legge sui giornali e si vede in tv non ci sarebbe nient’altro. Inoltre questo quasi nulla per elezioni che si dovrebbero tenere tra circa sei mesi, sempre che non vi siano slittamenti a settembre, sembrerebbe essere normale, non essendoci nessuno che si stracci le vesti per quello che invece appare essere un ritardo clamoroso.

In realtà il ritardo c’è ed è enorme ma evidentemente il fatto che accomuni tutti i maggiori schieramenti politici, ossia M5S,  PD e centrodestra, porta stampa e televisioni a considerarlo una condizione tutto sommato normale.

 

Che si sia in drammatico ritardo per arrivare preparati, sotto ogni punto di vista, alle elezioni del 2021 lo dice Carlo Calenda, che apparentemente sta facendo del suo meglio per costringere il PD a prendere una posizione, ma lo abbiamo letto ancor meglio spiegato da Walter Tocci in occasione della presentazione del suo ultimo libro “ROMA COME SE – Alla ricerca del futuro della per la capitale”, Donzelli Editore.

Scrive Tocci in un post sul suo blog riguardo la proposta di una lista civica:

Sono sconcertato dal ritardo dei nostri partiti, di tutti, quelli radicali, riformisti e centristi. La mobilitazione elettorale doveva essere già partita da tempo. La coalizione avrebbe dovuto già decidere il candidato Sindaco e almeno cento membri della sua squadra, e dovrebbero essere già operativi. Ci vorrebbe già un programma non meramente cartaceo, ma una serie di impegni da discutere e condividere con le forze sociali e culturali. Dovrebbe essere già pronta un’organizzazione della campagna nel territorio e una convincente strategia comunicativa.

 

E spiega poi che per la campagna elettorale con Rutelli nel 1993 partirono con due anni di anticipo!?!

Assolutamente da leggere questa riflessione di Tocci, dove c’è la proposta di una lista civica unitaria per la rinascita di Roma che invece di affiancarsi ai partiti tradizionali di centrosinistra (includendo anche il M5S) come accaduto in passato, li dovrebbe sostituire fungendo da “… Forum permanente tra gli esponenti della coalizione politica e i rappresentanti delle forze sociali, delle produzioni culturali, delle associazioni e delle esperienze di cittadinanza attiva, aperto anche al contributo di singoli cittadini.

Un’idea davvero suggestiva che però, visto il personale politico che affolla i ranghi dei partiti romani che dovrebbero animarla, temiamo pressoché irrealizzabile.

Ancora una volta, dopo averla verificata nell’ambito dell’incontro col Partito Democratico organizzato da Carteinregola, dobbiamo prendere atto della distanza tra la grandezza e profondità di pensiero di un “vecchio” militante come Walter Tocci e la pochezza quando non il nulla degli esponenti di primo piano del PD romano (e non solo).

 

È però questo il genere di discorsi che ci aspetteremmo dagli schieramenti politici in vista delle elezioni del prossimo anno, mentre invece c’è un silenzio spettrale che non può che preoccupare. Inoltre, avendo lo stesso Tocci ben chiarito nel post segnalato la sua intenzione di volersi battere per la rinascita di Roma ma non nelle prime file, bensì dalle retrovie, sarebbe cosa buona che una preziosissima risorsa come lui venga tenuta presente ed utilizzata da chiunque si troverà in prima linea per il governo di Roma.

Sarebbe davvero ora di far tacere i foderi e di veder tornare le spade a combattere.

 

A livello di candidature dei singoli, sorvolando su Virginia Raggi che ha deciso di giocarsi tutto propagandando ogni minimo aspetto della normale amministrazione, continuiamo a vedere come la più credibile ed affidabile quella di Giovanni Caudo, che prosegue i suoi incontri pubblici sui temi cittadini più disparati mantenendo sempre ottimi livelli di discussione e approfondimento degli argomenti.

Carlo Calenda continua a beneficiare di una grande esposizione mediatica ma manca ancora una presentazione di quello che lui farebbe a Roma e soprattutto il come lo realizzerebbe. Lui stesso ha dichiarato recentemente di avere un programma pronto ma di tenerlo in serbo per quando il PD deciderà il da farsi, dandosi come termine ultimo il febbrario del 2021. Segnaliamo sommessamente che questo modo di prepararsi continuando ad evitare il confronto pubblico con cittadini e associazioni non ci appare un buon viatico per un futuro governo cittadino, nel caso la candidatura avesse successo e, come dice lo stesso Calenda, si è già abbondantemente in ritardo.

Riguardo infine le altre candidature a sindaco, Monica Cirinnà, Paolo Ciani e Tobia Zevi per le primarie del centrosinistra e Monica Lozzi in autonomia, l’assenza di un dibattito pubblico sulle elezioni ha reso loro ancor più difficile la vita, annullando ogni possibile visibilità alle loro eventuali iniziative.

 

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D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

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