Da molti anni l’ISTAT certifica una diminuzione dei “passeggeri”, alias del numero di spostamenti coi mezzi pubblici a Roma, con un forte punto di minimo negli anni della pandemia.
Dal bilancio ATAC 2024 si desume che non c’è stata ancora una piena ripresa, mentre i dati ACI indicano che a Roma in soli 3 anni, dal 2021 al 2024, le auto private sono aumentate del +6,7%, in un contesto già saturo. Una situazione insostenibile, anzi, un vero dramma per la mobilità di tutti, dai pedoni ai ciclisti, dagli utenti del trasporto pubblico agli stessi automobilisti bloccati dentro ingorghi di lamiere e alla disperata ricerca di un posto dove parcheggiare, qualsiasi, anche in divieto.
Da un’analisi sugli abbonamenti al trasporto pubblico, ovvero sugli utenti abituali e non occasionali, aggregando le varie tipologie (Roma, Lazio, agevolati), si possono notare cose interessanti.
In 15 anni c’è stato un vero e proprio crollo del -60% del numero di abbonamenti mensili.
Il repentino calo nel 2012 e 2013 (solo in parte comprensibile) è dovuto all’aumento delle tariffe dalla fine del mese di maggio: i biglietti BIT passarono da 1,00€ a 1,50€ (e da 75 a 100 minuti di validità), gli abbonamenti mensili da 30€ a 35€ e gli annuali da 230€ a 250€. L’aumento ipotizzato, o meglio sperato, degli incassi era di un +30%, o detto in cifre di +95 Mln€
In realtà le cose andarono diversamente. Spulciando i bilanci, gli incassi reali da biglietti e abbonamenti aumentarono solo di +33 Mln€ dal 2011 (255,5 Mln€) al 2013 (275,5 Mln€), ci fu uno spostamento degli abbonati mensili verso gli annuali, ed in generale un calo dei passeggeri abituali e della fidelizzazione.
Gli abbonamenti annuali sono andati aumentando, ma non abbastanza da compensare le perdite di quelli mensili. Il record del 2024 (che è comunque solo +1% rispetto al 2019), verosimilmente è dovuto anche all’introduzione dell’abbonamento annuale under-19 con un costo di 50€ a carico dell’utente (e un rimborso a favore di ATAC di 200€ a carico del Comune di Roma). Questo indica anche che le politiche tariffarie possono fare la differenza, in positivo ed in negativo. Il nodo cruciale resta comunque il servizio, in quantità e qualità.
Il prossimo grafico è da prendere con le pinze. Negli anni sono stati introdotti nuovi titoli, ne sono stati tolti altri, determinando variazioni nelle scelte (come visto per il 2012), i prezzi degli abbonamenti regionali sono superiori a quelli urbani validi solo per Roma, e i prezzi sono variati nel tempo. Nel seguente grafico i vari tipi di abbonamento sono tutti mescolati e si è presupposto un prezzo sempre pari a 35€ per i mensili, e 250€ per gli abbonamenti annuali. Il grafico serve solo a visualizzare “a spanne” il livello di fidelizzazione dell’utenza, quindi non gli incassi reali per ATAC, ed escludendo tutti gli altri titoli (biglietti giornalieri, settimanali, etc.).
Come si può vedere, dopo la diminuzione per l’aumento delle tariffe nel 2012, c’è stato un lento recupero, poi nel 2020 un crollo per la pandemia, a cui è seguito un recupero solo parziale. Inoltre il dato sembra stabilizzarsi nel 2024, ed il bilancio ATAC appena in utile (0,96 Mln€) fa purtroppo presupporre che non ci potranno essere grandi miglioramenti nel breve termine, nonostante l’anno giubilare e il sensibile surplus di afflusso turistico. Finita la festa insomma, Roma rimarrà con un sistema mobilità inadeguato, e un trasporto pubblico poco appetibile e quindi poco utilizzato dai cittadini..
C’è ancora molto da fare, e non si può più prescindere da un percorso realmente partecipativo e un dialogo costruttivo tra l’Amministrazione comunale e i cittadini, le Associazioni, i Comitati.
11 risposte
Già il biglietto da 100 minuti è un’assurdità che esiste soltanto a Roma: in 100 minuti mi faccio comodamente un viaggio andata e ritorno oppure a fine spostamento lo cedo a qualcuno altro che utilizzi i restanti minuti e non paga. L’abbonamento, poi, secondo me dovrebbe essere obbligatorio, sotto forma di tassa comunale per l’ambiente, ovviamente modulato secondo fasce di reddito e, magari, pagabile a rate. Questo permetterebbe di contare su incassi sicuri e, quindi, di programmare meglio anche acquisti, migliorie ed interventi. E sarebbe un fortissimo incentivo a usare i mezzi pubblici. Per i non residenti e per i turisti, ovviamente, biglietti dedicati ma certamente non di 100 minuti. Perché non si fa? Forse perché non si riesce o non si vuole garantire un sistema di trasporto veramente efficiente che metta al riparo, poi, dalle ovvie proteste degli abbonati.
Te fumi e te serve uno bravo veramente
Secondo voi il calo non potrebbe essere dovuto al fatto che esiste anche una maggiore evasione tariffaria? La mia personale esperienza quotidiana è che non sono pochi quelli che, ad esempio alla metro, saltano i tornelli o fanno il “trenino”…
Il 50% delle persone non paga la metro sicuramente. Sono dati che vi do per certo prendendola tutti i giorni. Se sei coatto o straniero non paghi di fatto.
Condivido…, è vero che i controllori costano …ma al di là di questa questione facciamo lavora questi controllori …che tanto poi lo stipendio se lo creano loro … Ci vuole tanto a capirlo!!!!
Se le metro funzionassero, se non fossero piene di borseggiatori e gli scrocconi non ti aggredissero al tornello, se quelli e gli acrobati saltatori venissero fermati, se i bus non fossero diligenze, se d’estate e nel weekend non riducessero gli orari, se non fossero pieni di puzzoni e cafoni, se arrivassero sempre il localizzatore in modo da poter vedere dall’app quando arrivano e rispettassero gli orari, allora vedrete quanti passeggeri in più ci sarebbero. L’auto tocca usarla per disperazione. Non c’è bisogno di grafici, basta farsi un giro per scoprire l’acqua calda.
Troppi immigrati non pagano. Obloyeratori fermii
Nessun conyrollo
Mezzi enormi vuoti
Troppi immigrati non pagano. Obloyeratori fermii
Nessun conyrollo
Mezzi enormi vuoti
Tanti italiani visto l’andazzo salgono e scendono sicuri ‘nessun controllo.
Controllote dovrebbe almeno far scendere i portoghese bianchi o coatti creando un fastidio e’ un minimo di vergogna.
Ma quale evasione: i mezzi viaggiano semivuoti anche nelle ore di punta. Uno dei fattori è anche lo smart working, per andare a lavoro due volte a settimana non conviene più fare l’abbonamento.
Si tratta di un’analisi davvero interessante. Il servizio inefficiente non spinge più a comprare un abbonamento. Gli scioperi continui e il cattivo esempio di chi non paga mai il biglietto ( e sono tanti) sono tra i fattori che portano a un continuo calo di abbonamenti. E mentre tutti si riempiono la bocca delle parole ecologia e transizione energetica, a Roma si viaggia sempre di più con i mezzi privati. E la colpa è solo di Atac