70 autobus nuovi fermi in deposito perché Atac non può saldarli

L'azienda deve a Mercedes 18 milioni ma non li ha. Nessun anticipo dal Campidoglio a guida Raggi. Il debito cresce e troppi passeggeri viaggiano gratis

 

Leggere le pagine della cronaca di Roma dei quotidiani in questi giorni è uno spasso. Sono pieni di “non notizie”, alcune inventate di sana pianta, altre sono minestre riscaldate e rimaneggiate. Il piano per le buche (!), i tram che non funzionano e la giunta che li vuole risanare (!!), l’aumento delle strisce blu (!!!). In realtà la giunta Gualtieri non esiste ancora, gli assessori non si sa chi siano ed è impossibile che la nuova amministrazione abbia partorito alcunché. Diciamo che la fantasia dei giornali a volte supera la realtà.

Ma una notizia interessante invece l’abbiamo trovata sul Messaggero di ieri (noi il Messaggero lo citiamo non facciamo come loro che rubano le nostre inchieste). Atac non si smentisce mai e anche questa volta l’ha combinata grossa con la complicità della inane giunta Raggi. Ha comprato 70 autobus ibridi nuovi di zecca da Mercedes. Li ha pagati all”80% ma da cinque mesi non trova il denaro sufficiente per il saldo.  Così questi mezzi, che sarebbero utilissimi sulle strade della capitale, stanno marcendo in un deposito.

A Monterotondo, sotto il sole dell’estate e adesso della pioggia autunnale, stanno andando in malora dei bus super moderni. Sono ibridi e con molti optional tanto da essere costati diversi milioni di euro. Per completare il pagamento mancano all’appello 18 milioni che Atac non ha. L’azienda già a febbraio si era rivolta al Campidoglio chiedendo un anticipo di 40 milioni che avrebbe poi restituito una volta incassati i ristori Covid da parte di Regione e Governo centrale.

Ma l’amministrazione Raggi è rimasta sorda agli appelli della sua partecipata fino a che, l’estate scorsa, ha aperto alla possibilità del prestito a condizione di ottenere il placet del collegio sindacale dell’azienda. Ma il collegio non ha voluto rilasciare alcun parere in quanto si è dichiarato incompetente sulla materia.

Fatto sta che i soldi non sono mai arrivati e Atac non è in grado di pagare alcuni fornitori, tra cui i ricambisti, e soprattutto questi autobus nuovi e parcheggiati in un deposito.

Senza prestito e senza gli incassi da biglietti la municipalizzata sta soffocando sotto il peso dei debiti. Prima del Covid incassava circa 22 milioni al mese dai ticket e abbonamenti, adesso a malapena raggiunge i 13. E non si tratta di un calo dei passeggeri ma soprattutto di una evasione monstre provocata dalla insensata decisione ministeriale di non far salire più i controllori sui mezzi (per loro si temeva il contagio). Anche se gradualmente da maggio scorso le verifiche sui bus sono riprese, resta comunque una fetta enorme di viaggiatori a sbafo.

Dall’arrivo del virus, quattro passeggeri su dieci hanno smesso di pagare il biglietto e se prima Atac dichiarava di controllare 4 milioni e 100mila passeggeri l’anno, da marzo 2020 a giugno 2021 i controlli sono stati zero! Non ci si può stupire allora se le casse sono vuote e se non si riesce a portare a termine l’acquisto dei nuovi autobus.

 

Nota a parte merita la vicenda dei filobus fermi in deposito da maggio 2020 perché Atac aveva “dimenticato” di rinnovare il contratto di manutenzione. Si tratta dei mezzi in servizio sul corridoio della mobilità Laurentino e sull’asse di via Nomentana. Finalmente è stata bandita una gara da 19,8 milioni di euro per assegnarli alla cura dei meccanici. Ma ci vorrà tempo per rivedere i filobus marcianti. Le buste infatti saranno aperte il 1° dicembre. Poi saranno necessari i tempi tecnici per la stipula del contratto e per la vera e propria manutenzione di mezzi fermi da quasi due anni. Se tutto va bene, i primi filobus riprenderanno a camminare nell’estate del 2022.

 

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