ZTL Fascia Verde: manca la vera misura che ridurrebbe le auto in città (inquinanti o meno)

Il vero obiettivo dell'amm.ne è ridurre le auto private a Roma, ma allora perché non potenziare drasticamente il car sharing comunale? 20mila auto condivise ne sostituiscono 200mila private

Continuano a Roma le polemiche sull’installazione dei varchi elettronici che renderanno cogenti i divieti di transito per i veicoli considerati più inquinanti all’interno della nuova Fascia Verde.

Da una parte vi è l’amministrazione capitolina che si è ritrovata al centro della bufera per un provvedimento la cui portata non era stata evidentemente compresa, ennesima iniziativa improvvisata, mal preparata e peggio gestita.

Dall’altra parte vi sono tanti, romani e non, che con la motivazione dell’inefficacia e inaffidabilità del trasporto pubblico a Roma vogliono poter continuare ad utilizzare i propri mezzi privati a prescindere dalla classe d’inquinamento.

 

La nostra posizione l’abbiamo espressa tramite un recente articolo di Mercurio Viaggiatore, dove si è provato a dimostrare come i provvedimenti presi non limitano in alcun modo l’uso e soprattutto l’abuso delle auto private, bensì puniscono i meno abbienti e chi utilizza poco l’automobile.

 

Il motivo per cui il provvedimento sulla nuova ZTL Fascia Verde non raggiunge lo scopo prefissato, ossia la riduzione dell’inquinamento atmosferico, è probabilmente dovuto al fatto che in realtà l’amministrazione si è prefissa un fine diverso, ossia provare a dare una consistente sforbiciata al parco auto presente a Roma.

Un tale obiettivo è emerso anche in dichiarazioni di rappresentanti istituzionali che hanno parlato di “disincentivo del possesso del veicolo privato” e questo quindi spiega il perché l’amministrazione capitolina abbia deciso di andare ben oltre le previsioni della Regione Lazio in tema di inquinamento atmosferico.

 

Il puntare ad eliminare qualche centinaia di migliaia di auto private dalle strade romane non ha potuto che essere musica per le orecchie di associazioni e cittadini appassionati (e spesso sfegatati) sostenitori della mobilità alternativa, che stanno quindi difendendo a spada tratta il provvedimento del Comune a prescindere dai problemi seri che esso causerebbe a moltissimi cittadini.

L’approccio appare essere: hai un’auto considerata troppo inquinante e non puoi permetterti di sostituirla? Peggio per te, rottamala e arrangiati in qualche altro modo! Anche se magari la persona utilizza quotidianamente il TPL e quel veicolo gli serviva per trasportare la famiglia solo una o due volte al mese, avendo quindi un impatto infinitamente inferiore di chi ogni giorno va in giro per ore da solo con un mezzo da oltre 2 tonnellate, anche se euro6.

 

Un elemento che non appare ancora essere stato introdotto da nessuno nell’acceso dibattito in corso è la possibilità di incentivare la dismissione dei vicoli privati, piuttosto che solo provare a vietarli. Ovviamente il metodo migliore per farlo è migliorare drasticamente l’offerta di trasporto pubblico locale, rendendolo più affidabile e capillare; ma per far questo i tempi sono necessariamente lunghi ed in ogni caso il TPL non potrà mai coprire tutte le esigenze di mobilità di una realtà tanto grande e variegata come quella romana. Vi sono infatti tipologie di spostamento che, vuoi per l’orario o per il percorso da compiere, devono necessariamente avvenire con un autoveicolo, ma la cui proprietà non è detto che debba essere necessariamente privata.

Un modo molto efficace per convincere molti cittadini a disfarsi della propria auto, soprattutto nei tantissimi casi in cui essa è poco utilizzata, è infatti offrire loro la possibilità di utilizzarne una a richiesta e ad un costo ragionevole. Ci riferiamo, come appare chiaro, alla possibilità di espandere enormemente l’offerta di car sharing comunale, ampliando la copertura a tutto il territorio cittadino e aumentando molto il numero di mezzi a disposizione.

Secondo Assosharing, un solo veicolo in car sharing può arrivare a sostituire fino a 18 macchine private. Se ad esempio a Roma ci fossero 20mila auto condivise si potrebbero togliere dalla strada 200mila vetture.

 

Ci chiediamo allora, se il vero obiettivo dell’attuale amministrazione capitolina è ridurre il numero di auto private, perché invece di procedere con divieti iniqui e difficilmente applicabili non si fornisce ai cittadini un’alternativa valida, immediatamente e facilmente utilizzabile, introducendo migliaia di nuovi veicoli del car sharing comunale e andando a coprire la stragrande maggioranza del territorio cittadino?

Sarebbero senz’altro moltissimi i cittadini che si libererebbero della propria auto, che gli costa in media oltre 1000 euro l’anno carburante escluso, se quelle poche volte che gli serve avessero a disposizione un car sharing diffuso, affidabile e a tariffe agevolate.

Una tale offerta potenziata di mobilità in sharing consentirebbe anche di far partire, finalmente, i controlli sulla sosta selvaggia, spingendo ancor di più i cittadini a liberarsi dei mezzi privati e consentendo di riportare a Roma un rapporto veicoli/abitanti degno di una capitale europea.

 

Recentemente il Comune ha concordato nuove modalità di servizio per le compagnie private che offrono servizi di car sharing, obbligandole ad ampliare la copertura territoriale; sono state inoltre introdotte modalità di noleggio prolungato per i veicoli del car sharing comunale, andando quindi ancora di più incontro alle esigenze dell’utenza.

Purtroppo però il car sharing comunale, quello sovvenzionato e quindi più facilmente utilizzabile dai cittadini, rimane a numeri ridicoli di mezzi e postazioni di sosta, costituendo così un elemento quasi impercettibile nell’ambito della mobilità romana.

 

Staremo a vedere come l’amministrazione Gualtieri proverà a venir fuori dal pasticcio in cui si è cacciata con la nuova ZTL Fascia Verde, ma prima si deciderà ad affrontare seriamente l’opportunità della sharing mobility e prima si potrà realisticamente veder calare il numero di mezzi privati presenti a Roma, con incentivi e non con ingiusti divieti.

 

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9 risposte

  1. Un esempio semplice al quale ne potrebbero seguire decine simili. Esco dal supermercato con il carrello della spesa e magari due tre casse d’acqua l’autista mi farà la fermata davanti al portone di casa????

    1. Commento fuori luogo:
      1) l’articolo ti dà parzialmente ragione, il focus è sul car sharing più che sul TPL,
      2) immagino che 3 casse d’acqua siano per almeno una settimana, a meno che non ci debba riempire una piscina, il che esula dal discorso di spostamenti quotidiani,
      3) il tuo “problema” è vecchio come il mondo; faresti meglio a vedere come è stato risolto nelle maggiori città europee.
      Roma non ha problemi irrisolvibili, deve solo copiare da chi quei problemi li ha affrontati negli ultimi 3 decenni.
      Ultima nota polemica: Roma è ridotta all’ombra di una città, con problemi ovunque, ma a memoria io ricordo solo mobilitazioni generali dei cittadini davanti al Campidoglio in due occasioni: l’aumento del pedaggio della parte urbana della A24 e adesso con la ZTL: un bravo a chi indovina il comune denominatore.

    2. È essenziale l’acqua del supermercato?? Noi beviamo acqua del rubinetto ! Non vi fidate dell’acqua del rubinetto? Però vi fidate dell’acqua ciecamente dell’acqua venduta magari senza calcio che invece è gratis nell’acqua del rubinetto !🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣 Così vi fanno comprare integratori con il calcio ! 🤣🥶

  2. Ma invece di far cambiare le vetture come dicono ” OBSOLETE si provvedesse all’obbligo dei vari tagliandi anno x anno creando un anagrafica di tutte le vetture.
    Filtri puliti e carburanti puliti farebbero la differenza e l’aria sarebbe +pulita.
    Ma qui c’e’solo l’intenzione di fare cassa

  3. Avete mai pensato che esiste un carburante che non inquina?il GPL/METANO che da sempre è osteggiato dalle compagnie petrolifere. Pochi distributori,chiusi di notte,quasi tutti chiusi la domenica.pochissimi sul GRA, Adesso ci si è messo pure Gualtieri che ne vieta l’uso nella fascia verde-salvo poi ripensarci rendendosi conto delle corbellerie che sta facendo

  4. Nessuno parla più delle machine e moto d’epoca che sono tutte vintage e sono Euro 0-3. Che succede con queste? Buttiamo via?????

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