Verso un nuovo sindaco di Roma: parlano Calenda e Smeriglio

Per quanto ci è possibile cerchiamo di seguire le iniziative che si cominciano a vedere a Roma per provare a mettere insieme delle proposte in vista delle elezioni comunali del prossimo anno.

A novembre scorso avevamo dato conto dell’interessante convegno organizzato da Giovanni Caudo ed oggi parliamo dell’evento tenutosi ieri al centro congressi di via Palermo.

 

L’iniziativa è stata organizzata dall’agenzia di stampa Dire ed ha visto prima una serie di interventi di esponenti di associazioni cittadine e poi una discussione con Massimiliano Smeriglio (eurodeputato eletto come indipendente nelle liste del PD) e Carlo Calenda (eurodeputato eletto nella lista PD – Siamo Europei) moderata da Concita De Gregorio.

 

Rimandando per la cronanca dell’evento al pezzo dell’agenzia Dire, che contiene anche la registrazione integrale, vogliamo qui solo fare qualche commento a quanto ascoltato.

 

A nostro avviso nel prospettare le modalità per costruire una proposta per Roma sono stati abbastanza convincenti sia Smeriglio che Calenda. Hanno parlato di schieramento ampio che però non potrà includere il M5S, per entrambi un fallimento totale a Roma, della necessità di coinvolgere la cittadinanza e le tante forze attive, dell’evitare le solite divisioni nel campo progressista.

 

Un punto è stato sollevato più volte da Concita De Gregorio ma del tutto ignorato dai due interlocutori. La De Gregorio ha fatto l’esempio del lavoro a maglia, dove se si sbaglia un punto e si va avanti, l’unico modo per risolvere è srotolare quanto fatto e correggere il punto sbagliato. A noi è parso chiaro che facesse riferimento alla vicenda del sindaco Marino, quando il PD, partito sotto il cui emblema Marino era stato eletto, fece cadere il governo cittadino andando alla chetichella da un notaio e senza fornire spiegazioni nelle sedi appropriate, ossia l’Assemblea Capitolina.

Sia Smeriglio che Calenda hanno dato per scontato che il PD sarà la forza maggiore nella coalizione progressista che si sta cercando di immaginare, ma nessuno dei due ha neanche accennato alla necessità di un’autocritica da parte del PD su quella brutta storia per poter essere credibile di nuovo alle elezioni.

 

La De Gregorio ha anche accennato alla discutibile modalità con cui il PD ha scelto il candidato alle prossime elezioni suppletive nel collegio Lazio 1 (ne abbiamo parlato qui) ma anche qui non si sono udite critiche di sorta da parte dei due interlocutori.

 

Insomma, nonostante la generale soddisfazione che abbiamo provato nel sentire tesi ragionevoli e molto condivisibili di Smeriglio e Calenda, ci è rimasto il dubbio che il percorso che si è avviato possa mancare di un elemento fondamentale, ossia la necessità di fare chiarezza nel blocco di maggioranza della coalizione progressista.

Il PD romano è ancora quello che cacciò Marino, quello di un’opposizione inesistente in Assemblea Capitolina, quello di una Regione Lazio ormai complice nel disastro rifiuti di Roma. Pensare di farci un’alleanza sperando che i romani si dimentichino tutte queste cose è estremamente rischioso e dà un ulteriore vantaggio allo schieramento di centrodestra (di cui vorremmo tanto parlare nel merito ma che ancora non fornisce alcuno spunto per farlo).

 

Da ultimo segnaliamo un lapsus di Calenda che quasi al termine della discussione ha citato per errore Tatiana Campioni, lasciando pensare che vi stia a stretto contatto.

Ebbene Tatiana Campioni è assessore al commercio del Municipio I, quello che, a causa dell’incapacità della presidente Sabrina Alfonsi e della sua giunta, si è visto sfilare dall’amministrazione comunale le competenze sulla festa della Befana di piazza Navona e sui Piani di Massima Occupabilità.

Dal lapsus di Calenda deduciamo una sua vicinanza a quel Municipio, al che ci chiediamo cosa egli intenda per buon governo. E cominciamo a preoccuparci.

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