E’ ironico Roberto Torre, residente di Tor Sapienza, da anni in prima fila contro i roghi tossici: “Ci dicono che col Covid occorre tenere le finestre aperte ma da noi è impossibile”.
Anche il 2021, come gli ultimi 10 anni, si è aperto con fumi e roghi tossici nel quartiere. E non è solo la baraccopoli di via Salviati a provocare i continui incendi abusivi che appestano l’aria. Gli abitanti di Conca d’Oro e delle Valli lamentano odore di plastica bruciata. A Colli Aniene la diossina spaventa più del Coronavirus dato che fin dal 2014 è considerato il problema più preoccupante secondo un sondaggio svolto tra i residenti.
Insomma l’aria a Roma non cambia e il motivo è noto ai nostri lettori: intervenire sui campi rom o sulle baraccopoli è inutile. Quella è l’ultima tappa della filiera dei materiali da bruciare.
Per stroncare il fenomeno occorre partire all’origine, da chi raccoglie i materiali e – non smaltendoli in maniera corretta – alimenta questa catena di illegalità.
Un appello lanciato da sette associazioni, con la collaborazione del nostro giornale, ha già raccolto l’adesione di oltre 30 realtà cittadine. E continua a girare e far parlare. Il senso dell’appello è: fermiamo gli svuota cantine abusivi che si pubblicizzano con cartelli e adesivi illegali e fermeremo anche i roghi tossici.
E’ di pochi giorni fa una mozione approvata dall’Assemblea Capitolina a prima firma del consigliere 5Stelle, Roberto Di Palma.
Nella mozione si chiede un intervento a tutti i livelli istituzionali per risolvere la piaga degli svuota cantine. Soluzioni messe a punto grazie al lavoro di indagine delle forze dell’ordine e in particolare del Nad, il Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia di Roma Capitale.
In seguito ad appostamenti, riprese con telecamere nascoste e sequestri, hanno provato la correlazione tra le centinaia di migliaia di adesivi che pubblicizzano gli svuota cantine, le discariche abusive e i roghi tossici.
Spiega il consigliere Di Palma nella sua mozione che per risolvere il problema occorre il blocco dei numeri telefonici pubblicizzati illegalmente, la realizzazione di un archivio nazionale delle violazioni in tema di rifiuti e la confisca del mezzo per chi reitera il reato.
Una volta creato un elenco di società regolari che possono svolgere l’attività di piccolo trasporto e smaltimento e limitato il fenomeno degli svuota cantine abusivi, i roghi tossici diventeranno una rarità.
Una leggina approvata al Senato e alla Camera o un provvedimento inserito in uno dei mille decreti che il Governo produce settimanalmente potrebbe dare la svolta alla situazione. Non è certo la crisi di governo apertasi in questi giorni a far distrarre deputati e senatori dalle questioni concrete. Da tempo, infatti, viene sottoposto a tutte le forze politiche questo tema di grande rilevanza per la salute dei cittadini, ma sembra che vi sia sempre qualcosa di più urgente da fare.
Eppure tutelare la salute non significa occuparsi ossessivamente solo di Covid ma evitare che migliaia di romani respirino troppi giorni l’anno diossine e residui plastici bruciati.
La mozione approvata in Campidoglio è un piccolo passaggio per sollevare la questione e non farla cadere nel dimenticatoio.
Se fermiamo adesivi e cartelli, possiamo rallentare i roghi tossici
Tante adesioni all’appello No Roghi Tossici. I video delle associazioni