Sono passati due anni da quando su questo sito avevamo affrontato il degrado sui treni e nelle stazioni. Ritorniamo sull’argomento pur consapevoli che non c’è stato nessun cambio di rotta positivo, nessun miglioramento tangibile e costante nelle politiche manutentive delle stazioni e del materiale rotabile.
Dopo esserci occupati della fermata Valle Aurelia, ci soffermiamo sulla linea B1, in particolare sulla stazione Jonio inaugurata il 21 aprile 2015. In quell’occasione eravamo presenti e realizzammo un’indagine sul campo relativa alle prospettive e criticità del progetto. In particolare analizzammo la sistemazione superficiale sia in termini di viabilità e parcheggi che di qualità urbana.
Siamo tornati sul posto per verificare la situazione: il primo impatto visivo è l’incrocio tra Viale Jonio e Via Scarpanto.
![Montesacro 293](https://www.diarioromano.it/wp-content/uploads/2017/03/Montesacro-2931-e1490276476646.jpg)
Questo è quello che vediamo: muri ricoperti di manifesti e graffiti vandalici, passaggio sul marciapiede impedito dagli arredi della bancarella con annesso furgone in sosta selvaggia.
L’ingresso alla stazione è costellato dalle bandiere sfilacciate della Salini-Impregilo: non sarebbe meglio rimuoverle?
E siamo alle dolenti note: come già saprete, l’edificio che ospita il parcheggio multipiano e il giardino pensile, è già stato vandalizzato e ricoperto nella sua interezza dalle scritte vandaliche.
L’ennesimo sfregio a un bene pubblico di interesse e utilità collettiva, nonché di grande valore estetico-architettonico. La stazione Jonio infatti è stata disegnata dal noto architetto Franco Purini: si tratta di una vera e propria opera di architettura contemporanea. Il progetto si prefigge, oltre a soddisfare le esigenze funzionali di mobilità, di creare una nuova identità urbana, ridisegnando e valorizzando l’area della stazione.
Ma purtroppo per noi romani, il concetto di uniformità cromatica delle superfici, legato all’identità estetica dei luoghi, è bistrattato e deriso dall’esercito dei vandali graffitari.
L’equilibrio estetico e l’armonia visiva sono il bersaglio ideologico del pensiero unico dominante dei muri sporchi/colorati. Un pensiero unico veicolato dai media e dagli intellettuali, furbescamente propagandato dal variegato mondo delle associazioni culturali che operano nell’area della “street art”. E promuovono gli interessi loro e dei loro amici…
Questa egemonia culturale ha prodotto cittadini indifferenti al degrado e assuefatti al brutto.
Ancora una volta la politica si dimostra inconsapevole del valore educativo e sociale degli spazi pubblici. Ecco i danni collaterali inevitabili: gli insulti ai volontari di Retake Roma.
C’è un piccolo giallo che riguarda le scritte di minaccia: sono apparse nel febbraio 2016. Che cosa è avvenuto nel frattempo? La realizzazione del murales di “A Panda Piace” nel giugno 2016.
Dal comunicato stampa:
“L’iniziativa testimonia la volontà di Atac di proseguire la sinergia tra il mondo del trasporto pubblico e quello della street art.”
Mettiamo da parte le facili battute sull’Atac benevola col mondo dei writers che devasta i suoi treni e le sue stazioni. Domandiamoci piuttosto se l’ipotetica ditta incaricata da ATAC per la piccola manutenzione, o l’azienda preposta al decoro urbano (AMA), in concomitanza dell’intervento decorativo, abbiano cancellato le minacce sui muri.
Confrontiamo la foto qui sotto, risalente al febbraio 2016, con quella scattata a distanza di mesi.
![foto centro storico 305](https://www.diarioromano.it/wp-content/uploads/2017/03/foto-centro-storico-305-e1490275173236.jpg)
LE SCRITTE CONTRO RETAKE SONO ANCORA AL LORO POSTO, SEDIMENTATE SOTTO UNA TAG NUOVA DI ZECCA!
![Montesacro 272](https://www.diarioromano.it/wp-content/uploads/2017/03/Montesacro-272-e1490273832745.jpg)
Neanche gli altri graffiti sono stati cancellati, quasi fossero degni di affiancare il murales decorativo.
Cosa aspettano a rimuovere le scritte, affidare a una ditta i lavori di piccola manutenzione necessaria a garantire il decoro della stazione oppure occuparsene direttamente o tramite l’AMA?
Le regole ci sono, gli esempi di buone pratiche sono rintracciabili ovunque, da Napoli a Torino e Milano e il nuovo decreto legge sul decoro aiuta i sindaci. Mentre parliamo, i viaggiatori si fermano per scattare foto al murales con i graffiti vandalici. Il peggior modo di creare confusione tra arte e vandalismo, murales autorizzati e graffiti vandalici e illegali. Preparando terreno fertile per la diffusione del vandalismo politico-ideologico, quello dei “muri puliti, popoli muti”. Ci rendiamo conto di quante e quali conseguenze deleterie sul piano dei comportamenti sociali abbia la sottovalutazione del vandalismo grafico? Senza contare i danni prodotti al patrimonio architettonico pubblico e privato.
Cosa ne pensa l’assessore all’urbanistica Luca Montuori?
E l’assessore ai trasporti Linda Meleo, cosa dice?
Qual’è invece l’opinione dell’assessore alla “crescita culturale” Luca Bergamo?
Ricordiamo, per completezza d’informazione, le proposte dei candidati sindaco:
Virginia Raggi:
“Investire con continuità proprio sulle giovani generazioni per affermare il principio condiviso del rispetto dei beni pubblici: occorre infatti colmare la deformazione culturale che determina il disprezzo e l’incuria dei luoghi pubblici e, al tempo stesso, promuovere azioni che migliorino il decoro urbano, la vivibilità degli spazi comuni, il benessere di tutti i cittadini.”
Roberto Giachetti:
“definire un piano straordinario di manutenzione dei treni e di decoro delle stazioni, potenziando controlli e sicurezza con personale e con sistemi tecnologici. Riprendendo esperienze di altre realtà, utilizzeremo la tecnologia (ad esempio database delle tag) per risalire ai responsabili e per proteggere aree a rischio come le stazioni della Metropolitana e i depositi.”
Giorgia Meloni:
“sarò implacabile con chi offende la bellezza di Roma. Questo vale anche per chi imbratta i muri e realizza graffiti sulle facciate di case e palazzi. Mi impegnerò personalmente per trovare spazi appositi a queste forme belle e positive di creatività urbana, ma chi imbratta dove non è consentito deve pagare, senza invocare un vago diritto alla fantasia.”
Non ci resta che denunciare il degrado della stazione Jonio, scrivendo agli uffici competenti, evidenziando che analoga situazione è rintracciabile nelle altre fermate della metro A e B (vedi Conca d’Oro)