Se fai pubblicità su un cartellone abusivo, rischi brutto. Torna la sanzione dal 1 gennaio

 

Si tratta di una norma che esiste dal luglio del 2011, quando la manovra economica introdusse la possibilità per i comuni e la polizia locale di multare non solo la ditta che impianta un cartellone irregolare, ma anche il soggetto che fa pubblicità su quel cartellone.

A Roma questa disposizione fu attuata negli anni immediatamente seguenti al 2011 e poi via via si è persa l’abitudine di applicarla, nonostante fosse chiaramente prevista nell’articolo 23 del Codice della Strada, comma 12 che recita: “Chiunque non osserva le prescrizioni indicate nelle autorizzazioni previste dal presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.376,55 a euro 13.765,50 in via solidale con il soggetto pubblicizzato“.

Anche la Cassazione, con la sentenza n. 4424 del 23 febbraio 2018, aveva confermato la legittimità di questa disposizione in base a quanto stabilito nell’articolo 197 del Codice della Strada che prevede il concorso nella violazione tra più soggetti (….quando più persone concorrono in una violazione, per la quale è stabilita una sanzione amministrativa pecuniaria, ciascuna soggiace alla sanzione per la violazione prevista..)

La notizia di questi giorni è che dal primo gennaio, l’Ufficio Affissioni tornerà ad applicarla e dunque le multe saranno elevate non solo nei confronti della ditta che ha materialmente installato il cartellone, ma anche nei confronti di chi ha scelto quell’impianto per promuovere il suo prodotto o il suo servizio. Con una nota, indirizzata a tutte le società che operano sul territorio romano, il dottor Paciello, da poco tornato alla guida dell’Ufficio, ha avvisato gli operatori facendo una distinzione addirittura tra coloro che sono iscritti alla Banca Dati (cioè coloro che hanno autorizzazione) e coloro che non sono iscritti e dunque del tutto abusivi.

 

 

In sostanza le ditte che sono iscritte alla Banca Dati (Nbd) sono tenute al pagamento di un canone (CIP- Canone per le iniziative pubblicitarie) e dunque il Campidoglio dispone degli strumenti per incassarlo nel caso in cui queste non lo paghino. Vi sono poi altre ditte che non sono neanche iscritte in Banca Dati e costoro, essendo del tutto abusive, non pagano alcunché. Il Comune ha solo la possibilità di sanzionarle attraverso la polizia locale ma spesso incassare quella sanzione è impossibile perché usano prestanome, cambiano ragione sociale ogni pochi mesi, spariscono e riappaiono con vari escamotage.

Un metodo per scoraggiare questo abusivismo è chiedere al pubblicizzato di pagare lui il CIP. In questo modo i centri media (che sono aziende che collocano la pubblicità sui cartelloni per conto dei loro clienti) porranno maggiore attenzione a quale cartellone scegliere. Perché se si tratta di un impianto abusivo, sarà il pubblicizzato a doverne pagare il canone.

Non si tratta di una novità, anzi era stato lo stesso dirigente ad introdurla a Roma diversi anni fa, ma questa “sana” abitudine si era smarrita nelle nebbie capitoline, non appena l’attenzione sulla cartellonistica pubblicitaria è calata. Questa nota del dottor Paciello ha un alto valore simbolico. Sembra quasi dire che la pacchia è finita (per citare una frase cara a Salvini) e che quindi chi in questi ultimi due anni ha ripreso a fare il proprio comodo sulle strade di Roma, sappia che si sta tornando a riprendere il controllo.

Un giro di vite assolutamente necessario dato che da più parti arrivano segnalazioni di cittadini che vedono spuntare cartelli in una notte, molti dei quali privi di targhetta che indica l’iscrizione alla Banca Dati. Pochi giorni fa abbiamo riportato la denuncia di Franco Quaranta e Massimo D. R., animatori del gruppo Volontari Decoro XIII, che hanno segnalato decine di impianti appartenenti a presunte ditte fantasma.

Alcuni di questi impianti hanno già trovato uno sponsor, forse ignaro di essersi rivolto a chi è irregolare. Questo sponsor faccia attenzione, perché tra poche settimane potrebbe vedersi recapitare una bella ingiunzione di pagamento di un Canone e una multa, in solido con la ditta. E sappia che la ditta con ogni probabilità scomparirà nel nulla!

 

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