L’incredibile ritorno di cartellone selvaggio. La Raggi ha affossato il Piano Regolatore e qualcuno se ne approfitta

Perché nel titolo definiamo “incredibile” il ritorno di cartellone selvaggio? Perché 5 anni fa, quando fu approvato il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, mai avremmo pensato che nel 2019 non sarebbe ancora entrato in vigore completamente, che ci saremmo ritrovati a denunciare l’abusivismo. Eppure a Roma il connubio tra la cattiva politica, le piccole lobby e l’incompetenza riesce a sorprendere anche chi segue le cose del Campidoglio da 30 anni.

Il Prip avrebbe riportato decoro in città, tagliando circa 60 mila mq di superficie pubblicitaria di troppo. Avrebbe garantito servizi importanti ai cittadini pagati dalla pubblicità (arredo urbano, bike sharing, toilette, etc) e avrebbe eliminato l’abusivismo perché le ditte concessionarie vincitrici dei bandi, avrebbero vigilato sul territorio.

Niente di tutto questo è stato realizzato perché l’amministrazione Raggi ha deciso scientemente di non applicare un documento che gli stessi 5stelle avevano votato quando erano all’opposizione della giunta Marino. Fu uno dei pochissimi casi di voto a favore di un provvedimento targato Pd, grazie anche alla mediazione dei cittadini e delle associazioni e grazie al buon lavoro svolto dall’assessore dell’epoca, Marta Leonori.

Oggi, a fine del 2019, cioè 5 anni e 4 mesi dopo quel voto e 10 anni dopo l’inizio della battaglia contro cartellone selvaggio, ci troviamo a pubblicare ancora fotografie di impianti irregolari e abusivi. Uno schiaffo alla città e un calcio al buon governo. Solo per questo motivo la giunta Raggi dovrebbe presentare subito le proprie dimissioni.

LA DENUNCIA DAL XIII MUNICIPIO. In queste ultime settimane gli amici Volontari Decoro XIII hanno segnalato decine di cartellone spuntati dal nulla. E’ come se fosse scattata una nuova impunità tra le ditte senza scrupoli, vecchie e nuove aziende, che hanno deciso di non rispettare le normative e il decoro.

Guardate la foto qui sopra. Chiunque capirebbe che due cartelloni, in mezzo al marciapiede e accanto ad uno scivolo per disabili, non possono stare. Eppure sono apparsi in una notte, privi di targhetta identificativa come prevede il regolamento comunale. Siamo in via Ennio Bonifazi, angolo Mattia Battistini, un luogo di grande passaggio per la fermata metropolitana.

Quest’altro impianto, invece, si trova in largo Boccea, ed è spuntato durante una calda notte d’estate. I Vigili Urbani lo hanno già sanzionato dopo la denuncia dei cittadini, ma ovviamente è ancora lì e dubitiamo la ditta pagherà mai una sanzione. Si tratta della medesima ditta che lo aveva messo pochi metri più avanti (foto sotto) e poi ha deciso di sua iniziativa di spostarlo.

 

Se ci fate caso il numero di telefono che appare sulle plance è sempre il medesimo ed è intestato ad una società immobiliare che ovviamente non risulta tra quelle autorizzate dalla banca dati comunale a operare sul territorio romano.

Se ci spostiamo verso piazza dei Giureconsulti, ecco un altro impianto della stessa pseudo-società (foto sotto), comparso come per magia in un fine settimana piovoso.

Gli esempi potrebbero continuare ma ve li risparmiamo. Massimo D. R. dell’Associazione Aurelio Volontari Decoro XIII ha presentato un formale esposto perché si tratta di impianti senza targhetta e perché in contrasto col Codice della Strada.

Nello stesso tempo Franco Quaranta, attivissimo presidente dell’Ass. Bastacartelloni e esponente dei Volontari Decoro XIII, ha raccolto un dossier fotografico (le immagini che vedete in questo articolo sono sue) e ha predisposto una denuncia formale alla Polizia Locale. Inoltre ha inviato a Repubblica una lettera-grido di dolore che è stata pubblicata lo scorso 15 novembre.

 

FRANCESCO PACIELLO DI NUOVO ALL’UFFICIO AFFFISIONI. Occorre però che queste denunce vengano lette e ricevute da qualcuno, altrimenti restano sulla carta. L’architetto Bosi di Vas, ha scoperto che il dirigente dell’Unità Operativa Affissioni e Pubblicità, il dottor Maurizio Salvi, ha rassegnato le sue dimissioni lo scorso 8 novembre. Al suo posto ritorna (per adesso solo ad interim) Francesco Paciello che i nostri lettori ben conoscono perché per anni ha diretto quell’ufficio ed è probabilmente il massimo esperto comunale in questo tema. Sua è la delibera 37/2009, voluta dall’assessore Bordoni e dal Sindaco Alemanno, contro la quale i cittadini hanno lottato per anni, fino a presentare una delibera di iniziativa popolare per abrogarne gli effetti deleterei. A quei tempi Paciello fu aspramente criticato dalle associazioni cittadine.

Ma sua è anche la riforma che ha portato al nuovo Piano Regolatore e al nuovo Regolamento sulle affissioni. In quel caso, si dimostrò serio e preparato e – pur mantenendo la giusta equidistanza tra cittadini e operatori del settore – è sempre stato pronto all’ascolto. Durante la giunta Marino e dunque sotto la guida dell’assessore Leonori, Paciello ha lavorato bene, nell’interesse della città. Il suo ritorno, dunque, non può che far piacere a chi da anni segue queste vicende e ha dovuto più volte confrontarsi con interlocutori istituzionali che nulla sapevano dell’argomento.

MANCA LA POLITICA. Ma non è certo un dirigente, seppur bravo e preparato, che può segnare la svolta. Occorre che la politica si svegli e riprenda in mano la riforma del settore. Tranne qualche timido passo compiuto dal precedente assessore Meloni, la giunta grillina si è distinta per il più assoluto immobilismo. L’attuale assessore Carlo Cafarotti, aveva addirittura deciso di rimettere le mani all’intero Piano Regolatore perché, a suo dire, non era completo. Un modo per rimandare all’anno del mai la sua entrata in vigore. Cafarotti aveva annunciato una serie di novità che sarebbero state presentate con una delibera ma quella delibera si deve essere arenata nella tipica incertezza pentastellata che provoca movimenti opposti e contrari ogni giorno che passa.

Anche sulla questione pubblicità, questa amministrazione – che ha tra le mani una riforma pronta – ha dimostrato di essere il nulla assoluto assieme al lungo elenco di inadempienze e inefficienze in tutti gli altri settori. Intanto Roma, anche sui cartelloni, torna indietro di 10 anni e riprende a subire impianti abusivi, ditte senza scrupoli, buchi sui marciapiedi e tanta amarezza.

 

 

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2 risposte

  1. Le società titolari degli impianti mostrati nelle foto operano ABUSIVAMENTE perchè non risultano iscritte nell’elenco della NBD comunale aggiornato al 22 marzo 2017.
    Il far west della cartellopoli romana è pronto a tornare con il suo codazzo di prepotenza, disprezzo della legge e della vita dei cittadini.
    Purtroppo quasi tutti hanno dimenticato (anche i grandi quotidiani) che grazie a questi personaggi senza scrupoli ci furono anche dei morti sulle strade romane

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