Prosegue la strage stradale a Roma e il maggior responsabile è sempre lo stesso

Abuso di alcool o di droghe, alta velocità o smartphone, tante le possibili cause di incidente ma quello che accomuna tutte le tragedie stradali a Roma è l'assenza di qualsiasi controllo sulle strade e questo è responsabilità del sindaco

Continua a far discutere l’incidente dello scorso mercoledì 14 giugno a Casal Palocco, quello dove è morto un bambino di cinque anni e che ha coinvolto una Smart Forfour e un SUV Lamborghini preso a noleggio. L’episodio ha attirato l’attenzione di tutti, sindaco Gualtieri incluso, sia per la tragedia della giovanissima vita persa, ma soprattutto perché sulla Lamborghini viaggiavano dei giovani “youtuber con un buon seguito in rete che pare stessero realizzando dei contenuti per il loro canale.

Queste le dichiarazioni del sindaco Gualtieri al riguardo:

… sarebbe davvero incredibile e inaccettabile se si fossero perse delle vite per realizzare dei video

Da quello che si sta accertando, naturalmente c’è un’inchiesta in corso e quindi sarà la magistratura a esprimersi, pare evidente che occorre un senso di responsabilità diffuso sulla sicurezza stradale

“… è una cosa davvero sconvolgente che deve far riflettere tutti e il nostro auspicio è che si faccia luce e giustizia, rapidamente e severamente

 

Sinceramente a noi appare del tutto irrilevante il motivo per cui i ragazzi avessero noleggiato la Lamborghini o quello che ci stessero facendo a bordo. Che i social possano essere una macchina da soldi per alcune persone, spesso giovani o giovanissime, non è una novità e, che possa piacere o meno (chi scrive la trova abbastanza una degenerazione), fino a prova contraria non è contra legem.

Quello che secondo noi è decisivo invece è il fatto che, a giudicare dalle immagini dell’incidente, anche in questo caso l’eccessiva velocità dei mezzi deve aver giocato un ruolo decisivo ed ovviamente tra le due auto quella maggiormente indiziata di aver esagerato si direbbe essere la Lamborghini, perché estremamente potente e perché guidata da giovani .

 

Immagine da Il Post

 

In realtà, non essendo ancora stata chiarita la dinamica completa dell’incidente, non è possibile dire di chi siano le responsabilità, se di uno solo dei veicoli, e nel caso quale, o se di entrambi. Sembra che il ragazzo che era alla guida del SUV sia stato trovato positivo ai cannabinoidi e questo aumenta le possibilità che l’utilitaria sia stata vittima di una manovra azzardata della Lamborghini.

Ma queste sono ipotesi ancora tutte da verificare e probabilmente ci vorrà molto tempo, sempre ammesso che si riesca a ricostruire la dinamica completa dell’incidente (c’è ad esempio il recente precedente dello scontro tra un tram e il SUV di un famoso calciatore dove non si è riusciti a capire se uno dei due fosse passato col semaforo rosso).

 

Ci sono però delle certezze in questo tragico incidente, così come in tutti gli altri che, numerosissimi, si verificano a Roma e queste riguardano la totale assenza di controlli sulle strade romane; un’anarchia tale per cui chiunque può fare quello che vuole infischiandosene totalmente del codice della strada con la pratica certezza di non essere né fermato né tanto meno sanzionato.

La cosa non è recente e infatti la pratica sospensione del codice della strada a Roma è iniziata diversi decenni fa, ma va detto che anche il sindaco Gualtieri sta contribuendo a questo incredibile stato di cose, tollerando sia una Polizia Locale, totalmente ed esclusivamente alle sue dipendenze, che ormai sanziona di rado solo i divieti di sosta, sia tutte le altre forze dell’ordine che chiudono entrambi gli occhi di fronte ad ogni genere di infrazione al codice della strada.

Se nel caso degli agenti di Polizia di Stato, della Guardia di Finanza o dei Carabinieri il sindaco potrebbe, e dovrebbe, richiamare i ministri responsabili affinché sensibilizzino al tema i relativi corpi, per quanto riguarda la Polizia Locale al sindaco basterebbe dare le giuste direttive al comandante generale per cambiare radicalmente la situazione.

Il corpo dei vigili risponde infatti direttamente al sindaco e quindi spetta a lui decidere le priorità nell’operare degli agenti. Se quindi Gualtieri fosse davvero interessato a mettere un argine alla strage stradale in corso a Roma (da inizio anno si conta quasi un morto ogni due giorni), chiederebbe al comandante Angeloni di mettere come priorità per gli agenti il controllo di una serie di norme del codice della strada (ad es. la precedenza ai pedoni, l’uso del cellulare mentre si guida, gli eccessi di velocità, la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti) e si può star certi che il cambiamento si vedrebbe immediatamente.

A Roma siamo infatti ad un tale livello di anarchia sulle strade che qualsiasi inizio di controlli risulterebbe agli occhi di molti una vera rivoluzione.

 

Purtroppo dobbiamo invece assistere all’ennesimo pianto di coccodrillo da parte del sindaco, con la certezza che anche questa volta non cambierà sostanzialmente nulla e Roma manterrà i suoi numeri da guerra per morti e feriti sulle strade.

D’altronde è cambiato qualcosa sul Grande Raccordo Anulare dopo lo schianto mortale di un’auto che andava a quasi 300 km/h nel luglio 2022? Niente è stato fatto ed infatti il GRA continua ad essere una terra di nessuno dove ognuno guida come vuole a prescindere dal CdS.

Oppure è cambiato qualcosa sulla Cristoforo Colombo dopo la tragedia dell’ottobre 2022 dove è stato investito a morte un 18enne? E dire che in relazione a quel tragico evento si è espresso più volte lo stesso sindaco Gualtieri, l’Assemblea Capitolina lo ricordò con un minuto di silenzio ed anche l’allora neo premier Giorgia Meloni manifestò vicinanza alla famiglia. Ma di interventi su un’arteria come la Colombo, dove rispettare il limite di 50 km/h mette addirittura a rischio l’incolumità propria e degli altri (perché tutti vanno molto più velocemente), non se n’è visto neanche uno e quindi la possibilità di simili investimenti di pedoni rimane esattamente la stessa.

 

Quando il sindaco Gualtieri dice che “… pare evidente che occorre un senso di responsabilità diffuso sulla sicurezza stradale”, è anzitutto per sé stesso che deve richiamare tale senso di “responsabilità diffuso sulla sicurezza stradale“; perché chiunque altro può auspicare che questa responsabilità maturi nelle persone, ma il sindaco può andare ben oltre l’auspicio e ordinare al suo corpo di polizia, ossia la Polizia Locale, di mettere la sicurezza stradale in cima alle priorità di azione e di cominciare a sanzionare tutti i comportamenti vietati.

Laddove poi il sindaco afferma che “… il nostro auspicio è che si faccia luce e giustizia, rapidamente e severamente”, qualcuno dovrebbe fargli capire che se la dinamica dello specifico incidente potrebbe anche non essere mai chiarita, è invece immediato fare “luce e giustizia” sulle gravissime responsabilità del suo ufficio che da quasi due anni tollera la totale sospensione del CdS sulle strade di Roma.

 

Così come nel caso della sindaca Raggi la accusammo di essere corresponsabile delle morti dei pedoni sulle strade romane, allo stesso modo sono ormai evidenti le colpe di un sindaco che davanti alla strage stradale in corso da anni a Roma è solo in grado di spendere ogni volta sterili parole.

E non si provi a citare l’iniziativa della Giunta Capitolina di mettere in sicurezza 70 black points, perché con quel limitatissimo intervento il sindaco ha implicitamente accettato di sacrificare circa 200 vite entro la fine del 2023, tante sono infatti le morti sulle strade romane che gli esperti della Rete Vivinstrada hanno calcolato per la mancanza delle necessarie misure di prevenzione degli incidenti.

 

Il povero Francesco dell’investimento sulla Colombo o il bimbo di 5 anni dell’incidente di mercoledì rientrano probabilmente tra quei 200 e, che ne sia cosciente o meno, il sindaco Gualtieri è tra i responsabili delle loro morti.

 

Il giorno che Gualtieri prenderà provvedimenti seri, coraggiosi e rivoluzionari per affrontare la strage stradale romana (controlli automatici della velocità con autovelox diffusi e scout speed, controlli automatici del passaggio col rosso, controlli diffusi per guida col cellulare, guida in stato di ebbrezza o sotto sostanze stupefacenti, ridisegno delle strade, ecc.) potrà sentirsi sollevato della responsabilità diretta sulle morti, ma fino a quel giorno le sue mani saranno sporche del sangue di ognuna delle vittime delle strade di Roma.

 

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