Pietro Calabrese, l’assessore responsabile che però non c’entra mai nulla

Anche sul parcheggio del Galoppatoio, proprietà comunale di 2000 posti in pieno centro per cui il concessionario paga €900/mese, l'assessore afferma: "nun me compete!?!"

Tutto è cominciato dal tweet del corrispondente della Reuters in Italia, Crispian Balmer, che ha mostrato l’immagine delle scale mobili abbandonate che escono su Villa Borghese dal parcheggio del Galoppatoio.

 

 

 

“Uno di quei progetti che a Roma non hanno funzionato molto” scrive Balmer e non gli si può dar torto, soprattutto se si considera che qui siamo nel pieno centro di Roma all’interno di una villa monumentale come Villa Borghese.

L’immagine di Balmer viene rilanciata da tutte le testate giornalistiche locali e quindi fa il giro della rete, anche al di fuori dell’Italia.

 

Chiaramente l’amministrazione capitolina non ci fa una bella figura, ma com’è suo solito, anziché fornire spiegazioni e provare ad inviduare una soluzione al problema la reazione è prima di difesa e poi di rimpallo della responsabilità a qualcun altro.

 

La prima reazione non viene dalla sindaca, ormai in piena campagna elettorale e quindi completamente impegnata in inaugurazioni di giardinetti, piantumazioni di alberi o asfaltature di pochi metri di strada, ma ci pensa il suo consorte, al secolo Andrea Severini, che così argomenta sulla sua pagina facebook:

 

 

Opera di un privato … Dove il comune non ha competenza.

Eh no, signor Severini, l’impianto nella foto è di proprietà di Roma Capitale che l’ha affidato ad un concessionario il quale evidentemente non sta conducendo la struttura come dovrebbe. Trattandosi poi di uno spazio pubblico, quand’anche l’impianto fosse privato il Comune dovrebbe pretendere che esso venga mantenuto in maniera quantomeno decorosa, anche se non funzionante.

Il Severini poi prova ad impapocchiare la storia delle scale mobili non funzionanti avanzando la scusa dei sequestri della magistratura. Tentativo alquanto puerile il suo, giacché nella stragrande maggioranza dei casi di impianti non funzionanti, un po’ ovunque nella rete di metropolitane romane, non vi è stato alcun sequestro.

Bel modo il suo di “… spiegare al giornalista inglese i fatti“, tanto più nella sua veste di “principe consorte”.

 

Più tardi è poi giunto l’intervento dell’assessore responsabile, Pietro Calabrese, che sulla sua pagina facebook ha spiegato, anche questa volta, che l’amministrazione capitolina non c’entra nulla. E te pareva?!?

 

 

Facciamo chiarezza. La manutenzione delle scale mobili del parcheggio di Villa Borghese è un’attività di esclusiva competenza della società Saba Italia, concessionaria della struttura. Parliamo di un’area interdetta da molto tempo per motivi di sicurezza, con gli impianti di risalita in disuso da oltre 30 anni perché non più funzionali all’utilizzo per cui erano stati realizzati, motivo per cui sugli impianti si è sviluppata anche della vegetazione. Ovviamente va riqualificata.

 

Come dire: “nun me compete”.

Peccato che, come detto, quegli impianti sono sì stati dati in concessione ma rimangono di proprietà di Roma Capitale, che dovrebbe ben far valere le proprie prerogative se il concessionario non conduce la proprietà come dovuto.

En passant, notiamo qui che il Calabrese ha il coraggio di pronunciare le parole “manutenzione delle scale mobili”, lui che è responsabile del mancato funzionamento della gran parte degli impianti di traslazione di tutta la rete metropolitana di Roma. Inoltre riguardo il caso di questo parcheggio, è sempre lui che ha la responsabilità del fatto che da tempo immemore sono inagibili le due scale mobili in carico ad ATAC, quelle in direzione del parcheggio poste vicino l’entrata della metro Spagna.

 

 

 

Può essere però solo l’infinita faccia tosta del Calabrese a fargli scrivere “Facciamo chiarezza” per poi a sottacere la vera storia di questo parcheggio.

Scrive l’assessore: “La nostra amministrazione sulle concessioni dei parcheggi ai privati è dovuta intervenire in ambiti molto più urgenti,

In effetti non saranno così urgenti le due scale mobili abbandonate, benché in quasi 5 anni qualcosa si sarebbe potuta fare anche per quelle, ma il trovare una soluzione al colossale contenzioso che l’amministrazione capitolina ha con il concessionario del parcheggio del Galoppatoio, quello sì che a nostro avviso dovrebbe essere considerato urgente.

Pochi sanno infatti che il parcheggio è interamente di proprietà di Roma Capitale la quale nel 2007 lo diede in concessione alla Saba con un canone di 10.000 euro l’anno, meno di 900 euro al mese!?!

Un canone così basso non era in realtà una regalia, bensì fu collegato a consistenti lavori di ampliamento che la Saba si era impegnata a realizzare, lavori del valore di circa 140 milioni di euro.

Peccato che la Saba quei lavori non li abbia mai iniziati, adducendo una serie di ragioni, ma continuando a pagare il canone simbolico. Da tenere presente che il costo giornaliero dell’affitto per la Saba è inferiore alla tariffa giornaliera di una sola autovettura.

La storia di questo parcheggio la raccontammo qualche anno fa.

 

Ebbene se pure la responsabilità iniziale del contenzioso in atto può essere attribuita al sindaco Veltroni, che firmò la concessione nel 2007, e poi via via ai suoi successori, di certo l’amministrazione Raggi non può chiamarsi fuori da tali responsabilità avendo fatto passare quasi cinque anni senza praticamente muovere un dito, se non inviare qualche inutile letterina al concessionario.

Ancora una volta quindi l’assessore Calabrese si dimostra inutile nella sua posizione, continuando a scaricare responsabilità di cui invece dovrebbe farsi carico.

 

E una volta tanto questa cosa non la diciamo solo noi, bensì un ragionamento simile viene da un noto esponente dell’amministrazione capitolina. Il presidente della commissione mobilità, Enrico Stefàno, ha infatti voluto esprimere il suo dissenso rispetto alla difesa del Calabrese e l’ha fatto anch’egli dalla sua pagina facebook.

 

Scrive il presidente Stefàno:

Insomma, dire che Roma Capitale non c’entra nulla con il degrado in cui versa il parcheggio di Villa Borghese è una profonda mistificazione della realtà, dato che è stata Roma Capitale a dare in concessione una struttura di sua proprietà a Saba Italia, e in un modo o nell’altro negli ultimi dieci anni (di cui quattro e mezzo di cui siamo direttamente responsabili) non è riuscita a far rispettare i patti (convenzione) presi in precedenza o ad approvare i relativi progetti.

 

E chiude scrivendo:

Questo continuo scaricabarile, questa costante denigrazione della stampa, non fanno altro che far perdere ulteriore credibilità alla Politica tutta e prestigio alla Capitale d’Italia, già messe a dura prova, facendo fuggire le poche intelligenze rimaste in città che magari vorrebbero investire idee, portare innovazione, e perché no denari creando opportunità e lavoro.

 

Non avremmo potuto scriverlo meglio ed ancora una volta diamo atto ad Enrico Stefàno di essere uno dei pochi dell’amministrazione ad aver mantenuto l’onestà intellettuale necessaria per un confronto costruttivo con gli altri.

Non sappiamo quanto ancora lui e i pochi come lui nel M5S riusciranno a resistere in quello che sempre di più si sta trasformando in un fortino di propaganda funzionale unicamente alla rielezione di Virginia Raggi.

 

Sulla brutta storia del parcheggio del Galoppatoio l’amministrazione Raggi ha grandi responsabilità, non solo perché in tutto il mandato non è riuscita a fare un minimo passo avanti per risolvere il contenzioso, ma soprattutto perché esponenti di spicco del M5S romano erano perfettamente a conoscenza della storia del parcheggio ben prima dell’elezione di Virginia Raggi.

Non si tratta quindi di una patata bollente che l’amministrazione Raggi si è ritrovata inconsapevolmente per le mani, bensì di una questione di cui il M5S già ben sapeva prima della vittoria del 2016 e che per qualche motivo deve aver deciso di non portare a soluzione.

 

Comunque stiano le cose, chi continua a scaricare le responsabilità su quelli di prima dimostra incapacità e malafede, mentre chi non sfugge alla realtà e ad eventuali responsabilità dell’amministrazione M5s si dimostra una risorsa che potrà tornare utile in un’eventuale ricostruzione della città.

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