Nuova vita per il palazzo sull’Arco di Giano

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Ce ne eravamo occupati nel giugno del 2015 per segnalare lo stato di abbandono dell’edificio e di tutta l’area circostante. Nel cuore della Roma archeologica, a ridosso di San Giorgio al Velabro e affacciato direttamente sull’Arco di Giano, questo palazzo sembrava gridare inascoltato le sue potenzialità.

L’appello è stato raccolto da Alda Fendi, la minore delle sorelle protagoniste dell’alta moda, che lo ha acquistato dai privati che lo stavano lasciando andare in malora e lo ha destinato alla sede della Fondazione Esperimenti. Si tratta di un incubatore di cultura con sei piani interamente dedicati agli artisti e alle loro opere, un ristoro con terrazza sull’antichità e 25 appartamenti. Uno strano mix che – speriamo – si possa rivelare vincente. Il progetto è stato realizzato dall’archistar Jean Nouvel, autore, tra l’altro, della Torre Agbar di Barcellona, della Fondazione Cartier di Parigi e dell’Opera di Lione.

Nell’idea di Alda Fendi, questo isolato sulle rovine dovrà essere una città dell’arte per dare l’occasione ad artisti giovani o meno giovani di creare e sperimentare. Si tratta di un caso di filantropia pura? Probabilmente no, infatti accanto agli atelier vi saranno anche appartamenti, probabilmente di lusso. Abitare in una casa progettata da Jean Nouvel con finestre sul Velabro e sull’Arco di Giano è un privilegio raro e immaginiamo i prezzi non saranno propriamente popolari. Ma nulla di male se il risultato sarà la rinascita dell’area. Guardate come si presentava fino a poco tempo fa

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Intonaci fatiscenti, muri graffitati, auto in sosta selvaggia. Uno spettacolo poco dignitoso agli occhi di migliaia di turisti e romani che ogni giorno si recano ad ammirare l’area archeologica sottostante. Quando il progetto della Fondazione Esperimenti sarà completato, si potranno visitare gli studi degli artisti e le sale multimediali nelle quali saranno esposte opere contemporanee. Inoltre un grande spazio verrà dedicato alle mostre e agli eventi culturali.

Ancora da chiarire i dettagli del ristorante che sarà sul tetto dell’edificio. E’ probabile che la società di costruzione stia valutando con il Campidoglio i permessi. Ma il resto della struttura è già deciso e sarà appunto un insieme di atelier e abitazioni. E’ stato un processo lungo e complicato, soprattutto per la delicatezza del luogo: i lavori sarebbero dovuti iniziare a fine 2015 ma hanno subito diversi stop e rinvii. Adesso invece il cantiere ferve e secondo le previsioni dovrebbe essere ultimato tra ottobre e novembre 2017.

 

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3 risposte

  1. Sul Corriere della Sera di oggi è stato pubblicato un articolo che riguarda l’opposizione dei residenti alla scala di acciaio che si butta sull’arco di Giano

  2. Quello previsto per via del velabro, cioè la costruzione di una scala metallica che finirebbe nell’immediata giacenza dell’arco di Giano, destinata a congiungere un palazzo recentemente restaurato (da chi?) con la piazza di S. Giorgio in Velabro, è un brutale attentato
    alla storica località. La Sovrintendenza farebbe il proprio dovere se fermasse l’attenzione sul progetto che impatta un’area tra le più interessanti della Roma archeologica, allo scopo di favorire interessi privati.

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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