Muro della Gentilezza: la replica dell’ass. Annunziata (XV° Mun.)

Dopo la pubblicazione dell’articolo a firma di Giovanna Iorio relativo al Muro della Gentilezza e al fallimento, per ora, dell’iniziativa, riceviamo e pubblichiamo da parte dell’assessore all’ambiente del XV° Municipio, Pasquale Annunziata, questa mail. icona180

 

Ho letto l’articolo intitolato: “Il muro della gentilezza è tornato ad essere come gli altri”
Suggestivo, ma non riporta in modo esatto cosa è successo e per quali ragioni la raccolta degli abiti è stata sospesa.
Il 16 ottobre ricevo in Municipio una dipendente dell’Ufficio URP e il consigliere Ribera.
La dipendente URP mi rappresenta che da un paio di mesi continua a ricevere presso il suo ufficio decine e decine di segnalazioni dai cittadini che denunciano lo stato di degrado ed abbandono della strada che ospitava l’iniziativa IL MURO DELLA GENTILEZZA presso la sede di Ama Roma di Via Cassia, 1761. e chiedono all’Amministrazione municipale di intervenire anche per una questione igienico-sanitaria.
Il Consigliere, che ricordo era stato uno degli organizzatori dell’iniziativa insieme agli studenti del liceo Marymount International School, chiede espressamente un mio intervento presso l’AMA per bonificare l’area ormai diventata una discarica a cielo aperto dove oltre a montagne di abiti ormai giacenti per terra, inzuppati dalle piogge, maleducati vi buttavano di tutto anche copertoni, materassi ed altro spiegandomi che ormai la situazione è fuori controllo per l’inciviltà della gente che non ha compreso lo spirito dell’iniziativa.
Quindi come responsabile per il decoro urbano e per salvaguardare la salute di tanti cittadini che si sono rivolti al Municipio sono stato costretto ad intervenire.
Il giorno successivo tutta l’area viene ripulita e bonificata, e per evitare che, ormai abituati a quella situazione di degrado la gente continuasse a riversare materiali a terra, feci delimitare il muro con una striscia bicolore e mettere un volantino che avvisava e consigliava di non depositare indumenti e qualsiasi altra cosa a terra. Questo, ripeto, esclusivamente per evitare che il lavoro svolto dall’AMA fosse in un paio di giorni vanificato.
Detto questo, è singolare sentire persone che adesso si ergono a paladini della moralità e urlano allo scandalo, che fino ad ieri erano voltate da un altra parte, e che mai una riga hanno speso sul degrado del muro in questi mesi..
Stiamo raccontando di cosa era diventato oggi il muro e non di quando è nata l’iniziativa, quindi bisogna, per correttezza di cronaca, pubblicare anche le foto dell’indecenza e non solo quelle dell’inaugurazione, perchè altrimenti si vuole fornire notizie sbagliate e devianti e non raccontare il presente.
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Io comunque, lo ripeto ancora una volta, sono disponibile a ricevere le associazioni che vogliono impegnarsi e collaborare a far rinascere questa iniziativa siglando con loro un protocollo d’intesa perchè, a differenza di prima e visto l’esito finale, si dovranno stabilire regole sulla gestione della raccolta, precisando i compiti, i ruoli e le responsabilità di chi partecipa.
Solo così è pensabile far ripartire questa iniziativa.
Pasquale Annunziata 

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Una risposta

  1. Gentile Assessore,
    Il nostro dialogo si era già aperto su Facebook dopo la pubblicazione del suo post nel quale annunciava la chiusura del muro della gentilezza per via dell’abbandono da parte degli studenti che lo hanno realizzato e al quale rimando i lettori più attenti (ci sono infatti anche i commenti degli amministratori (Marcello Ribera in primis) che hanno sostenuto e voluto questo progetto.
    Abbiamo dialogato e le ho esposto la mia sorpresa e anche il mio disappunto nel leggere che la chiusura del Muro era dovuta al disinteresse degli studenti. Lo ripeto senza dubbi: non è corretto attribuire le colpe ad un gruppo di volenterosi studenti. Dal momento che quelle affermazioni non erano esatte ho cercato di ricordare lo sforzo degli studenti che si sono adoperati, insieme ad altri volontari, per la gestione del Muro.
    Ricordo ai lettori che il Muro della Gentilezza ha ricevuto il patrocinio (senza fondi economici) del Comune di Roma con la promessa e l’impegno di gestire, insieme all’AMA (sede del Muro della Gentilezza) la raccolta. Inoltre il Muro della Gentilezza ha le sue regole che vanno solo fatte rispettare; è dunque “autogestito” e soprattutto, in mancanza della collaborazione dei cittadini, non può essere “gestito” da un gruppo di cittadini senza l’aiuto importante dell’Amministrazione. Le immagini da lei pubblicate sono state spesso lo scenario in cui abbiamo lavorato, intervenendo, pulendo, ripristinando il decoro. Ci fa piacere sapere che vi sia l’intenzione di programmare una gestione, ma ripeto che l’impegno degli studenti è solo uno dei tanti contributi: il muro deve diventare un luogo gestito e protetto da tutti i cittadini residenti nella zona e anche dalle altre scuole presenti nell’area. Propongo una vera e propria campagna di educazione e sensibilizzazione che spieghi di cosa si tratta. Non avevamo i mezzi per una simile operazione, ma di certo le darò una mano nelle scuole della zona, dove avevo sperato di organizzare incontri per sensibilizzare i giovani cittadini. Noi propositori del progetto avremmo preferito un luogo diverso, la sede dell’AMA ci è stata indicata proprio in virtù dellimpegno dei collaboratori ecologici, e per altre condizioni ideali alla gestione (Gruppo volontari Scout, vicinanza geografica di alcuni instancabili sostenitori). Per il resto ricordare ai lettori il valore di questa iniziativa è importante almeno quanto mostrare le immagini di inciviltà degli utenti.
    Cordiali saluti,
    Giovanna Iorio

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Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
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