Le gare d’appalto (mai fatte) della giunta Raggi

Durante la campagna elettorale tutti i candidati 5stelle lo ripetevano a pappagallo: “La nostra amministrazione non farà affidamenti diretti, né proroghe. Ci muoveremo solo tramite gare pubbliche”.

Sarebbe facile adesso mettere a paragone la celebre frase del “vento sta cambiando” pronunciata da Virginia Raggi con quella del “governo del cambiamento” saltato in queste ore (alcuni dicono per fortuna). La crisi istituzionale è così profonda che del nostro parere non sente il bisogno nessuno. Limitiamoci ad osservare quanto sia stata mantenuta la promessa delle gare pubbliche in questi primi due anni di giunta Raggi, la giunta del vento che cambia. La risposta è piuttosto semplice: le gare non sono state fatte.

Tutti i servizi pubblici più importanti – dalla manutenzione del verde pubblico, ai trasporti, alla pulizia delle strade – non hanno visto neanche una gara bandita da questa amministrazione. In alcuni casi i bandi sono stati bloccati da rilievi di organismi di controllo, in altri casi non c’hanno proprio pensato a farle e hanno proceduto con la proroga.

 

CONSORZIO TPL. L’ultimo, clamoroso caso, riguarda il consorzio Roma Tpl che gestisce le linee periferiche degli autobus, quelle linee che Atac non riesce a operare perché non ha abbastanza mezzi. Roma Tpl è una società che fa capo alla Marozzi, del gruppo Vinella e ad Umbria Mobilità. Si è comportata malissimo con i propri dipendenti e con i passeggeri: da una parte non ha pagato gli stipendi per mesi e dall’altra non ha svolto il servizio per il quale si era impegnata. Gli scioperi sono stati all’ordine del giorno nel 2017 e troppe volte i pendolari sono rimasti a piedi senza preavviso. Ebbene, si sapeva da tempo che il contratto con questo consorzio era in scadenza. Sarebbe bastato indire una gara e affidare il servizio al miglior offerente. E invece no! Invece l’assessore Meleo e Virginia Raggi hanno deciso di prorogarlo alla stessa Roma Tpl per altri 3 anni, al costo di 123 milioni di euro. E le promesse di trasparenza? E l’impegno a fare sempre le gare? Tutto dimenticato, tanto è vero che perfino il M5S si è spaccato su questa decisione con Enrico Stefàno che ha criticato apertamente la Meleo e il consigliere Calabrese che ha preferito non votare.

 

VERDE PUBBLICO. Ma di casi come questo ce ne sono tanti. Il verde pubblico orizzontale, insomma le aiuole e i giardinetti che tutti vediamo in condizioni disastrose con erba altissima, è l’altro caso di insipienza e forse cattiva volontà. Il Servizio Giardini ha solo 180 uomini perché negli anni scorsi si è deciso di esternalizzare la manutenzione del verde, affidandola tramite gare a cooperative. Durante la sindacatura Marino furono revocati gli affidamenti ad alcune coop in odore di mafia capitale. Da allora non si sono più fatte gare: in questi due anni di amministrazione Raggi, la gara per il verde è stata scritta ma mai bandita, perché l’Anac ha fatto dei rilievi su come era stata predisposta.

BUCHE. E ancora altro esempio clamoroso riguarda le buche di Roma. Nell’aprile del 2017 è stata predisposta la gara per la manutenzione delle strade di grande viabilità del comune di Roma, divisa in 12 lotti. Ebbene questa gara non è mai stata assegnata! Per le strade secondarie neanche a parlarne: si procede con microappalti dove la trasparenza va a farsi benedire, quando un general contractor potrebbe risolvere il problema dell’asfalto una volta e per tutte.

INCIDENTI STRADALI. Andiamo avanti! Sapete chi pulisce una strada dopo un incidente stradale? Chi rimuove l’olio, i residui dei vetri, i rottami delle auto, etc? Non lo sapete? E’ normale, perché a Roma questo servizio non lo svolge nessuno. Una gara d’appalto era stata prevista durante la gestione Fortini (l’a.d. di Ama allontanato dall’assessore Muraro, a sua volta allontanata dalla Raggi): una società esterna avrebbe provveduto alle bonifiche post incidente, inviando il conto all’assicurazione della vettura in torto. Ma questa gara non si è mai fatta. E così oggi il servizio viene svolto a volte da Ama, a volte da nessuno!

MULTISERVIZI. La madre di tutte le gare è quella per la cosiddetta Multiservizi, la cooperativa che si occupa della pulizia dei mezzi Atac, delle mense scolastiche, della guardiania dei parchi e molto altro. L’importo monstre, 475 milioni, va ovviamente affidato tramite bando. Durante la campagna elettorale, il M5S ha promesso ai dipendenti della Multiservizi che sarebbero stati assunti direttamente dal Campidoglio o dalle sue partecipate. E per farlo, una volta diventata Sindaco, la Raggi ha bandito una “gara a doppio oggetto” che consiste nel formare una nuova azienda pubblica che a sua volta avrebbe concorso, assieme ai privati, alle varie gare. Sapete come è finita? L’Antitrust l’ha bloccata perché in violazione della concorrenza e anche l’Anac ha avuto da ridire. In pratica anche questa gara è saltata e rimandata a chissà quando.

 

CARRI ATTREZZI E SPELACCHIO. Potremmo proseguire a lungo, ricordando il caso dei carri attrezzi per i quali il bando non si vede all’orizzonte, ma vi sarete già annoiati. Un ultimo episodio ce lo consentirete perché minore in termini economici ma enorme in termini di immagine. Spelacchio, l’albero di Natale più deriso del mondo, è stato affidato ad una ditta senza gara. Anche in questo caso è prevalso il principio dell’affidamento diretto, tra l’altro alla società che lo scorso anno aveva montato in piazza Venezia un albero ancora più brutto.

P.S.: se vedete le fontane storiche di Roma in totale abbandono è perché è scaduto l’appalto con la ditta di manutenzione. E nessuno ha pensato di fare una gara!!!! Eh già il vento sta davvero cambiando!

 

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