La piaga dei roghi tossici e una possibile soluzione

Pochi giorni fa raccoglievamo le ultime foto del Cdq Tor Sapienza su un violento rogo che ha devastato parte di un’area verde. In quel quadrante di Roma, le fiamme appiccate da rom e recuperanti sono una costante tanto è vero che le pagine social del Comitato di Quartiere ospitano una volta a settimana denunce e proteste dei residenti intossicati. Vivere senza poter respirare aria pulita, crescere i propri figli in mezzo ai fumi di pneumatici e plastiche combuste porta all’esasperazione.

Avevamo chiesto un intervento, un segnale da parte del Sindaco Raggi per far capire a qualcuno che “l’aria sta cambiando” (neanche troppo in senso metaforico). Purtroppo nella notte tra venerdì e sabato, in un’altra zona di Roma, un violento rogo ha svegliato i cittadini mettendoli in allarme. A Valle Aurelia, alle pendici del Parco del Pineto sotto il quartiere della Balduina, da anni è insediato un accampamento abusivo. E da anni vengono bruciati materiali plastici, rame, pneumatici che producono fumi tossici. Durante uno di questi roghi, forse per il vento che l’altra notte soffiava su Roma, le fiamme hanno investito anche le baracche degli accampanti e le hanno distrutte. I fumi neri hanno invaso il quartiere e alcuni abitanti sono stati costretti a rivolgersi ai medici per problemi alle vie respiratorie.

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Anche a Valle Aurelia i roghi non sono una novità. Più volte è stato chiesto lo sgombero degli accampamenti, anche con successo, salvo poi il ripresentarsi dell’insediamento poche settimane dopo. Se è vero che tenere sgombere le aree è complicato, occorre dire che tenerle senza roghi dovrebbe essere più semplice. Una vigilanza costante sulle colonne di fumo e un intervento immediato di vigili del fuoco e polizia municipale renderebbe pericoloso per i rom appiccare le fiamme. Se infatti infatti ci fosse un blitz delle autorità ogni volta che appare una colonna di fumo i recuperanti eviterebbero di esporsi al rischio di essere arrestati e sgomberati. Il tema è sempre lo stesso a Roma: ciascuno si sente libero di fare come vuole perchè ha la quasi certezza dell’impunità. Se invece ad ogni rogo corrispondesse uno o più arresti, ben presto i roghi diminuirebbero fino a sparire.

Sarebbe dunque necessario un mandato alle forze dell’ordine da parte del nuovo Sindaco, con una richiesta di intervento immediato in seguito alla segnalazione dei cittadini. Non appena qualcuno telefona denunciando un rogo, dovrebbe scattare l’intervento da parte di Polizia, Carabinieri o Vigili Urbani. Basterebbe fare uno sforzo di questo tipo per circa un anno, dedicando magari alcune pattuglie, per stroncare in pochi mesi il fenomeno.

E’ ormai una questione di salute pubblica per cui non si può pensare di derubricarla a problema minore. Una maggiore attenzione oggi si traduce in tante malattie in meno domani.

 

 


 

Le foto di questo articolo sono di Franco Quaranta

 

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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