La “civile” viale Eritrea grazie ai cordoli. Le differenze con viale Libia

Erano stati i lavori della metropolitana a ridare una parvenza di civiltà alla zona, ma il problema atavico della doppia fila e dei bus ingolfati nel traffico non era stato risolto. Alemanno, convinto che la macchina dovesse essere sempre predominante sul mezzo pubblico, aveva riaperto viale Libia e viale Eritrea al traffico privato, senza proteggere le corsie preferenziali. Anzi proprio quel sindaco aveva fatto rimuovere i cordoli di protezione da tutta Roma in seguito alla morte di un motociclista, con la motivazione della loro pericolosità.

In realtà, le cause di quel drammatico incidente non sono mai state accertate. Il padre della vittima cercò a tutti costi un responsabile, individuandolo nei cordoli sui quali la moto sarebbe scivolata. Conoscevo bene il ragazzo morto, era una bella persona, piena di vita. Amava lo sport e il mare. L’estate precedente eravamo stati in vacanza in Grecia, con una comitiva di amici. Mi consentirete questa piccola digressione personale che vuole sgomberare il campo da accuse di insensibilità. Il dolore per la morte prematura di Maurizio non deve far perdere la lucidità nell’esaminare i problemi della città. I cordoli di protezione esistono in tutto il mondo e sono stati dichiarati sicuri da diverse commissioni tecniche. Ecco perché le proteste di questi giorni in viale Eritrea o in via Emanuele Filiberto fanno pensare ad una Roma retriva e chiusa, dove qualsiasi cambiamento è visto come una sciagura.

Riportare ordine nel traffico caotico e far correre i mezzi pubblici è l’unica possibilità che abbiamo per sopravvivere e continuare a muoverci. Abbiamo deciso quindi di mostrare la differenza che oggi c’è tra viale Libia (dove i cordoli non sono ancora stati montati) e viale Eritrea (dove i lavori stanno finendo in queste ore).

In pratica si tratta della stessa strada, che cambia nome dopo aver incontrato una piazza. Ma è la stessa arteria, con le stesse modalità costruttive e la stessa tipologia di negozi ed edifici. Ecco perché è interessante fare il paragone. Ebbene, in viale Eritrea i bus scorrono in fretta, protetti nella loro corsia assieme ai taxi. Le automobili non subiscono un disagio particolare, anzi il traffico resta lo stesso di prima quando la corsia di marcia era comunque una o una e mezzo. E’ solo la doppia fila ad essere scomparsa e il disagio vero lo hanno quegli automobilisti abituati a lasciare la macchina come capita. Vediamo allora qualche foto.

 

 

Come si può notare, nessuno osa invadere la corsia preferenziale dove i mezzi pubblici possono transitare velocemente. Sulla corsia di marcia normale il traffico scorre ovviamente più lento. Ed è questo il primo e importante vantaggio. Chi è nella propria auto, vede per la prima volta l’autobus andare più veloce e pensa che quel mezzo non sia una roba per sfigati che impiegano una vita per i loro spostamenti, ma addirittura diventa più rapido. E’ una forma di incentivo a lasciare a casa l’auto, decongestionando la città e riducendo l’inquinamento.

Noterete che non c’è più doppia fila e che gli attraversamenti pedonali sono salvi.

 

Nell’unico punto nel quale i cordoli si interrompono per consentire la svolta su via Lucrino, ecco apparire qualcuno che sosta in maniera selvaggia come il camion bianco che vedete qui sotto.

 

 

Questo ci permette di tornare al discorso generale legato alla sosta incivile. Non è pensabile che vi sia un vigile in ogni strada pronto a elevare multe. Occorre un arredo urbano, un disegno delle strade che impedisca fisicamente di lasciare in maniera irregolare il proprio mezzo.

Per averne la prova, spostiamoci poco più avanti, in viale Libia. Qui, appunto, i cordoli non ci sono ancora. E il risultato è una marea di veicoli in sosta selvaggia che riducono la corsia di passaggio ad una sola.

 

Stessa ora, stessa tipologia di strada: dove ci sono i cordoli traffico scorrevole e niente doppia fila. Dove non ci sono i cordoli ognuno fa come gli pare.

Le obiezioni. I giornali in questi giorni sono pieni di interviste ai residenti che si oppongono ai cordoli con svariate motivazioni. Possiamo riassumerle in tre principali categorie: 1) i clienti dei negozi non possono fermarsi “un attimino” per ritirare qualcosa, per cui i commercianti perdono affari. 2) Non è possibile fare carico e scarico delle merci per gli stessi negozianti. 3) Il camion Ama che svuota i cassonetti blocca il traffico per molto tempo.

Di queste tre obiezioni, solo la terza ha un fondamento e il problema va risolto. E’ necessario che Ama faccia la sua raccolta la notte e mai di giorno, ma questo vale per tutte le strade non solo per quelle con i cordoli.
Le altre due cause di protesta non hanno senso: per lo scarico e carico delle merci vi sono diverse aree apposite distribuite su tutto il viale. Occorre che siano tenute libere in modo che i furgoni possano fermarsi e consegnare. Per quanto riguarda il cliente che si ferma “un attimino” per fare acquisti………è talmente assurdo che non vale la pena di commentare. E’ ovvio che in una strada dove vi sono 60 negozi, basta che per ogni negozio si fermino “un attimino” 4 clienti al giorno per avere 240 auto in doppia fila. Appunto la doppia fila perenne.

Bravo dunque Enrico Stefàno, presidente della Commissione Mobilità che ha fortemente voluto questo intervento, forse il primo atto di governo della città dall’insediamento della giunta Raggi.

Una nota finale: non si deve trascurare la manutenzione dei cordoli, altrimenti il rischio è che vengano divelti e allora sì possono diventare pericolosi. Nella foto che segue si vede un primo birillo già danneggiato. Importante sostituirlo subito e incaricare una squadra di controllo della funzionalità dei cordoli in tutta Roma.

 

 

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