Ad agosto 2016 pubblicammo la denuncia, inviataci da un’amica del blog, di una baraccopoli al centro di Roma. Si trattava della zona tra lo scalo S. Lorenzo e via dei Lucani dove si segnalavano edifici fatiscenti e pericolanti, abusivismo edilizio e discariche a cielo aperto. Accompagnammo la denuncia con delle segnalazioni al Municipio II ed alla Questura ma non accadde nulla.

A gennaio di quest’anno tornammo sull’argomento e dovendo constatare una situazione ancora immutata scrivemmo direttamente alla presidente del Municipio II, Francesca Del Bello, che ci risposte prontamente dicendo che avrebbe interessato l’assessore ai lavori pubblici. Poi più nulla.

Ci tornammo ancora a marzo e quindi ad aprile, quando ci fu segnalato il crollo di uno dei muretti che delimitano l’area, spinto dagli alberi lasciati liberi di crescere. In quest’ultima occasione provvedemmo ad inviare una segnalazione via PEC alla Polizia Locale.

A giugno infine ne parlammo l’ultima volta segnalando un nuovo crollo: questa volta il fronte di tre metri di un muro era venuto giù, finendo sul marciapiede, ma la cosa aveva comportato solo la recinzione del crollo con la solita rete rossa alla romana.

 

Qualche settimana fa, su suggerimento dell’utenza twitter del SULPL, un sindacato autonomo di Polizia Locale di Roma, abbiamo inviato alla Polizia Locale una richiesta di comunicare l’esito del controllo richiesto ad aprile e l’altro giorno ci è giunta la risposta. Eccola:

 

notaVigili

 

Il punto “…ove si evinceva che le opere erano riconducibili alle previsioni dell’art.21 L.R. n° 15/2008” ci sembra particolarmente rilevante. E cosa dice l’art. 21 di quella legge regionale? Eccolo:

 

art21

 

Se capiamo bene quindi, quell’area è suolo pubblico su cui qualcuno ha costruito senza permesso e la cosa è stata accertata dalla Polizia Locale fin dal 2015!?!

Stando alla lettera della legge le opere abusive dovevano essere demolite dal responsabile entro massimo 90 giorni, altrimenti avrebbe dovuto pensarci il Comune.

Ad ottobre 2017 la Polizia Locale, a seguito di segnalazione, deve constatare che tutto è immutato.

 

Questa storia avrebbe dell’incredibile, se non fosse che siamo a Roma e, come tutti sappiamo, di storie come queste ce n’è una lista smisurata che comprende luoghi remoti nelle periferie così come posti assolutamente centrali.

Sembra che certi soggetti abbiano quasi un diritto divino a commettere abusi e reati alla luce del sole, con le istituzioni che appaiono inerti non si capisce se per mancanza di mezzi o se per velate connivenze.

 

Torniamo a scrivere alla presidente Del Bello per informarla che nel luogo segnalato sembra essere tutto abusivo ma, cosa ancor più grave, tutto molto pericoloso ed a rischio di far male a qualcuno che passi da quelle parti.

Noi capiamo pure che quella deve essere una storia che si trascina da decenni e che per l’attuale amministrazione municipale sia una patata bollente, ma con le carte così come sono state scoperte e soprattutto con i crolli che si stanno succedendo con frequenza preoccupante, non è più tollerabile lasciare le cose come stanno.

A nostro modesto avviso se si conferma che tutta l’area è del demanio, andrebbe fatto uno sgombero in tempi rapidissimi, col pretesto, tutt’altro che infondato, che quelle strutture stanno via via crollando, e con un paio di giorni di ruspa raso tutto al suolo. Una volta rimossi tutti i detriti quell’area si potrebbe trasformare in un bel giardinetto, di cui l’intero settore avrebbe bisogno come il pane.

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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