E’ una nuova grande sconfitta rispetto alla rivoluzione annunciata dai 5stelle. Il tema degli autodemolitori si trascina da oltre 30 anni. Le giunte che si sono susseguite non hanno avuto la forza o la capacità di spostarli dai luoghi attuali, mentre nell’ultima campagna elettorale l’M5S aveva tuonato contro gli sfasci che inquinano il territorio.
L’ex assessora all’Ambiente Paola Muraro, aveva inserito nel bilancio delle cose fatte durante la sua gestione lo sblocco degli spostamenti degli autodemolitori.
E invece, la commissione ambiente presieduta da Daniele Diaco ha candidamente ammesso che occorre ricominciare tutto da capo e che dunque arriverà l’ennesima proroga, perfino per gli sfasci all’interno del Parco Archeologico di Centocelle. Secondo Diaco le aree che erano state individuate dalle precedenti amministrazioni non sono più utilizzabili a causa dei ricorsi dei proprietari o degli abitanti delle zone interessate. Per cui il percorso della giunta Marino tracciato con la Delibera 181 del 2014 non sarebbe più percorribile.
In realtà la decisione di spostare i demolitori di via Togliatti, di via Olimpica e di Centocelle in aree esterne al Gra, risale al 1997, giunta Rutelli. All’epoca furono individuate 9 zone che avrebbero ospitato le attività, attrezzate per lo smaltimento degli oli e delle acque di risulta (tra le quali Infernaccio, Santa Palomba e Osteria Nuova). Furono avviati gli espropri ma, negli anni, il procedimento non riuscì ad arrivare a conclusione. L’amministrazione Veltroni provò a rilanciarlo ma si fermò nuovamente durante il mandato di Alemanno. Così nel 2014, Marino stabilì con la delibera 181 una scaletta dei tempi e delle cose da fare. Tutto il processo si sarebbe dovuto concludere entro giugno 2016 e consisteva nello sblocco di alcune aree contestate e in un accordo con i demolitori.
Come sappiamo la giunta cadde un anno dopo e lasciò a metà il lavoro, avendo concesso un’ulteriore proroga che sarebbe dovuta essere l’ultima. Ne parlammo anche noi più volte, sollecitati dalla Comunità Territoriale del VII° Municipio che lamentava la grave situazione degli sfasci di via dell’Almone. Oltre ad essere inquinanti, avevano provocato nel 2009 un incendio devastante durato 4 giorni che provocò l’intossicazione di molti abitanti.
Ed arriviamo ai giorni nostri. La commissione ambiente martedì scorso ha ripreso in mano la delibera di Marino e ha semplicemente affermato che non si può più attuare. Stop! Non ha stabilito nuove scadenze, né ha indicato il percorso che sarà compiuto dalla giunta Raggi. Il presidente Diaco si è limitato ad affermare che saranno cercate nuove aree e che nel frattempo sarà avviata una verifica della regolarità ambientale degli attuali rottamatori.
Un po’ poco per una amministrazione che si annunciava rivoluzionaria e che invece va nella direzione di una nuova proroga, questa volta infinita. A Roma vi sono attualmente 104 attività di rottamazione e demolizione. Molti di questi sarebbero intenzionati a spostarsi se solo il Campidoglio indicasse un luogo idoneo. Ma la ricerca inizia da capo. Davvero un bel CoRAGGIo!
Una risposta
i cinque stelle romanari fanno pena, come d’altronde pena fanno i romani (non solo coatti) che non si rendono conto in che incredibile stato è ridotta questa città.