Divenuti ormai assidui frequentatori della pagina facebook dell’assessore Meleo dobbiamo dire che non ci lascia mai senza qualche spunto di riflessione. Sono riflessioni amare e sconsolate ma d’altronde questo è normale in periodi in cui le spade tacciono e sono i foderi a fare la guerra.

L’ultima è dell’altro giorno, quando l’assessore ha postato la seguente notizia: “Fra poco sarò in diretta su Radio Roma Capitale. Non mancate

 

RadioMeleo

Peccato che il “fra poco” era già passato, giacché il post è stato pubblicato alle 14:34 mentre la diretta era prevista per le 14:30.

E vabbè, si dirà, sempre a stare a guardare il capello. Sarà pure che siamo prevenuti ma a noi nessuno ci toglie dalla testa che notifiche all’ultimo secondo, o addirittura ritardate, sono funzionali ad evitare qualsiasi possibile polemica nei confronti dell’assessore. Hai visto mai, ad esempio, che qualcuno avesse voluto chiedere all’assessore che fine ha fatto il delegato alla ciclabilità e soprattutto chi si sta occupando della materia nell’amministrazione?

 

Siamo poi andati a risentirci la registrazione dell’intervento dell’assessore e lo scoramento è stato, se possibile, ancora maggiore.

Si è trattato in pratica di una vera e propria “intervista in ginocchio” curata da Paolo Cento (ex parlamentare italiano noto anche come “er piotta“) dove all’assessore si è chiesto della funivia a Casalotti, dell’orario estivo del TPL e del servizio rimozione veicoli affidato ad ATAC. Niente domande dal pubblico purtroppo, per evitare evidentemente che l’assessore potesse essere messa in difficoltà su qualche tema.

Chi scrive non sa se ha fatto peggior figura l’intervistato o l’intervistatore.

L’intervistato, ossia l’assessore, ha dato ennesima prova di maneggiare con estrema difficoltà la materia trasportistica, esibendosi in una sequela di banalità e luoghi comuni, infarciti di intercalari ed ampollosità (“feedback molto molto molto positivi“), che danno l’immagine chiara di chi si debba arrampicare sugli specchi trattando concetti di cui ha solo qualche superficiale comprensione. Assolutamente illuminante è ad esempio l’uso da parte dell’assessore dell’espressione “velocità degli autobus” anziché del corretto termine tecnico, ossia “velocità commerciale”.

L’intervistatore, ossia Paolo Cento, si è limitato a pochi temi senza poi mai neanche provare a confutare le banalità dell’assessore. Solo in un punto Cento ha accennato al fatto che probabilmente gli utenti ATAC non sarebbe molto d’accordo con la situazione idilliaca che l’assessore cercava di dipingere; ma lo ha fatto molto cautamente, come se non volesse neanche rischiare di colpire la suscettibilità dell’interlocutrice. Niente sui dissidi ai vertici ATAC, con Rota che dopo due mesi non ha ancora ricevuto le deleghe e già sembra sull’orlo di lasciare, niente sul disastro nella mobilità ciclabile, niente sul fatto che ogni giorno numerose linee del TPL devono essere deviate per la sosta selvaggia e che assegnare il servizio rimozioni ad un’azienda ormai morta come ATAC vuol dire affossarlo definitivamente, niente sulla mattanza pedonale che prosegue indisturbata con l’ormai chiara complicità dell’assessore.

Viene da chiedersi se l’intervistatore sia digiuno di tutti questi problemi, e dei tantissimi altri che affliggono la mobilità a Roma, o se per qualche motivo abbia volutamente sorvolato su tutto, consentendo all’assessore di limitare i danni alla sua sola evidente incompetenza.

 

Chiaramente queste sono le uniche occasioni in cui l’assessore Meleo può pensare di esporsi in pubblico, limitando le sue esternazioni alle poche banalità che riesce ad imparare e blindandosi da ogni possibilità di domanda a sorpresa. Ma se questo sua atteggiamento è comprensibile, dovendo ella sopravvivere ogni giorno in un ruolo che le si addice come una sauna ad un pinguino, quello che non si comprende è come il Sindaco può pensare di mantenere in una poltrona tanto importante e critica come quella della mobilità una perfetta incompetente ed incapace. Ogni giorno tutta la popolazione romana, insieme a quella dell’interland ed ai tanti visitatori nazionali ed esteri, patisce le pene derivanti da una mobilità sia pubblica che privata semplicemente ferma, oltre a continuare a contare morti e feriti da incidenti vari, e la responsabilità di tutto ciò continua ad essere nelle mani di qualcuno che ha già dimostrato di non avere i mezzi personali per gestirla. Un altro/a con un minimo di consapevolezza avrebbbe già preso atto di una tale incapacità e passato la mano. Nel nostro caso evidentemente manca anche una tale consapevolezza ed allora spetterebbe al Sindaco di procedere. Cosa si aspetta?

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