Il fantasmagorico casino dei permessi ZTL lasciato in eredità dalla Raggi

Tra mancati rimborsi per i varchi spenti causa COVID e gestione schizofrenica delle proroghe stabilite dai DPCM, la materia dei permessi ZTL meriterebbe un'iniziativa specifica del Dipartimento Mobilità, ma l'assessore è preso da altre urgenze.

Tra i tanti pessimi lasciti dell’amministrazione Raggi, oltre alle tramvie prossime allo stop o al rischio di una drastica diminuzione del servizio delle metropolitane causa scadenza della revisione della gran parte dei treni, vi è anche una sconsiderata gestione dei permessi di accesso e sosta delle ZTL.

 

In occasione infatti delle due chiusure generalizzate di tutte le attività causa COVID-19 l’amministrazione decise, comprensibilmente, di sospendere la validità delle ZTL per consentire il massimo di mobilità in sicurezza a chi doveva spostarsi in città. Purtroppo però la stessa amministrazione si dimenticò, o non pensò affatto, di sospendere parallelamente la validità dei permessi ZTL, i quali hanno quindi continuato ad essere vigenti ed a “consumare” il loro costo inutilmente.

Sarebbe infatti bastato legare la validità dei permessi allo stato delle ZTL (vigenti/sospese) per non creare pregiudizi ai titolari di permesso, i quali per il periodo di spegnimento dei varchi (circa otto mesi) hanno pagato per accedere e sostare in zone dove tutti potevano farlo.

 

Il pregiudizio patito in questo modo dai titolari di permesso ZTL è stato riconosciuto dalla stessa amministrazione capitolina, che nelle ultime ordinanze con cui si sono disattivate le ZTL ha parlato di “Eventuali rimborsi per i titolari di permesso“.

La situazione che si è creata assomiglia un po’ a quella degli abbonati ATAC, i quali nei periodi di chiusura non hanno potuto utilizzare i mezzi pubblici e quindi si sono visti riconoscere un’estensione della validità degli abbonamenti.

Nulla di tutto ciò è avvenuto per i permessi ZTL, nonostante le ripetute richieste di cittadini e associazioni, tanto che un centinaio di titolari di permesso ha in corso un’azione giudiziaria per ottenere dal Comune quanto di loro spettanza.

 

Su questo contenzioso, che potenzialmente potrebbe avere degli impatti consistenti sul bilancio del Comune di Roma, si è innestata una gestione a dir poco schizzofrenica da parte del Dipartimento Mobilità dei DPCM del governo che hanno comportato proroghe automatiche di autorizzazioni e concessioni.

Essendo i permessi ZTL anch’essi delle autorizzazioni, a causa dello stato di emergenza COVID-19 inizialmente tutti i permessi ZTL con scadenza tra il 22/4/2021 e il 31/7/2021 hanno avuto diritto ad una proroga fino al 31 ottobre 2021. I titolari di permesso ZTL che si sono trovati in quella condizione hanno quindi beneficiato della proroga della scadenza, ma a patto di non aver rinnovato nel frattempo i permessi, perché in tal caso perdevano il diritto alla proroga. Una situazione già questa poco comprensibile.

 

A seguito poi della proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021, è stata prevista una nuova proroga di tutte le autorizzazioni e concessioni, che ha interessato di nuovo anche i permessi ZTL.

In questo caso, per motivi che sfuggono alla comprensione, il Dipartimento Mobilità del Comune di Roma ha deciso di estendere fino al 31 marzo 2022 a tutti i permessi ZTL con scadenza tra il 31.01.2020 e il 31.12.2021!?! Praticamente qualsiasi permesso scaduto negli ultimi due anni è stato prorogato d’ufficio a fine marzo 2022.

Ci sono persone a cui il permesso ZTL è scaduto a gennaio dell’anno scorso e che si sono rifiutate di rinnovarlo, evitando di accedere ai varchi quando accesi, che si sono ritrovate il permesso prorogato fino a fine marzo 2022!?!

La gran parte dei titolari ha invece provveduto a rinnovare i permessi alla loro scadenza, ritrovandosi quindi con due permessi attivi sulla stessa autovettura, come mostra la schermata seguente:

 

 

Il veicolo targato è lo stesso e si vede il vecchio permesso annuale, con scadenza originaria al 12.01.2021, prorogato al 31.03.2022, mentre il nuovo permesso, in questo caso pagato circa €500, scade addirittura prima del vecchio, il 12.01.2022.

L’ulteriore paradosso è che il vecchio permesso, con scadenza più avanzata, non può più essere stampato (perché prima della proroga era scaduto e quindi era stato disattivato), per cui il titolare alla scadenza del nuovo permesso, il 12.01.2022, non ha nulla da esporre e quindi rischierà di essere sanzionato in caso di controlli.

 

Vi sono poi coloro che hanno optato per i permessi ZTL quinquennali, ai quali non viene riconosciuta alcuna proroga né risarcimento.

 

Da notare infine che mentre gli uffici decidevano come gestire le proroghe nei diversi momenti, molti cittadini sono stati sanzionati per accessi non consentiti in ZTL, ad esempio per essersi dimenticati di rinnovare il permesso scaduto, permesso che magari in seguito è stato prorogato d’ufficio facendo così decadere il motivo della sanzione.

 

Insomma la situazione che si è creata è a dir poco ingarbugliata e ci vorrebbe un’iniziativa specifica del Dipartimento Mobilità per riportare un po’ di ordine dando certezze agli utenti delle ZTL.

Purtroppo l’assessore alla mobilità, Eugenio Patané, non ha dato riscontro a chi gli ha sottoposto la questione, lasciando così che i contenziosi aumentino ulteriormente.

Seppur è comprensibile che l’assessore sia preso da ben altre urgenze cittadine, con i tram e le metropolitane prossimi allo stop, è pur vero che sarebbe sufficiente incaricare l’ufficio preposto alla gestione dei permessi ZTL di ascoltare le istanze sollevate dei cittadini e trovargli adeguate soluzioni.

 

Il costo annuale dei permessi ZTL varia da circa €230, prima vettura per i residenti, ad oltre €2.000, per cui le decisioni dell’amministrazione hanno un impatto economico non trascurabile per i titolari di permesso. Probabilmente nessuno di loro andrà fallito, ma perché dovrebbero perdere qualche centinaio di euro solo perché l’amministrazione precedente ha commesso errori macroscopici o gli uffici deputati non sono stati in grado di gestire decentemente la cosa?

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Contrasto alle OSP abusive e alla malamovida: dal Campidoglio ancora pannicelli caldi.
Emanata l’ordinanza contro le OSP abusive, ma solo per quelle totalmente abusive nel sito UNESCO.
Contro la malamovida invece ci si affida all’amico Frank.

Considerato che la Polizia Locale risponde direttamente ed esclusivamente al sindaco, non c’è da stupirsi se a Roma il corpo è praticamente inesistente.
D’altronde chi dovrebbe dargli le direttive (@gualtierieurope) non ha neanche chiari i compiti degli agenti.

Non siamo sicuri che @MercurioPsi non abbia doti divinatorie, ma se già a gennaio aveva ipotizzato la chiusura totale delle due l’una: o in #ATAC non hanno il controllo di quello che fanno, oppure tengono all’oscuro fino all’ultimo gli utenti dei loro piani.
@TUTraP_APS

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